Bauscia Cafè

Celebriamo ancora in casa

La stagione contratta causa pandemia ci regala un turno infrasettimanale a tre giornate dal termine, di quelli per i quali ringrazi di non avere il campionato ancora in bilico e le coppe Europee ancora in ballo. Problemi che non toccano noi, ma che toccano un gran numero di squadre (mai forse come negli ultimi anni), a riprova che questo campionato è stato uno dei più interessanti degli ultimi anni. Ed è ancora più bello pensare che noi guardiamo tutti dall’alto.

L’avversario che verrà a rendere omaggio alla casa dei campioni d’Italia è la Roma di Fonseca. In generale, diciamo che questa stessa partita, la prossima stagione, avrà dei temi di interesse molto maggiori, augurando molta fortuna al futuro inquilino della panchina Capitolina (ma sempre molto, molto dietro di noi in classifica). Parlando di oggi in via generale, personalmente tendo a diffidare di Fonseca, allenatore tra i tanti stritolati dall’ambiente Romano e Romanista e sicuramente non scevro da critiche, ma secondo me assai più capace di quanto si ritenga e (a mio personalissimo parere) molto meritevole di farsi un’altra stagione senza l’incredibile sfilza di infortuni muscolari che la rosa ha avuto questa stagione, per poter dimostrare le sue vere qualità.

In un contesto normale, la totale mancanza di stimoli tecnici e la vicinanza con la sfida contro la Juventus, comunque frizzante per tanti motivi, poterebbe naturalmente a considerare questa come poco più di un’amichevole in vacanza, ma la vittoria per 5-1 contro la Sampdoria di soli 4 giorni fa è la maggiore prova del contrario. Conte in primis (ancora a gridare al primo errore anche sul 3-1 in proprio favore) e tutti gli uomini scesi in campo si sono prodigati in un lodevole sforzo di focus agonistico e tecnico, dimostrando ancora una volta come la nostra Inter giochi di sistema nel quale tutti i giocatori della rosa sono pienamente inseriti, ognuno secondo le proprie possibilità tecniche.

Tutt’attorno si sono già dimenticati che abbiamo vinto uno scudetto e hanno piazzato l’artiglieria pesante per farlo dimenticare anche a noi. Inter-Roma significa anche dimostrare che, nonostante tutte le perturbazioni esterne, noi siamo e rimaniamo la squadra più forte d’Italia.

Questo non significa che riserveremo alla Roma l’attenzione di schierare la squadra titolare. Anche a causa della prossimità con la sfida contro la Juventus, non mi aspetto grandi sforzi per gli 11 che fondamentalmente ci hanno portato allo scudetto e, come è anche giusto che sia a questo punto della stagione ,credo che ci sarà una adeguata rotazione, specialmente dopo la buona prova dei rincalzi Sabato scorso. Per esempio, le prime voci sulla formazione confermano il ricambio in attacco, dove potrebbe toccare a Lautaro Martinez riposare in panchina, con Lukaku e Sanchez in campo dal primo minuto. La Roma, a differenza della Sampdoria, ha ancora qualcosa da chiedere per salvare il proprio campionato che li vede a lottare per raggiungere il settimo posto valevole per la neonata Conference League, dopo aver sacrificato il campionato in favore della Coppa (mai farlo, come visto tante volte si rimane sempre con il cerino in mano), e giocherà sicuramente con la sua migliore formazione possibile e un piglio diverso rispetto alla Samp che un po’ ha fatto da sparring partner. Sono sicuro però che, per le cose descritte in precedenza, chiunque ci sarà in campo saprà interpretare lo spartito di Conte con la libertà di pensiero mostrata nella partita precedente e lotterà per portare a casa anche la quindicesima vittoria consecutiva in casa di questo campionato.

Quarta maglia traghettaci verso un grande futuro.

Stasera sarà anche l’occasione per vedere per la prima volta dal vivo la quarta maglia. Si è creato un po’ di hype attorno a questa maglia, anche grazie alle descrizioni su Twitter del nostro Rupert, dove abbiamo imparato ad apprezzarla, un po’ per il suo design non convenzionale ma estremamente espressivo, un po’ perché può essere la maglia che ci sta traghetterà da una era, quella del vecchio logo e di Pirelli, ad una nuova, quella del nuovo logo, del nuovo Sponsor, della nuova fase della società, fra le tante, grandi, difficoltà del post-covid, ma con uno scudetto cucito sul petto (cit.).  

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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