Bauscia Cafè

Voglia di normalità

Nel quadro del desolante spettacolo offerto dal calcio italiano in Europa, arriva finalmente il nostro turno in una partita dal sapore strano, che non sentivamo da tanto tempo.
Wesley Sneijder reteInter-Rubin Kazan è una partita da dentro o fuori che non ha in palio nulla. Non è uno scontro diretto, non assegna un titolo, non è un derby. Inter-Rubin Kazan è la classica ultima spiaggia. L’ultima spiaggia per un’Inter che ha sprecato troppe occasioni in questo girone: schiava delle sue ossessioni e ingabbiata nelle sue paure si ritrova ad essere costretta a vincere nell’ultima partita della serie, contro un avversario ancora indecifrabile.
Costretta a vincere, perché giocare per un pareggio che potrebbe essere letale sarebbe un errore gravissimo. Una squadra indecifrabile, perché nonostante ormai sia chiaro a tutti che il Rubin non è quella cenerentola che molti immaginavano a settembre, ancora non si capisce la vera forza di questa squadra. Non se ne capisce il livello assoluto, da grande squadra che con due scudetti alle spalle ha dimostrato di potersela giocare con tutti. Non ci si capacita di come quel Dominguez spuntato fuori dal nulla possa essere in grado di gettare scompiglio in qualsiasi difesa. Non si individuano i veri punti di forza di questa squadra, non si vede quanto corrono, e quanto bene, né quanto poco banale sia il bagaglio tecnico a loro disposizione.
Alejandro DominguezE allora questa Inter non è solo costretta a vincere, ma anche a farlo giocando a mosca cieca. Senza sapere fino in fondo cosa aspettarsi dagli avversari, senza poter giocare sui loro punti deboli. E questo forse è un bene: significa semplicemente essere costretti a dare il 100%, a imporre la propria forza, a imporre il proprio gioco. Sono tante le cose su cui può contare l’Inter stasera: il rientro di Maicon dopo un’assenza troppo lunga, le chiavi del gioco di nuovo tra i piedi di Sneijder, la ritrovata vena realizzativa di Eto’o, Balotelli che non ha mai sbagliato due partite di fila. C’è addirittura chi vede come fondamentale l’apporto di Muntari e del suo dinamismo.
Più probabilmente la verità è solo che in Champions da quest’Inter non si sa mai cosa aspettarsi. Si è provato da protagonisti, si è provato da sfavoriti, si è provato a giocare sulla tecnica, sulla forza, sull’orgoglio…troppe delusioni nel recente passato per fare proclami, troppo altalenanti i risultati per dare certezze, troppe follie per sapere cosa aspettarsi. Basterebbe in realtà un’Inter normale, cosciente della propria forza, capace di sfruttare il vantaggio a sua disposizione. Basterebbe l’Inter vista decine e decine di volte in Italia, e altrettanto spesso vista evaporare in Europa. Basterebbe una squadra normale e un po’ meno pazza del solito.
Più di tutto basterebbero, mai come questa volta, i tre punti. Non importa come, non importa con chi, non importa quando. Basterebbe andare avanti. Basterebbe vestirsi di normalità e puntare all’unica cosa che conta: la vittoria. Tappandosi occhi e orecchie, continuando a testa bassa il cammino sulla propria strada. Oggi, a febbraio e oltre.
E’ così difficile?

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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