Bauscia Cafè

Supercoppa (non) sudamericana

Siamo arrivati ormai nella settimana del fatidico derby di Supercoppa, le squadre sono a Pechino, la preparazione è agli sgoccioli e tutto è pronto per scendere in campo nel primo match ufficiale della stagione. A tenere banco, però, è ancora un argomento di cui si parla praticamente dal primo giorno di ritiro dell’Inter: la scelta di Gasperini di non convocare i sudamericani per questa partita.
Ne abbiamo lette di tutti i colori su questo punto, da “Gasperini non vuole portare i sudamericani in Cina, mentre la Società li vuole” fino a “Gasperini è sceso a patti con i giocatori che gli hanno fatto capire che aria tira”. Il tutto passando attraverso le posizioni più varie, che ci spiegavano prima come la Società avrebbe rispedito al mittente la volontà di Gasperini di non convocarli perchè “Gasperini non conta niente” e poi, una volta preso atto della non-convocazione (quindi Gasperini qualcosa conta?) ci hanno chiarito che sì, Gasperini l’ha avuta vinta ma si è messo contro sia la Società che i senatori dello spogliatoio. Così, giusto perchè ci deve sempre necessariamente essere qualcosa che non va. E non è finita: in questo breve periodo abbiamo letto anche che i senatori avrebbero litigato con Gasperini che avrebbe di fatto già perso lo spogliatoio (a metà luglio! Ce lo spiega la Gazzetta dello Sport, chi altro?) o forse no, in realtà è Gasperini che ha già messo le cose in chiaro per far vedere che lui non subisce il carisma dei campioni o no, meglio ancora, i senatori non gliele hanno mandate a dire e Gasperini è stato costretto a scendere a patti con loro, garantendogli che li avrebbe convocati in caso di infortuni (e già, perchè c’era bisogno della garanzia: altrimenti in caso di infortuni avrebbe potuto convocare il cane Lillo). Finita? No, affatto: l’ultima pantomima giornalaia ha preso vita a seguito dell’infortunio di Nagatomo: Gasperini ha deciso che sarà sostituito da Maicon, anzi no, sarà sostituito da Zanetti perchè così hanno deciso gli argentini (che Gasperini non conta niente l’abbiamo già detto?), anzi no, doveva essere sostituito da Maicon ma il brasiliano si è rifiutato perchè non vuole interrompere le vacanze (che Gasperini ha già perso lo spogliatoio lo sapevate?). In tutto questo delirio di voci evidentemente false e illazioni a senso unico, nessuno che si sia preoccupato non dico di spezzare una lancia a favore dell’Inter, ma quantomeno di dire la cosa più ovvia.
E cioè che la scelta di Gasperini è estremamente intelligente, saggia e sacrosanta. Basta farsi una semplice domanda: chi sono i sudamericani rimasti fuori dall’elenco di convocati per la Supercoppa? Maicon, Lucio, Cambiasso, Milito. Quattro giocatori con una caratteristica in comune: avere, con varie sfumature, disputato lo scorso anno una stagione decisamente sottotono. L’unico che è comunque riuscito a dare il suo contributo tra  i quattro è stato Lucio, mentre Cambiasso ha giocato nettamente al di sotto dei suoi standard e su Maicon e Milito meglio stendere un velo pietoso. Per tutta la stagione scorsa siamo andati avanti dicendoci che lo stato di forma penoso di alcuni giocatori (tra loro anche Sneijder, per esempio) era dovuto alla mancanza di riposo, al fatto che venivano da una stagione in cui erano stati prosciugati di tutte le energie e, a causa del Mondiale Sudafricano, non avevano avuto il tempo necessario per recuperare. E oggi cosa ci stiamo raccontando? Che eliminati dalla Coppa America, questi quattro sarebbero dovuti tornare in Italia, fare altri venti giorni di allenamenti e amichevoli in giro per l’Europa e volare a Pechino a giocare una Supercoppa Italiana collocata per di più in una data folle, a un mese dall’inizio del campionato. Per ottenere cosa? Un’altra stagione di infortuni, di scarsa voglia, di rendimento indecente? No, grazie.
Paradossalmente sarebbe stato tutto più facile se Argentina e Brasile fossero riuscite ad arrivare in fondo al torneo sudamericano: giocando la finale il 24 luglio sarebbe stato anche ipotizzabile “allungare” la stagione di una settimana e portarli a Pechino prima di concedergli un inevitabile riposo che comunque li avrebbe portati -considerando anche la preparazione successiva- a saltare un paio di partite di campionato. Ma così, eliminati in Sud America il 16 luglio, ci sarebbero stati fra una partita e l’altra 20 giorni di…cosa? Di preparazione? Di richiami? Di allenamenti normali e amichevoli spaccagambe contro Galatasaray e Celtic? Una follia.
No: con questa Coppa America l’unica cosa da fare, l’unica decisione sensata da prendere, era lasciare a casa brasiliani e argentini. Incassare -com’è ovvio e giusto che sia, e ci mancherebbe che non fossero arrivate- le loro disponibilità a giocare e persino le loro “pressioni” per farlo ma rispondere con un no fermo e cortese, perchè qui non è in dubbio -e non lo è mai stata- la voglia di giocare e la disponibilità a sacrificarsi per la maglia di gente come Cambiasso e Zanetti: qui è in gioco l’intera stagione dell’Inter, una stagione in cui questi giocatori saranno nuovamente e giustamente i pilastri della squadra, e di conseguenza devono essere messi nelle condizioni migliori per poter dare tutto. Ovvia la convocazione di Julio Cesar e giusta quella di Zanetti, che può farsi trovare pronto più facilmente di Maicon e ha sempre dimostrato -parla la storia- di essere in grado più degli altri di sostenere stagioni lunghissime. Ma gli altri, a casa a riposare. Perchè questo è il bene dell’Inter.
Invece no, invece ci tocca leggere di Gasperini che non conta niente, di spogliatoi dilaniati dalle polemiche, di gang argentine che decidono la lista dei convocati e di giocatori che rifiutano di presentarsi in ritiro. Ma perchè? Domanda retorica, in realtà, ma quello che conta è il risultato.
Quello che conta è che la decisione presa sia stata la migliore possibile per preservare Maicon, Lucio, Cambiasso e Milito.
Per averli al meglio della loro forma durante la stagione.
E per vedere di nuovo in maglia nerazzurra i campioni che ci hanno portato sul tetto del mondo.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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