Dunque

Le magnifiche e progressive sorti del calcio milanese (e italiano) ci hanno riportati di nuovo qui, a 365 giorni esatti di distanza, a un derby a cui arriviamo da favoriti, con il Milan a un passo dal baratro e la concreta sensazione di poterli spingere a un “giù” irrecuperabile. Di nuovo ci arriva un’Inter a ranghi completi, reduce da un buon filotto (Empoli a parte) in campionato e una Supercoppa vinta in maniera assai meritata e goduriosa. La domanda è la stessa che vi avevamo fatto su Telegram all’uscita delle formazioni ufficiali di Inter e, appunto, Empoli: cosa potrà mai andare storto?

La stagione porca puttana, la stagione può andare storta. Ma no: la stagione storta ci è già andata, o meglio – SuperCoppa e Champions come meglio non si poteva, Coppa Italia per ora bene, campionato finito a gennaio. E allora non sorprendetevi se per questo derby non siete tesi: non conta quasi nulla. Ma se siete interisti (o paranoici) fino al midollo sappiate che in quel quasi c’è uno scenario per cui i nerazzurri dopo aver perso il derby scivolano fuori dalle prime 4 posizioni e non si qualificano alla Champions dell’anno prossimo. Non chiedetemi come, che la Lazio è una bella squadra e l’Atalanta pure ma se guardo la Roma mi viene da vomitare, il Milan in questo periodo si batte da solo e la Juve probabilmente l’anno prossimo non giocherà neppure la serie A (e neanche la SuperLega, un saluto agli amici Andrea e Fabio che ci leggono da casa), però se uno vede i fantasmi anche qui potrebbe vederli.

Napoli, Lazio, Milan e Atalanta. Credo sia l’unico scenario possibile tra quelli in cui l’Inter non è tra le prime 4, ma parliamo di una possibilità davvero remota (1%? 2%?) e considerarla è più autolesionismo che altro. Se guardo in faccia la realtà questo rischio non solo non lo vedo, non riesco nemmeno a temerlo. Il che non vuol dire che sia convinto che il derby di domani andrà bene, attenzione.

Siamo riusciti a perdere contro questi. Una Juve di scarti, con due sole sostituzioni a favore di Di Maria e Chiesa che per motivi diversi all’epoca non riuscivano nemmeno a stare in piedi. 0-2 e tutti a casa, con Onana migliore dei nostri. Corner per noi, Barella perde Kostic e non riesce nemmeno a fargli fallo, gol. Smettiamo di giocare, sconfitta meritatissima e tanto tanto schifo per noi tifosi.

Tatarusanu; Calabria, Kjaer, Kalulu, T. Hernandez; Krunic, Tonali; Saelemaekers, De Ketelaere, R. Leao; Giroud. All. Pioli

Siamo capacissimi di perdere anche contro questi. Non chiedetemi come, che saremo/saremmo alla fantascienza, ma tant’è. Possiamo perdere anche stasera, anzi una certa parte di me è convinta che lo faremo. Sinceramente non penso, il Milan adesso è davvero sul fondo dell’oceano, ma forse è addirittura la parte più razionale a suggerirmelo, la stessa che dice che, vittoria, pareggio o sconfitta, da qui al 4 giugno ci aspetterà una lunga, lenta, infinita, accidentata, tranquilla, gioiosa, patetica cavalcata verso il secondo posto. E speriamo che il Napoli non rallenti, sennò non solo avrei la tristezza di constatare un’Inter rassegnata agli alti e bassi delle squadre mediocri, ma anche un altro scudetto che comunque si sarebbe potuto vincere (come finora non è, complimenti a Luciano Spalletti e ai suoi giocatori, grazie se mi risparmierete l’ennesimo rimpianto).

