Bauscia Cafè

In Italia ci sono troppi fusignanesi


No, non farò presente che nei tre gironi del Campionato Primavera su 1163 giocatori ci sono 189 stranieri e solo 51 sono i cosìtantigiocatoridicolore. Darebbe la dimensione della stronzata appena ascoltata, sì, ma non è questo il punto.
E no, non farò presente neanche che certe dichiarazioni partono da “oggi vedevo il torneo di Viareggio” in una simpatica -e certamente involontaria, figuriamoci- coincidenza con la vittoria dell’Inter. L’Inter di Appiah e Gnokouri, Yao, Camara, Gyamfi e chissà quanti altri ne dimentico. No, non è neanche questo il punto. Chissenefrega dell’Inter.
Abbiate pazienza, ma in questo post non si parla di calcio. Non si parla di calcio, non si parla dell’Inter e non si parla del Viareggio. Non si parla di niente di tutto questo: questo post è solo uno sfogo, quindi sentitevi pure liberi di saltarlo a piè pari.


Il punto è che io mi sono rotto i coglioni di leggere e sentire certe cose nel 2015, in Italia. Non tanto da Sacchi eh, chiunque egli sia (uno che non si capisce come sia riuscito a perdere tre scudetti e due coppe dei campioni in quattro anni, tanto per dare la giusta dimensione al soggetto): lui sarà solo un povero ignorante come ce ne sono a migliaia nelle curve di tutti gli stadi d’Italia, chissenefrega. Ma tutto il cianciare che c’è intorno? Ma voialtri vi sentite quando parlate, vi leggete?
Tu giornalista, che hai davanti un tizio che esordisce con “io non sono razzista però” e sei ancora lì a piazziargli in faccia un microfono anziché andartene dopo avergli riso in faccia. Però cosa, Arrigo? Però cosa?
Io non sono razzista, ho avuto anche Rijkaard“.
HO AVUTO ANCHE RIJKAARD.


Vedere così tanti giocatori di colore è un’offesa per il calcio italiano“. Forse il gol di Balotelli alla Germania in Polonia ha mandato in crisi il Patto d’Acciaio?
Non so il resto del calcio italiano ma io questa sera qui, tanto per dirne una, mi sono sentito molto poco offeso.

Voi tre, quattro giornalisti che vi sentite dire “siamo proprio un popolo, non dico quello che penso, ma che non ha dignità oltre a non avere orgoglio per il proprio Paese“, ma perché state zitti? Perché non gli chiedete cos’è “quello che pensa“, perché non gli chiedete perché non lo dice?
A me ora è rimasto il dubbio, porca miseria: cosa pensava? Dopo “vedere così tanti giocatori di colore è un’offesa per il calcio italiano” e “siamo un popolo che non ha dignità oltre a non avere orgoglio per il proprio Paese” cos’altro pensava? Cosa stava per partorire? Non so: qualcosa da ridire anche sulla religione dei ragazzi, un inno beneaugurante alla vittoria…cos’altro pensava? Cos’è che non ha detto oltre a tutto questo, cosa?
Io mi sono rotto i coglioni di tutto questo. Mi sono rotto i coglioni di voi che lo giustificate anche, di voi che “Sacchi voleva dire che”, di “il concetto in realtà è giusto”, di “bisogna interpretare”, di “ha usato parole sbagliate”.
No, geni della parafrasi: il discorso di Sacchi è chiarissimo e lineare e non c’è niente da spiegare. “Vedere così tanti giocatori di colore è un’offesa al calcio italiano, siamo un popolo senza dignità e senza orgoglio“. Questo è. Non parla di scuole calcistiche, non parla di Nazionale, non parla di preparazione fisica, non parla di prime squadre, non parla di tecnica, non parla di niente di tutto questo. E se parlasse di questo, per inciso, avrebbe torto ugualmente visto che nel Campionato Primavera ci sono solo i 189 stranieri di cui scrivevo all’inizio del post.
Di più, Sacchi non parla neanche di calcio: “siamo un popolo senza dignità e senza orgoglio per il proprio Paese“.
Quindi no, non c’è niente da interpretare, niente da chiarire, niente da giustificare. Nessuno specchio su cui arrampicarsi, nessuna opinione su cui discutere. Ci sono una dignità umana e una civiltà, ci sono secoli di storia, di cultura e di evoluzione che non lasciano spazio a nessun ma e a nessun però.
Ci sono ragazzi di 17 anni che giocano a calcio sapendo che il più bravo verrà fuori. Che sia nato a Dakar oppure a Cologno. Ci sono ragazzi di 17 anni che sentono le parole di questo pseudo-guru del calcio italiano e si chiedono, nella migliore delle ipotesi, dove sono capitati e perché diavolo devono stare qui a perdere tempo.
C’è una unica interpretazione che è inequivocabile, in Italia come all’estero.


C’è un unico grande, enorme problema nel calcio italiano.


Ed essere dalla parte giusta non aiuta affatto a fare pace con la propria coscienza, anzi non fa altro che far aumentare la rabbia, lo sdegno, il disprezzo.
Dalla parte giusta, sì.
Perché noi siamo l’INTERNAZIONALE
perché noi siamo FRATELLI DEL MONDO
perché noi lo urliamo dal primo giorno della nostra storia e non ci stancheremo mai di farlo
perché noi GODIAMO nel vedere in campo tutti gli stranieri del mondo con la nostra maglia, e non desideriamo nient’altro.
Perché così ogni vittoria avrà più valore, ogni trionfo sarà dieci volte più bello alzato in faccia a gente come voi.

Juventus Unesco
Senza distinzione di maglia

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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