Bauscia Cafè

Tutti insieme. Comunque andrà.

Per il terzo anno consecutivo ci giochiamo la qualificazione in casa all’ultima giornata. Purtroppo quest’anno dovremo non solo vincere ma anche tendere un orecchio al risultato dell’altra partita che potrebbe rendere vani i nostri tre punti. Ci troviamo di fronte ad un bivio ancora più importante dei due anni scorsi per una serie di ragioni. Il primo anno tornavamo in Champions dopo troppi anni e quindi, pur con la grande amarezza in bocca per aver giocato per pareggiare col Tottenham e per aver gestito l’1-1 col PSV sperando che arrivassero buone notizie da Barcellona, alla fine era quasi comprensibile (per non dire ammissibile) che la squadra non avesse ancora quella caratura internazionale che ti costruisci solo sentendo stabilmente la musichetta della Champions. L’anno scorso ci è andato invece tutto storto dal sorteggio alle gare decisive, con due grandi primi tempi a Barcellona e Dortmund che ci hanno portato però 0 punti lasciandoci la sensazione che l’ultima giornata contro il Barcellona fosse un ultimo tentativo per provare a invertire la rotta e tornare a disputare gare ad eliminazione diretta. Purtroppo per decisioni arbitrali, errori sottoporta e imprecisioni difensive così non fu.

Andare fuori quest’anno sarebbe però ancora più dura da digerire anche perché il girone è più abbordabile, per quanto equilibrato, e una terza eliminazione consecutiva costringerebbe a porsi quesiti forse più complessi che vadano oltre ai singoli errori individuali commessi(dai giocatori, dall’allenatore o dagli arbitri).Ci manca ancora esperienza? è un problema di gioco? di allenatore? Di approccio alle gare decisive? Sarebbero veramente tante le domande che sorgerebbero e poche le risposte univoche.

Ciò che mi preme però sottolineare con questo articolo riguarda più noi tifosi che la squadra: mi sembra di riscontrare sui social e nelle chat interiste un atteggiamento critico a priori che punta più a voler difendere le proprie posizioni che a cercare di capire i possibili motivi che ci portano talvolta a perdere o pareggiare partita abbordabili. Mi spiego. Tutti noi notiamo alcuni difetti indiscutibili in Conte e alcuni suoi limiti caratteriali e tattici ma vedo una frangia cospicua di tifosi che quasi si augurano di perdere per poter dire: “visto? Ve l’avevo detto. Questo è uno juventino, questo non sa leggere le partite etc.” O ancora: ovviamente tutti ci rammarichiamo di vedere Eriksen sedere in panchina quando solo un anno fa è stato accolto tra mille fanfare ma se vinciamo con Gagliardini (Sassuolo) e Brozovic (Borussia) che si dimostrano tra i migliori in campo che senso ha commentare per prima cosa a fine partita che Conte sta svalutando un campione e che lo costringerà ad andarsene a gennaio? Che senso ha criticare Handanovic quando non si butta per provare a prendere palloni che passano a fil di palo e poi sminuire i suoi miracoli dicendo che per un portiere dell’Inter devono essere parate nella norma? Si insiste sempre sulle stesse cose negative e non si sottolinea mai le novità positive (penso alla crescita sotto Conte di Bastoni, Barella, Darmian e Lukaku per citare alcuni).

Tutto questo semplicemente per dire che il tifoso è tifoso e in quanto tale è normale che faccia prevalere la parte sentimentale su quella razionale ovviamente. Se scendiamo in campo come contro il Real due settimane fa è più che legittimo criticare ed arrabbiarsi.

Ciò che fatico ad accettare è questo spirito del tempo, questo Zeitgest che si è creato negli ultimi mesi secondo il quale ogni tifoso ha la propria teoria da portare avanti, la propria lettura della realtà che non si modifica in base agli eventi ma viceversa li distorce in base alle proprie teorie immodificabili. Tutto questo non contribuisce a rasserenare gli animi e anzi rischia di portare ad una guerra di fazioni che tanto più quando riapriranno gli stadi rischia di ritorcersi in primis contro i giocatori che scendono in campo.

Insomma la faccio breve: siamo ad un bivio della stagione, i 90 minuti di mercoledì ci diranno moltissimo del nostro livello di maturità raggiunto ma purtroppo la Champions è la competizione dei dettagli per cui basta un gol in più o in meno per costringerci a rimandare l’appuntamento con gli ottavi almeno al 2021, nove anni dopo il Marsiglia. Per quanto doloroso ci sarebbero ancora due terzi del campionato da giocare e mai come quest’anno con una Juventus così il titolo è contendibile. Se non passeremo sarà una sconfitta dura da digerire per tutti ma vi prego se andrà male non dite “avevo ragione a criticare tizio o caio” perché date l’impressione che il bene dell’Inter sia secondario rispetto alla soddisfazione del vostro ego.

Dopo due partite giocate bene contro spazi più ampi, torniamo a giocare contro la nostra nemesi attuale: la squadra a specchio. Cosa proporremo (proporremo qualcosa)? twittalo
10,100,1000 Darmian

Per questo: tutti insieme, sosteniamo i ragazzi. Mettiamo da parte i preconcetti e le posizioni aprioristiche su allenatore e giocatori. Comunque andrà, ci saranno ancora sei mesi per tornare ad alzare un trofeo.

Julione94

Toscano emigrato a Roma, già a 3 anni girava con la maglietta di Ronaldo il Fenomeno. Con un nome e cognome così simile al portierone dell’Inter di Herrera la passione per i numeri 1 era inevitabile. Pessimista esistenzialista, ancor di più dopo aver visto una tripletta di Ekdal in 15 minuti a San Siro.

PODCAST

Twitter

Instagram

Instagram has returned empty data. Please authorize your Instagram account in the plugin settings .

Archivio