Bauscia Cafè

I buoni propositi

Buon Anno, cari amici Bauscia!

Sì, lo so, ce lo eravamo detto anche a inizio 2020 e guardate un po’ dove siamo finiti: non esiste ancora un vaccino per Stefano Sensi.

Ma sappiamo benissimo come il primo giorno del nuovo anno – che è poi il momento nel quale sto scrivendo questo post – sia foriero di nuove speranze che verranno prontamente gettate nell’umido, auspici subito smentiti da notizie che vanno ben oltre il fondo del barile da raschiare e riserve di Lukaku da ripescare nel campionato cinese.

Sappiamo anche che tra 20 giorni tutto il nostro ipotetico ottimismo avrà lasciato spazio alle critiche a caldo dopo Inter-Juventus e che, ancora una volta, molti di noi riterranno necessario “un cambiamento radicale”, qualsiasi cosa significhi.
Vorrei dunque aiutarvi a fare ordine tra le vostre priorità, cercando di capire con voi quali possano realmente essere i desideri da anelare per questo 2021 che arriva con l’ingrato, devastante compito di consolare il mondo intero a fronte di un 2020 quasi apocalittico.

I sogni son desideri, ma il 352 militaresco,
per molti un incubo, potrebbe realizzarne comunque almeno uno.

Christian Eriksen 

Arrivato in pompa magna, avrebbe dovuto essere il valore aggiunto per il vero salto di qualità del nostro centrocampo, mentre nel giro di pochi mesi – per ragioni che mi sarei rotto i coglioni di analizzare – ci siamo ritrovati in rosa il Bergkamp danese o giù di lì.
Strano ma vero, in realtà il signor Eriksen è ancora un talento internazionale e uno in grado, verosimilmente, di fare la differenza in campo. Probabilmente non la farà con la nostra maglia ed è un vero peccato, ma credo sarà bello per chiunque ami il calcio rivederlo a livelli di eccellenza altrove, visto che abbiamo ormai dimenticato che sia perfino un giocatore di pallone.

Stefano Sensi – Alive

Tra una foto su Instagram e un check up completo (l’ennesimo) all’Humanitas di Rozzano, l’assenza di Sensational Sensi è stata – che vi piaccia o no – una mazzata clamorosa per la qualità del nostro reparto di centrocampo. Senza di lui abbiamo smarrito le poche certezze conquistate in mesi di bestemmie, e persino Antoniocò sembra aver sofferto una saudade tutt’altro che pugliese.
Recuperarlo, oltre che un’ottima notizia per la sanità italiana e per chiunque non creda nei miracoli, sarebbe un motivo in più per credere nella possibilità di portare a casa un trofeo al termine di questa stagione balorda.

A Livorno c’è un detto: la fìa ci fà, la fìa ci sfà. Sensi lo testimonia.

Le interviste agli ex allenatori dell’Inter

Chiunque da voi avrà sistematicamente scovato, in uno qualsiasi dei contenitori dedicati all’Inter, un virgolettato più o meno credibile di Gasperini, De Boer, persino Orrico.
Tra una stilettata di Mario Sconcerti alla famiglia di Conte e i consigli di mercato di Durante sul nuovo Dalbert, c’è sempre spazio per un “se mi avessero dato tempo sarei stato un vincente” o per “non c’era modo di allenare in un nido di serpi dove nessuno sapeva a chi dover dare risposte”: bene, vorrei non ce ne fosse più, di quello spazio.
Desiderio destinato a fallire, perché vuoi mettere il fiato alle trombe Turchetti del pensionato di turno o dell’allenatore che cerca di rifarsi una verginità rispetto a una accurata, onesta e brillante analisi – che ne so – dell’ultima partita di campionato o delle novità tattiche presentate da Conte al posto del solito MiMettoASpecchio®

Benvenuto un cazzo.

Parlare di pallone

Una stagione così anomala, senza pubblico sugli spalti, con squadre spesso costrette a una preparazione atletica non ottimale e partite aperte ad ogni risultato anche quando sulla carta non avrebbe dovuto esserci gara, avrebbe dovuto, nel mio Mondo Ideale, rispolverare l’idea del dibattito calcistico. Basta con gli inutili, artefatti aneddoti sul calcio sudamericano, le cronache ridondanti fatte di urla e frasi sconnesse vomitate anche in occasione di una rimessa laterale, il gossip che con la scusa del calcio ci parla di fica – non che mi dispiaccia, ma ci sono altre piattaforme dedicate – , le seconde voci ignare del congiuntivo e di cosa significhi essere complementari al primo cronista, le trasmissioni vuote di contenuti e di analisi, il clœb con i suoi onanismi in diretta per i sopravvissuti Sky, le videochiamate di gruppo con Cassano che contraddice se stesso ogni 45 secondi e Vieri che imita Fabio De Luigi che imita Vieri.
Vorrei qualcuno capace di far vedere il calcio per quello che è, con professionalità, senso dei tempi televisivi, il giusto spazio per lo spettacolo e per l’analisi tattica fatta da chi sa e può farla, e non dal primo Sandreani di turno. 
Meno peli pubici di CR7 e più approfondimenti sul perché il Milan di Pioli non possa essere soltanto una questione di culo, per esempio.

Qualcosa in bacheca

Sì, avete capito bene: aboliremo l’IM…no, scusate, quella era un’altra cosa. Vorrei vincere qualcosina. Tutti noi lo vogliamo.
Per chi scrive, l’era Conte dovrebbe concludersi quest’anno, per motivi che avremo modo di spiegare in futuro (no): ciò non toglie che, per quanto considerare lo scudetto non un dovere o un obbligo morale (sarebbe assurdo, tante sono le variabili in gioco), ma un obiettivo da puntare con forza fino all’ultima chance possibile sia legittimo se non addirittura consigliabile, è altresì vero che avendo avuto la brillante idea di suicidarci in Europa, le forze a disposizione e l’assenza di una squadra-carroarmato nella Serie A attuale – eccezion fatta per un sovraperformante Milan che se dovesse arrivare in fondo così gli si dice bravi e gli si fa l’applauso – ci impongono di fare un tentativo credibile, in campionato come in coppa Italia, per cercare di far prendere aria ad una bacheca in sofferenza da troppo tempo. Sul come si possa fare non metto bocca, mi faccio andar bene le certezze esteticamente brutte e le scelte tecniche discutibili ma funzionali. L’importante è il traguardo.
Da lì si traccia una linea, e mi auguro si possa ripartire da altro con maggior serenità. Per tutti.

Non esiste ancora un vaccino per Stefano Sensi. twittalo

Forza Inter. Anche nel 2021.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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