Bauscia Cafè

Finalmente tu

Che pacchia il giornalismo sportivo.
Giorni passati a gufare la trasferta friulana, campo difficile, una storia recente da cancellare, con quel 2-5 casalingo che chiuse la traumatica esperienza di Stramaccioni, Muriel/Di Natale pericolo costante, Guidolin interista che sa come affrontare la squadra che tifa e via discorrendo, in un tripudio di miccette e di mani che diventavano rossastre per lo sfregamento da sconfitta imminente. Mentre noialtri tifosi interisti sfregavamo ben altro.
E invece? E invece sook…pardon, e invece gli interisti, una volta tanto, hanno potuto godere appieno di una partita fatta di una serenità quasi assoluta, senza alcun patema d’animo, senza decisioni arbitrali grottesche, goffaggini difensive o clamorose occasioni sprecate: un match dominato per 90 minuti, padroni del campo in lungo e in largo, con quel piglio deciso e costantemente propositivo di chi non si accontenta e non stacca mai la spina.
Tutto quello che era mancato nei troppi pareggi precedenti, insomma.
Un’autorevolezza figlia di una lettura tattica finalmente ineccepibile da parte di Mazzarri, bravo soprattutto nell’imporre a Guarin una posizione da trequartista capace di delimitarne la zona d’azione, impedendo così al colombiano di perdersi in compiti tattici a lui poco consoni e consentendogli di avere sempre scelte “facili” da fare senza il rischio di cadere in quella trance agonistica nociva che troppo spesso ci fa giocare in 10 uomini.

Danza Kuduro.
Danza Kuduro.
Il resto l’han fatto un po’ tutti, dall’ottima giornata della difesa (l’unica sbavatura è di Samuel, che nell’occasione si infortuna, vera nota stonata del pomeriggio), alla dinamicità degli esterni, passando per un Cambiasso ancora una volta tirato a lucido e decisivo anche in fase di recupero, un Taider concentrato e preciso ed un Alvarez sempre più showman applauditissimo, tra concretezza, giocate di alta scuola e un gol a concludere un contropiede da manuale.
Contropiede gestito da quel Genio del Calcio che risponde al nome di Rodrigo Palacio e che, fortunatamente, abbiamo avuto modo di acquistare nonostante il parere contrario degli Esperti® cui accennavo all’inizio, quelli del “rende solo nelle provinciali”. Stocazzo.
Se quella vista ad Udine sia o meno la quadratura del cerchio non è dato saperlo. Più che una pessima Udinese io ho visto la migliore Inter stagionale, efficacissima, motivata e finalmente compatta fino al fischio finale: le incognite restano le solite e passano per il futuro modulo a 2 punte, verosimilmente utilizzabile contro squadre più chiuse della frivola ed ingenua squadra di Guidolin. E poi c’è il caso Kovacic: vista l’ultima formazione, dubito vedremo mai un Alvarez-Kovacic-Guarin, anche perché Cambiasso sta garantendo risposte sorprendenti e Taider sembra poter essere altrettanto utile. Il fatto che Mateo rivesta un ruolo in costante evoluzione e che questa progressione richieda la massima attenzione affinché non vada a scapito della sua crescita personale E degli equilibri di squadra crea una sorta di surplace difficile da risolvere in tempi brevi. Il suo inserimento sarebbe un salto di qualità ulteriore, ma richiederebbe probabilmente giocatori in rosa che al momento non abbiamo.
Godiamoci questa bella vittoria in un campo nefasto, alla faccia di quelli che “l’Udinese è un osso durissimo”>”mamma mia quanto si è indebolita questa Udinese!”, che poi sono i soliti che sbeffeggiavano il Sassuolo come squadra-materasso. Lo stesso materasso che, 3 giorni dopo, pareggerà col Napoli e che domenica ha rifilato 4 pappine alla derelitta Sampdoria. Tutto sommato se anche la stampa ci aiuterà a mantenere un basso profilo potrebbe persino essere una buona notizia.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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