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Dispercezioni

Secondo l’enciclopedia Treccani, una dispercezione è un’alterazione della facoltà di percepire, di acquisire cioè, mediante i sensi, informazioni su sé stessi e sul mondo circostante. Ci può essere un problema di elaborazione, o di integrazione, di stimoli sensitivi diversi a causa dei quali emerge una percezione, – appunto – cosciente errata di un fenomeno che a sua volta causa delle reazioni sbagliate, o inappropriate.

In condizioni normali, ossia quando non è causata da stati più complessi, si può avere una dispercezione quando c’è un deficit di attenzione, ossia quando per qualche motivo non si riesce a selezionare uno stimolo di interesse tra gli innumerevoli che ci arrivano in ogni momento. Similmente, quando stimoli non sono pervenuti a noi nella maniera corretta. Pensiamo a quanti stimoli siamo sottoposti ogni secondo ai quali dobbiamo fare una selezione: nella vita quotidiana, quando camminiamo, quando leggiamo le notizie…

Facciamo un esempio. Se per caso ci capitasse di leggere:

“non si può che applaudire a scena aperta la decisione del Milan”

Il lettore con poca attenzione potrebbe concludere che il Milan sia una squadra forte con un dirigente “hombre vertical” che non si lascia corrompere da un procuratore brutto e cattivo e un calciatore ingrato, e sfida un sistema con la bianca corazza del puro cavaliere incorruttibile.

Oppure se, sempre per caso, capitasse di leggere qui:

i rossoneri possono inserire nella trattativa…i risparmi da due ingaggi pesanti come quelli di Donnarumma e Calhanoglu”.

Il lettore, anche qui colto da improvviso calo dell’attenzione, potrebbe avere la sensazione che il Milan, oltre ad essere diventato la versione calcistica di Robespierre, sia anche gestita da un oculato operatore che risparmia gli ingaggi onerosi di due esuberi per investire sul mercato in calciatori sicuramente più utili alla causa.

Una discreta scoperta questo risparmio, dato che all’ultimo controllo sulla stampa nazionale Donnarumma era un top mondiale, record per tecnica e precocità, e Calhanoglu era l’indispensabile senza il quale il Milan non poteva ambire al titolo.

Ecco, queste sono dispercezioni. Aberranti dismorfismi della realtà che portano a conclusioni totalmente sbagliate perché mancano di considerare tutti gli elementi nelle loro sfaccettature. Certo, la narrazione della dirigenza hombre vertical potrebbe perdere di potenza se si considerasse che, con lo stesso procuratore, questa ha concluso nel 2017 un contratto per il signor Donnarumma Antonio, dignitoso portiere da ben 1 presenza in serie A (Genoa 2012/13), a causa di quella presenza evidentemente meritevole di ricevere un pluriennale da un milione di euro a stagione per fare il terzo portiere (con addirittura due presenze in serie A e una presenza in Europa League, che non si dica che non si guadagni la pagnotta). Oppure che lo stesso procuratore ha appena strappato un contratto da 7 milioni (4 + 3 di bonus, ad essere sinceri) per un calciatore, spaventosamente forte nella sua carriera sia chiaro, ma che il 3 Ottobre entrerà nel club degli anta come un Ballotta qualsiasi, oppure che lo stesso procuratore (giuro, lo stesso), per anni ha foraggiato il Milan con grandi campioni del calibro di Calabria (ora fuori dall’harem Raioliano), Romagnoli (il capitano così capitano che per rinnovare chiede un aumento da 3.5 milioni a 6 milioni a stagione), Abate (eroe indimenticato dei derby), etc.etc.

Così come l’oculatezza finanziaria del Milan potrebbe perdere di fascino se si facessero i conti dei milioni di plusvalenza persi di botto a causa della perdita a zero per fine contratto di due titolari inamovibili, che inoltre dovranno essere rimpiazzati da altri calciatori che non necessariamente garantiranno lo stesso apporto qualitativo, perdipiù in un momento storico nel quale ogni centesimo vale (vedi sotto) e dove chiunque abbia un titolare in squadra se lo tiene stretto per non rischiare di venderlo a un prezzo inferiore al suo valore.

