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Lecce 19 gennaio 2020, diciannovesima giornata di Serie A: Alessandro Bastoni segna il gol dell'1-0 in Lecce-Inter al Via del Mare

Lecce un girone dopo.

La stagione era iniziata con il botto proprio contro il Lecce. Con un 4 a 0 fra le mura amiche talmente roboante da far sollevare dubbi sulla reale forza dell’avversario, dubbi poi scacciati dalle prove successive della squadra di Liverani, organizzata e battagliera. Per questo chi dava per scontato un risultato tondo oggi peccava di arroganza.

Ad un girone di distanza le compagini si affrontano, ad un migliaio di km dal teatro dell’ultima sfida: da Milano a Lecce. Anche il risultato, ahinoi, è distante da quello di inizio anno, e così pure la prestazione.

Il Lecce si presenta in campo a specchio, un 352 che riflette lo schieramento interista ma non le intenzioni. Di solito quando due squadre si posizionano con lo stesso modulo la partita si sposta sui duelli individuali, e a portare a casa la vittoria è chi colleziona più mismatch. Non è il caso di questo Lecce-Inter, l’atteggiamento pugliese infatti è raccolto e difensivo, e i quinti di centrocampo finiscono per essere terzini di una difesa a 5. Un 532 insomma.  

Arroccato il Lecce rinuncia alla pressione, e si proietta in avanti in quelle occasioni in cui è l’Inter a sbagliare la giocata, cercando di sfruttare lo spazio tra centrocampo e difesa dei nerazzurri. Il primo tempo mostra come la squadra di Liverani possa impensierire i ragazzi di mister Conte, ma è proprio in questa frazione che l’Inter riesce maggiormente a coinvolgere i suoi attaccanti e a risultare pericolosa. In questa fase infatti gli attaccanti riescono ad impegnarsi in numerose sponde, i centrocampisti si buttano dentro con convinzione e Gabriel si trova ad essere impegnato più volte. Lukaku troverebbe anche il gol, non fosse per la decisione e la prontezza con cui Giacomelli fischia fallo in attacco al belga, lesto ad approfittare dell’errore del portiere brasiliano. Arbitro protagonista in un paio di occasioni, come il Var check per decidere il colore del cartellino da assegnare a Donati (autore di un intervento killer su Barella) e poi per dirimere su un intervento nerazzurro in area. La partita si trascina lentamente fino al 45′, con una grande doppia occasione per Brozovic che testimonia quanto la partita sia complicata: sebbene si arrivi spesso al tiro molto difficilmente si riesce, nella sovrabbondanza di uomini stipati nell’area dei padroni di casa, a farlo con la necessaria forza e precisione.

La scelta di Liverani di guadagnare centralmente un uomo nella linea difensiva paga. Questo gli consente di avere superiorità nella porzione di campo in cui potremmo fare più male. I difensori Leccesi non sono quasi mai costretti a vedersela singolarmente contro i nostri attaccanti.

Lautaro e Lukaku si trovano a dover dialogare spesso spalle alla porta ed in un fazzoletto. I triangoli che cercano di creare sono sempre più claustrofobici, e lo spazio alle spalle della difesa pugliese è quasi nullo, rendendo difficile pensare di attaccare la profondità. In questo contesto, con un centrocampo non particolarmente brillante, a sparigliare le carte dovrebbe essere un giocatore capace di saltare l’uomo, questo profilo però non trova un interprete adatto nell’intera rosa.

In questa situazione col passare dei minuti diminuiscono sempre più le sponde e le penetrazioni centrali a favore dei cross e dei traversoni.

Se il tifoso interista spera di poter godere di un secondo tempo che denoti una discontinuità dalla prima frazione almeno per irruenza e motivazioni, come spesso ci ha abituato Conte, è destinato a rimanere deluso. La partita ricomincia con una scorribanda leccese dalle parti di Handanovic. La qualità tuttavia non aiuta i giallorossi a finalizzare.

Col passare dei minuti, intorno a metà secondo tempo, sembra che i nerazzurri riescano finalmente a spingere sull’acceleratore. Ed ecco allora che, con i terzi di difesa costantemente nella metà campo avversaria, Conte decide di inserire Bastoni. Un mancino per verticalizzare con insistenza e velocità. E’ proprio il nuovo entrato a trovare il gol e battere con un colpo di testa da palla inattiva Gabriel.

La partita sembra incanalata, il Lecce prova a riassestarsi. Liverani decide di abbandonare il 352 per tornare al 4231 su cui ha forgiato la sua squadra. Ora non basta più al Lecce aspettare i nerazzurri, l’intenzione è recuperare, e per portare la pressione l’allenatore dei pugliesi necessita cambiare modulo. Ed il pareggio arriva: da una occasione confusionaria, che dimostra comunque tutti i limiti tecnici dei nostri avversari, ecco arrivare il giusto traversone che trova spaesato Candreva e impreparato Skriniar e che permette a Mancosu di segnare da due passi da un Handanovic sin qui inoperoso.

Il resto della partita è frammentata e la produzione offensiva di entrambe le squadre ne risente. C’è poco tempo e l’Inter non riesce a sfruttarlo per mettere le mani sui 3 punti. Liverani riesce nell’impresa di portare a casa un punto contro un Inter sin qui d’acciaio, ed i nostri scoprono i limiti dell’unico spartito che conoscono, così come soffrono la mancanza di qualità sugli esterni, la giornata storta del centrocampo e l’assenza in rosa di un giocatore capace di creare superiorità saltando l’uomo.

Il pareggio è il quarto, in sei partite. La squadra fatica, e la speranza è che la sfida con il Lecce non sia profetica in chiave girone di ritorno come lo fu per l’andata.

In ogni caso, al di la del dispiacere, serve mantenere la calma. La squadra è in linea con i numeri che ci si era prefissati, il percorso è ancora lungo, e chissà che uno stop oggi non serva ad agire con ancora maggiore convinzione in sede di mercato.

Nic92

Nato dall'incontro tra l'unico tifoso cagliaritano non isolano e una grande tifosa di Batistuta, fortunosamente incontra l'Inter e se ne innamora. Ha in Julio Cesar il suo spirito guida.

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