Risalendo la scala dell’irrealtà arrivo all’ultimo piolo (sigh) e compio un gesto di cattiveria estrema, proponendovi questo video. Guardatelo se avete il coraggio (io no)

Fatto? Ecco, prima di tutto un saluto ad Handanovic. Poi – perché non tutto sarà privo di senso, soprattutto se non dovessero arrestare Steven Zhang o pignorarci nei prossimi 40 giorni – veniamo al dunque. Il dunque ha un nome e cognome, Romelu e Lukaku. Al colosso belga la possibilità di rendere esaltante la seconda parte oppure di lasciarla scivolare via, verso la noia più totale, tra il decadentismo di Dzeko, le erculee fatiche di Lautaro e le ignominiose schifezze di quello che gioca con la 11 e preferisco non nominare a fianco di 3 campioni.

Martedì contro l’Atalanta è sembrato vivo – ma non nel senso di “pimpante”, “reattivo”, “pronto”… Semplicemente vivo, dotato di respiro e coscienza, capace di muovere gli arti inferiori. Sfido ciascuno di voi a guardarvi dentro e negare di aver provato un brivido di piacere sulla schiena e di provarne un altro al pensiero di una palla verticale buttata là, Big Rom che allarga le braccia e la smista per l’esterno. A questo siamo arrivati: Romelu se ci sei dacci un segno.

Contro il Milan peraltro fa un gol a partita, senza nemmeno il bisogno di fare la media. Riavvolgiamo il nastro: l’ultimo incontro tra Lukaku e il cloeb più titolato al mondo (meraviglie che solo Berlusconi e Galliani potevano congegnare) è quello più dolce, 3-0 il 21 febbraio 2021. Big Rom distrugge Romagnoli, fa l’assist a Lautaro per l’1-0 poi in campo aperto salta (indovinate) Romagnoli e la sbatte di sinistro all’angolino. Corre alla bandierina e urla improperi semi-incomprensibili, rivolti probabilmente a Zlatan Ibrahimovic. Nell’incontro precedente era infatti andato testa a testa con il mercenario svedese, a cui l’età aveva poi fatto saltare i nervi: rosso a inizio secondo tempo per lui dopo uno sgambetto a Kolarov, rigore del momentaneo 1-1 per Lukaku. A settembre 2020 il 9(0) aveva segnato l’inutile gol dell’1-2, in un san Siro vuoto per uno stupido e dai più dimenticato derby settembrino. A febbraio di quell’anno, due settimane prima dello stop per il Covid, aveva suggellato una delle rimonte più belle della nostra storia recente: dopo che il Milan aveva stradominato il primo tempo chiudendolo in vantaggio per 2-0, Vecino cincischia alla bandierina, Moses si inserisce dimenticato da tutti e Romelu violenta Kjaer (possibile fallo) per sbattere in porta il 4-2. Di nuovo corre verso la bandierina, stavolta la stacca dal terreno, ci infila la sua maglietta, la alza verso il cielo mostrandola alla curva e la bacia. Sempre umile e composto Lukaku, vince con eleganza.

Il ricordo più dolce per me è però il primo, un caldo sabato di settembre del 2019, una neonata Inter di Conte sta maltrattando il Milan abortito di Giampaolo. Godin fa un grande anticipo a centrocampo e lancia sulla destra una mezzala che abbiamo comprato dal Cagliari. Gioca a piede invertito e si chiama Nicolò Barella. Attende sapientemente, si sposta la palla sul piede interno, quello forte, e pennella. A centro area arriva Lukaku in terzo tempo, che sovrasta (indovinate chi?) Romagnoli e segna il 2-0, suggellando una delle migliori partite dell’Inter di Conte.

Sono passati 40 mesi, poco più di 3 anni, eppure in mezzo è successo di tutto. L’Inter si è fatta grande, poi ha perso troppi pezzi. Il Milan, pur buscando qualche scoppola, si è fatto grande e ora sembra stia tornando piccolo. Conte se n’è andato, i due migliori amici di Lukaku sono diventati grandi eccome, adesso segnano al Camp Nou e sono sul trono d’Europa e del Mondo. Skriniar sembra sull’uscio. Il palcoscenico stasera torna a Romelu, per mostrarci se – in questo mondo in cui tutto cresce, decade, evolve, cambia – almeno lui è rimasto lo stesso.