Anche una cosa vera, quando comunicata solo in parte, può causare un totale fraintendimento del messaggio. Figuriamoci quando la cosa comunicata non è neanche vera.

A volte, invece, fornire informazioni parziali non adatte a ricostruire correttamente la realtà può portare a lanciarsi in previsioni ma che dico quasi profezie, con una sicumera che risulta come se si stessero avverando nel momento stesso di metterle per iscritto; ça va sans dire, questo è lo sport nazionale di chi scrive di Inter. Perché ovviamente, siamo in rotta per cedere i pezzi più importanti come Lautaro e Lukaku (tremando), e perché Hakimi può “considerarsi già a tutti gli effetti un giocatore del Paris”. Ma che poi, visto che si può esagerare, perché risparmiarsi e non dire che sul banco dei partenti ci sono nientepopodimeno che Brozovic ed Eriksen, Lautaro e Bastoni, Hakimi e Lukaku, financo a De Vrij e Barella? Il tutto mentre “la Juventus prepara un triplo colpo”, alla facciaccia nostra e dei nostri debiti.

Non gli par vero ad alcuni di titolare cosi’

Sia chiaro, la situazione finanziaria dell’Inter è precaria e accentuata dalla gestione peculiare del gruppo Suning, colpevole di essere sottoposta a dettami centrali dalla Cina che hanno più a che fare con la geopolitica che con lo sport, a cui difficilmente ci abitueremo mai noi di questa parte del mondo, e che quest’anno fa da pericoloso sostrato agli effetti economici della pandemia da SARS-CoV2. Ma una cosa è l’innegabile problema contingente che stiamo vivendo in questo momento, un’altra cosa è il morboso piacere col quale la stampa ci si è fiondata come un bambino davanti ai dolcetti, con l’unico effetto di provocare preoccupazioni solo a noi, addirittura da far parlare a più di qualcuno di “scudetto rovinato” (ma per favore, un minimo di decenza).

Ma in questo modo, i nostri sensi davvero percepiscono tutto il quadro, davvero la realtà è che l’Inter è da sola a soffrire il supplizio di Tantalo mentre le altre si fanno passare il problema finanziario come se fosse un po’ di polvere da scrollarsi di dosso? Potrebbe forse aiutare ad avere un quadro più completo sapere quel che accade dalla parte scolorita di Torino, dove, solo negli ultimi sei mesi, a fronte di perdite maggiori del 20% i costi continuano ad aumentare, tanto che hanno il quarto monte ingaggi al mondo e non sanno come liberarsene? Oppure che il Milan senza la qualificazione in Champions League dell’ultima giornata rischiava (lei, veramente), di cadere nel baratro finanziario a causa delle perdite accumulate negli anni e ripianate solo dalla tasca di Elliott?

Ovviamente sappiamo che tutto il sistema calcio è in difficoltà e va sicuramente rivisto sotto tanti punti di vista, sia in Italia che in Europa (qui un pezzo tanto illuminante quanto preoccupante) e ribadisco, sappiamo benissimo quali sono i nostri problemi e le loro cause. Ma la dispercezione nasce dal momento in cui sembra che siamo solo noi a soffrirne e, nel caso ne siamo particolarmente colpiti, che siamo solo noi a doverne patire le conseguenze peggiori. Solo noi che, cedendo (sotto lauto pagamento, in ogni caso) uno o due titolari, ci roviniamo irrimediabilmente e non chi si trova a cedere i propri pezzi a zero; solo noi che abbiamo il monte stipendi insostenibile e non chi si trova da anni a pagare 54 milioni lordi un calciatore che non ha spostato di un millimetro le loro prospettive di vittoria (e per fortuna che qualcuno comincia a scrivere che è stato un flop). Sempre e solo noi.

Fidiamoci di noi stessi, di tutte le informazioni percepite dai nostri sensi, prestiamo attenzione nel capire quanto di parziale ci sia in quello che molto spesso ci viene servito per pezzo completo di informazione e andiamo sempre a cercare i pezzi del puzzle che ci mancano, o non ci sono forniti.  

Di sotto, invece, un esempio di cosa non è una dispercezione.

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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