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Napoli-Inter: la partita

E’ un’Inter dal sapore antico quella che scende in campo al San Paolo contro il Napoli. Tutto sommato un buon sapore, nonostante i 3 punti non arrivino e la prestazione a tratti sia tutt’altro che convincente. Ma andiamo con ordine.
L’Inter inizia la partita con l’ormai classico 4312, ma l’andazzo del match è quello che in pochi si aspettano. Nel primo Napoli-Inter demazzarrizzato dal 2009 ad oggi, Mancini e Benitez scelgono di affrontare il problema di due difese “allegre” in maniera diametralmente opposta: il Mancio vuole un’Inter subito propositiva che costruisca gioco in avanti e cerchi di arrivare in porta con azioni manovrate, Benitez invece preferisce puntare su una difesa più chiusa e sulle ripartenze dei suoi velocisti. E il primo tempo va avanti così, con l’Inter che attacca senza troppo costrutto e il Napoli che riparte pericolosissimo sulla corsa dei vari Hamsik, Mertens e Higuain, pericolosissimo tutto solo davanti ad Handanovic in un paio di occasioni. La difesa nerazzurra sembra reggere, con un Ranocchia sorprendentemente sugli scudi e Medel a toccare mille palloni come al solito, e si va all’intervallo su uno 0-0 che forse può stare un po’ stretto al Napoli, ma tutto sommato giusto. Nel secondo tempo però nonostante la grande prova di Ranocchia, nella difesa dell’Inter si apre una voragine chiamata Juan Jesus: marcatura saltata su Hamsik prima, distanza siderale da Higuain poi. Al 63′ è 2-0 Napoli al San Paolo, e la partita sembra chiusa nel peggiore dei modi con un’Inter incapace di giocare e di reagire senza scoprirsi ulteriormente.
Sembra, sì, perché è a questo punto che sale in cattedra il Mancio. Non solo con l’ingresso in campo di Hernanes, che insieme a Santon sulla sinistra cambierà il volto offensivo della squadra, ma per la mentalità, per la voglia di riscatto, per la scintilla che sembra accendersi in una squadra che non ci sta a uscire con quel risultato dal San Paolo. Quello che inizia dal 2-0 non è affatto un monologo nerazzurro, sia chiaro, ma per certi versi è qualcosa di più: una squadra ben messa in campo, conscia dei propri mezzi, che si ritrova pronta a fronteggiare la propria idea di gioco con tutte le conseguenze che comporta. E dopo una serie di occasioni più o meno nitide portate da Santon, Hernanes e Shaqiri e culminate con un colpo di testa di Icardi che finisce al lato di pochissimo, in un batti e ribatti in area ci provano prima Santon, poi Medel, poi Guarin e per ultimo Palacio che riesce a battere Andujar. E’ 2-1 ma l’Inter non si ferma, conquista un rigore sempre con Palacio e dopo due minuti di attesa, al 40′, in un San Paolo che esplodeva di fischi, con il laser di qualche imbecille negli occhi e davanti a sé una palla pesantissima, Mauro Icardi fa quello che gli riesce meglio: l’irresponsabile. Cucchiaio, gol, 2-2 e palla da riportare in fretta a metà campo perché sì, si può addirittura vincerla questa partita.
Ecco, è in questo momento che è riemerso quel sapore antico di cui parlavamo all’inizio. Un sapore antico di 10 anni, il sapore di un’Inter già vista con Roberto Mancini in panchina. A quanti è tornata in mente quell’Inter-Sampdoria che fa parte dei ricordi di qualsiasi tifoso? Una rimonta per certi versi ingiustificata (l’Inter dominò quella partita, avrebbe potuto vincerla molto più facilmente) per altri casuale (3 gol in 5 minuti, roba che neanche il Liverpool in finale di Champions), ma una partita che aveva dei caratteri distintivi ben precisi, che si stanno rivedendo oggi. Un’Inter sempre propositiva, che vuole imporre il proprio gioco, disposta a concedere sempre l’uno contro uno senza mai rinunciare a giocare e ad attaccare. Questa è l’Inter di Mancini e da qui si parte per arrivare ai suoi risultati. Lo dirà chiaramente il mister alla fine della partita: se si vuole imporre il proprio gioco e arrivare a Napoli creando una serie di nitide occasioni da gol, qualcosa si deve concedere. Il punto è sbagliare il meno possibile in difesa, smettere di regalare palloni banali, aumentare il filtro a centrocampo, stringere le marcature. Ma non smettere di giocare a calcio, quello mai.
Ed è così che l’Inter esce con un punto dal San Paolo. Un punto che oggi vale forse poco, ma un punto che odora di già visto. E l’ultima volta che abbiamo sentito questo odore qui, la storia è finita benissimo.
La #twintercronaca della partita di Nk e Python per @Bausciacafe, con i vostri commenti, le dichiarazioni di Icardi e Mancini, l’incredibile presa di posizione di De Laurentiis contro Sky…e un tocco di anni novanta. Per sentire ancora un altro po’ quel sapore antico che fa ben sperare.

Twintercronache

Le #twintercronache di tutte le partite dell'Inter. Live sul profilo Twitter @bausciacafe

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