Bauscia Cafè

Famolo strano

Era dalla stagione 2005-2006 che non arrivavamo ad un derby dovendo affrontare la cruda realtà di essere dietro ai nostri simpaticissimi rivali (se si esclude il derby del 29 agosto dell’anno scorso, ovviamente, in cui la classifica contava zero visto che si trattava della seconda giornata) (mister, lo vuole il recupero?).
Bene, in una situazione del genere potrei citare il Conte Uguccione. Sticazzi, direte voi, il Conte Uguccione, il cugino sveglio di Nietzsche. Lo conoscete Uguccione, vero? Perché sennò non so davvero cosa ci sto a fare qui, in mezzo a voi caproni.
Comunque. Il Conte, noto tifoso viola e soprattutto “noto” trombatore, raggiunse a pranzo giocatori ed allenatore della Fiorentina di una quindicina di anni fa (quella di Batistuta e Rui Costa, col già pluripremiato ed allora non ancora settantenne Ranieri come allenatore) e, dopo aver giustificato il suo ritardo dando la colpa all’insaziabilità delle mogli dei giocatori, interrogò così la squadra:

Conte: “E la Juventus..è sempre dietro?”
Giocatori, in coro: “Nooooo”
Conte: “E’ davanti”
Giocatori, bisbigliando: “Eh sì”.
Conte: La si tromba meglio

Ecco, è ricordando le dolci parole del Conte che voglio commentare la nostra attuale posizione di classifica, in vista della partita di domenica. Perché, in effetti, prenderli da dietro ed agganciarli sarebbe proprio una bella goduria, vista la situazione non proprio rosea in cui la nostra squadra si trova da qualche settimana.
Diciamolo: dopo anni ed anni, forse è veramente Crisi Inter. Magari crisi senza “c” maiuscola, magari crisi non è proprio la parola giusta, ma le cose non vanno esattamente per il meglio. Mai, nelle ultime 4 stagioni, eravamo arrivati a novembre in queste condizioni. La tenuta fisica è pessima, i nostri giocatori cadono come birilli schiantati da una grossa palla nera fatta di sfiga e di chissà cosa che stira, strappa, contorce e financo distrugge i loro muscoli e i loro legamenti. L’allenatore è nuovo ed ha bisogno di tempo, soprattutto per insediarsi nelle teste di giocatori che nella scorsa stagione sono andati molte volte oltre sé stessi. Il Presidente non ha fatto né regali né pensierini, ha giusto messo sul tavolo un paio di spicci per fare merenda. E, ovviamente, i risultati ne risentono.
Tutto questo mentre dall’altra parte sono riusciti, finalmente, a tornare competitivi e a metter su una squadra in grado, perlomeno, di darci dei pensieri. Quest’anno c’è una rivale che potrebbe vincere, che sembra in grado di approfittare dei nostri errori senza cadere in suicidi come quello della Maggica di qualche mese fa, contro la Samp di Pazzini.
Però. Però nonostante tutto questo, nonostante un mese in cui le cose non potevano onestamente andare peggio, siamo ancora lì, a tre punti dalla vetta, con la possibilità di colmare lo svantaggio tutto in una volta, domenica. Con qualche giorno per recuperare alcuni giocatori fondamentali che ci servono per tornare ad essere almeno simili alla Grande Inter di qualche mese fa, quella che schiantava le migliori d’Europa e faceva vivere derby da incubo ai nostri poveri comprimari, quella che vinceva ovunque e che avrebbe vinto anche il Mondiale, se le avessero dato una wild card. Abbiamo la possibilità di prenderli da dietro, dove fa più male (se non ti piace, ovviamente. Anche se, dato il tipo di personaggio che è il loro presidente, non mi sento di escludere niente). Di ritrovarci in testa a campionato e Champions nonostante tutti i problemi avuti in questi primi tre mesi di stagione.
Per quanto mi riguarda, credo molto in questa possibilità. Perché per praticamente tutte le cose vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma non per l’Inter. Non per questa Inter, per questo gruppo che trionfa da anni e sa come si vincono certe partite. Non riesco ad essere pessimista per un derby, perché dal 2006, ma anche 2005 a questa parte ogni volta che incontriamo quella roba là è palese che la nostra squadra scenda in campo con una rabbia, una voglia, una foga diverse dalle altre partite (a parte le gare di Champions dell’anno scorso), molto diverse anche da quelle che vengono messe in campo quando l’avversario si chiama Juve, con tutto quel che comporta. Siamo abituati bene in fatto di derby, siamo – tranne sporadici episodi – abituati a dominarli, schiacciarli, anche ad annientarli, come il 29 agosto e il 24 gennaio. E, non so voi, ma io proprio non riesco a temerli e a rassegnarmi ad una partita di sofferenza.
Siamo dietro, è vero, e siamo in emergenza. E loro, e Dio solo sa quanto per me sia dura ammetterlo, sono anche abbastanza forti. Ma il derby è il derby, e sono certo che i nostri si ingriferanno come bestie all’idea di poterli braccare da dietro, da una posizione insolita, all’idea di poterlo fare strano, ed entreranno in campo decisi a riuscirci.
Quindi, forza, famolo strano.
E dimostriamo che il Conte, dall’alto della sua saggezza, aveva ragione.
(per chi volesse vedere il Conte all’opera, il link è questo )

nella foto: un uomo felice mentre se lo mette di dietro da solo
nella foto: un uomo felice mentre se lo mette di dietro da solo

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