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Come una provinciale a San Siro

“Allenamenti individuali, finalizzati al recupero dai rispettivi infortuni, per Luca Caldirola, Philippe Coutinho, Julio Cesar, Diego Forlan, Maicon, Yuto Nagatomo ed Emiliano Viviano”. Recitava così un comunicato ufficiale dell’Inter di oggi pomeriggio. Ed è così che l’Inter si avvicina alla sfida col Lille di stasera: senza Julio Cesar e Coutinho infortunati, senza i non utilizzabili Forlan, Cordoba, Poli, Muntari e Castaignos. Senza, soprattutto, Maicon e Nagatomo.
Senza i due terzini titolari, le scelte di Ranieri dovranno per forza rompere alcuni degli schemi visti fino ad oggi. Sicuri del posto in difesa, oltre a Castellazzi, ci saranno Lucio al centro e Chivu (a sinistra?). Il resto è da inventare. Uno tra Ranocchia e Samuel, innanzitutto, dovrà prendersi la maglia da titolare nonostante il rientro dall’infortunio: meglio Samuel per caratteristiche tecniche dato il compagno di reparto, meglio Ranocchia per affidabilità fisica. La scelta ricadrà probabilmente sul numero 23, salvo una sorprendente conferma di Chivu nel ruolo con Zanetti terzino sinistro e Jonathan a destra, mentre fuori dai giochi dovrebbe restare Faraoni almeno all’inizio.
A centrocampo, in caso di un arretramento di Zanetti, i nomi saranno i soliti: Cambiasso, Stankovic, Thiago Motta e Obi si giocheranno tre maglie, con scarse speranze per Alvarez. Visto l’andazzo di questo inizio di stagione, con Zanetti e Cambiasso sempre titolari, è probabile che l’escluso sarà Stankovic (a meno di un improbabile forfait di Sneijder), anche se un centrocampo di soli mancini potrebbe inevitabilmente creare qualche squilibrio nel ruolo di interno destro, penalizzando la copertura alle discese del terzino. Proprio questa considerazione rende credibile l’idea di una maglia da titolare per Jonathan con Chivu a sinistra e Zanetti-Thiago Motta-Cambiasso a comporre la linea di centrocampo. Pochi dubbi in attacco, dove nonostante la crisi gastrointestinale notturna dovrebbe essere presente Milito, supportato da Zarate.
Nel momento che sta attraversando l’Inter però, ormai dovrebbe essere chiaro, più dei nomi conta l’atteggiamento, la concentrazione, la voglia di sacrificarsi. L’approccio alla partita, soprattutto: abbiamo visto all’andata che tipo di squadra è il Lille e ancora prima ce l’aveva descritta perfettamente Vujen. Gioco aperto, offensivo, fatto di tanto fiato e una tecnica comunque non eccelsa nonostante Hazard: affrontarli a viso aperto ed esporsi al loro contropiede sarebbe letale. Ed è questa la sfida più grande che aspetta l’Inter stasera: nonostante sia in casa, nonostante San Siro, nonostante l’inevitabile voglia di ottenere un risultato positivo che possa archiviare almeno momentaneamente le difficoltà di questi giorni, si dovrà scendere in campo chiusi, coperti, come all’andata. Lasciare il pallino del gioco al Lille e difendersi con ordine e calma, senza lasciarsi prendere dalla voglia di strafare.
Come una provinciale a San Siro?
Sì, come una provinciale a San Siro.
Come una provinciale che deve aggrapparsi con tutte le sue forze a questa partita, per puntare ad una qualificazione che sia il più tranquilla possibile e che consenta di chiudere il 2011 con calma, fiducia e con un minimo di possibilità di programmazione per una seconda parte di stagione (e, speriamo, di Champions League) che si preannuncia di fuoco.
Come una provinciale che, cosciente dei suoi limiti attuali, gioca al massimo delle proprie possibilità per mettere in difficoltà gli avversari, senza pretendere di imporre un proprio gioco che, purtroppo, oggi non è in grado di imporre.
Cuore, coraggio, volontà, voglia di vincere: torniamo ad essere l’Inter.
A tutto il resto penseremo dopo.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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