Bauscia Cafè

Le sbornie

Con quella di ieri sera, sono quattro (quattro!) le nottate post partita in cui per ogni interista è stato impossibile, o quasi, prendere sonno. La quarta volta in questa stagione che viviamo una serata di gioia pura, immensa, prepotente; che finita la partita abbiamo voglia di rivederla, di vedere tutte le sintesi, in arabo, in russo, in cinese, di vedere e rivedere ogni filmato che riguardi la gara; che chi è allo stadio vorrebbe essere seppellito lì, dopo novanta minuti in cui ha visto realizzarsi i propri sogni. Sono quattro, ed è un dato straordinario: non avevamo mai gioito così tanto in una stagione.
La prima l’abbiamo vissuta quando era ancora agosto, dopo quello che credevamo essere il derby perfetto. Credevamo, appunto, perché quattro mesi dopo questa squadra pazzesca ha rivoluzionato il nostro concetto di derby perfetto, regalandoci la seconda nottata di sbornie post-partita. A Stamford abbiamo fatto saltare il tappo cementatosi ormai da quattro anni intorno alla maledizione degli ottavi, facendo finalmente vedere all’Italia gufatrice e, soprattutto, all’Europa, che squadra pazzesca che è la nostra. Sinceramente, non credevo che, almeno per quest’anno, avremmo vissuto un’altra gioia simile. Perché è vero, nessuno è imbattibile, ma pensavo che col Barça potessimo svangarla solo con un culo immenso e con le barricate.
E invece. E invece li abbiamo battuti con una prestazione sublime, l’inno ai concetti di squadra, di equilibrio, di corsa, di sacrificio, di cuore. Li abbiamo battuti con la “partita perfetta” che tutti noi sognavamo, quella che, finora, avevamo visto fare solo agli altri. E ok, ancora la qualificazione non è decisa ed è possibile che la finale, alla fine, la giochino loro, ma l’impresa resta. E va ad aggiungersi a quelle precedenti, in un’escalation che, a questo punto, non sappiamo nemmeno noi a cosa possa portare (sì, dai, lo sappiamo, ma meglio..insomma, ci siamo capiti).
Dopo la prima delle quattro sbornie, tutti noi pensavamo di aver toccato l’apice dello sportivo godimento. E così dopo la seconda, e dopo la terza. Ogni volta, il nostro concetto di “apice” è stato rivoluzionato (così come quello di “derby perfetto”). Tutto questo, tutte queste gioie condensate in pochi mesi, l’eccezionale qualità della nostra squadra, vorranno pur dire qualcosa.
Per me, significano che questa squadra non può terminare la stagione senza vittorie. Perché dopo un’annata del genere, così intrisa di gioie, di soddisfazioni inedite e, forse, irripetibili, non si può non raccogliere niente. Ora, toccatevi pure tutto quello che volete, ma la realtà è questa. Siamo riusciti a battere (e nettamente, anche) le due squadre più forti d’Europa, abbiamo schiantato il Milan in due derby memorabili, abbiamo dimostrato di essere un vero top club.
Manca una settimana alla partita che potrebbe garantirci un posto in finale, un traguardo che a inizio stagione nemmeno il più ottimista e sconsiderato avrebbe immaginato, credo. E siamo a quota quattro apoteosi, una più bella e intensa dell’altra. Che dite, a cinque (o, meglio ancora, a sei) possiamo arrivarci?

E' tua, più di chiunque altro
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