Bauscia Cafè

I piedi in Germania, la testa ad Abu Dhabi, il cuore chissà dove

Castellazzi, Santon, Cordoba, Materazzi, Zanetti, Motta, Cambiasso, Muntari, Biabiany, Eto’o, Pandev.
Questa la formazione che probabilmente scenderà in campo nell’ultima partita del girone di Champions League stasera a Brema (temperatura prevista: -11) (no, non ho battuto due volte sull’1 per sbaglio). Situazione di classifica: Tottenham e Inter prime a pari punti, col Tottenham in vantaggio per la differenza reti negli scontri diretti grazie agli sciagurati ultimi tre minuti giocati a San Siro. L’obiettivo del primo posto nel girone non passa evidentemente solo dai nostri piedi, ma una cosa fondamentale da fare ci sarebbe: battere il Werder.
Ci sarebbe, appunto: uso il condizionale perchè questa sarebbe la cosa minima da fare nell’ipotesi in cui l’obiettivo fosse vincere il girone di Champions. Ma l’obiettivo, evidentemente, non è quello. Non è giocarsi una grossa fetta di accesso ai quarti nella prossima primavera (provate a guardare l’elenco delle squadre che vinceranno il proprio girone, ma solo se non siete deboli di cuore), non è andare avanti il più possibile in Champions, non è neanche cercare di giocarsi il campionato: l’obiettivo è Abu Dhabi. Se non fossero bastate le incredibili parole di Moratti di sabato (“mi aspettavo di perdere a Roma, eravamo con la testa al Mondiale”), le convocazioni per la partita di stasera non lasciano dubbi: fuori Julio Cesar (recuperato?), fuori Maicon (recuperato?), fuori Chivu (recuperato?), fuori Milito (recuperato?), fuori Lucio leggermente influenzato, fuori Sneijder per lasciarlo riposare. Ci giochiamo un primo posto che potrebbe essere fondamentale in Champions e lasciamo a casa giocatori recuperati, non facciamo giocare quelli a cui basterebbe una tachipirina, addirittura non convochiamo giocatori fondamentali per scelta tecnica. C’è Eto’o solo in virtù del triplete di squalifica collezionato in campionato. Poi Gallinetta, Biraghi, Natalino, Mariga, Nwankwo, Crisetig e Dell’Agnello. Punto.
Giusto o sbagliato? A questo punto evidentemente giusto. La squadra è con l’acqua alla gola e il Mondiale per Club è visto come l’unica ancora di salvezza alla quale aggrapparsi per scollinare il 2010, cercando di iniziare l’anno nuovo facendo le cose per bene: la preparazione, il mercato, lo spogliatoio e via dicendo. In quest’ottica, anzi, anche l’impiego di Motta, Cambiasso ed Eto’o è un rischio non da poco. Perchè si giocherà in condizioni improponibili, perchè con Abu Dhabi c’è uno sbalzo di temperatura di 40 gradi, perchè la testa di tutti è già lì, perchè è fra una settimana che si gioca l’obiettivo più importante della stagione. A questo punto.
Il problema è come ci si è arrivati, a questo punto. Il problema è che non sono stati i giocatori a mettere da parte cinque mesi di stagione avendo come unico obiettivo il Mondiale per Club: l’indicazione chiara, netta, è arrivata dall’alto. E’ stato Moratti, poi tutta la Società, poi l’allenatore. Siamo partiti dal “dover completare il triplete”, passati attraverso “il Mondiale è un obiettivo molto importante” e “la preparazione è incentrata sul Mondiale di dicembre” per finire con “mi aspettavo di perdere a Roma, eravamo con la testa al Mondiale”. E stasera dove sarà la testa? Perchè se si dovrà mettere in scena uno spettacolo indegno come quello offerto all’Olimpico venerdì scorso allora è inutile andarci, a Brema. Mandiamoci la primavera, diamo spazio a Natalino, Crisetig e Dell’Agnello, evitiamo anche di rischiare quei 3-4 titolari che, bontà vostra, vi degnate di far scendere in campo in un turno di Champions League.
Noi non siamo questa roba qui, Massimo. Mettitelo in testa e spiegalo per bene anche a Rafa. “La Coppa Italia era solo un fastidio” è una frase che abbiamo sempre lasciato ben volentieri alla parte puzzolente di Milano, a quella tutta chiacchiere, toppe e obiettivi che si spostano a seconda della convenienza.
Noi sette mesi fa abbiamo vinto TUTTO. E non perchè eravamo i più forti, perchè davamo dieci giri di pista a tutti gli altri, perchè avevamo in campo il top 11 mondiale con in testa Xavi, Iniesta e Messi. Proprio no. Abbiamo vinto TUTTO giocando alla morte ogni partita, senza snobbare niente e nessuno e senza abbassarci a fare calcoli di nessun tipo.
Mercoledì 16 dicembre 2009 abbiamo giocato gli ottavi di finale di Coppa Italia a San Siro contro il Livorno, con una temperatura polare e più gente nel rettangolo di gioco che sugli spalti. Partita decisa da Sneijder su punizione, con in campo Maicon, Lucio, Chivu, Thiago Motta, Stankovic e Milito. Te la ricordi quella partita, Massimo? Dove sarebbe stato il nostro magnifico Triplete senza quella partita? Dove sarebbe stato se avessimo “risparmiato Sneijder a causa delle troppe partite”?
E noi oggi, dodici mesi dopo, andiamo a giocare la Champions League con la formazione riportata alla prima riga di questo post? Con la testa altrove?
Sicuri di ritrovarla ad aspettarci ad Abu Dhabi, la testa? Sicuri che non se ne vada prima o che, che so, non risulti sconvolta da una eventuale figuraccia rimediata stasera? Sicuri che la nostra testa si degnerà di scendere in campo contro avversari coreani di cui non conosciamo neanche il nome, dopo che qualcuno le ha dato due turni di riposo all’Olimpico di Roma e in Champions League?
E il cuore, dove sarà stasera? E dove sarà mentre noi giocheremo ad Abu Dhabi?
Perchè potremo metterci anche gambe e testa, ma senza cuore, senza determinazione, senza cattiveria non andremo da nessuna parte, nè stasera nè in futuro. E chi ha fatto a pezzi il Barcellona dei miracoli al Camp Nou non dovrebbe dimenticarlo mai.
Svegliati Massimo. Poi sveglia tutti gli altri.
E smentitemi, se ne siete capaci.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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