Bauscia Cafè

Oggi sarebbero stati 30

Il tempo passa e nonostante quel 20 Aprile 1980 sia così lontano, ricordo ancora benissimo quel giorno. Allora la nostra Inter lottava per lo scudetto, tu per sopravvivere, ma io non lo sapevo. Avevo poco più di 5 anni e babbo e mamma non volevano turbarmi. Mi tennero quindi all’oscuro di quello che sarebbe potuto essere a breve il tuo terribile destino. Pochi giorni dopo, la nostra Inter vinse la sua battaglia, portando a casa il dodicesimo titolo. Quel tricolore non lo festeggiammo e io non riuscivo a capire il perché. Papà stranamente non era felice per quella vittoria e tutti i giorni mi portava con se in ospedale, a trovare te e la mamma. Ti vedevo da dietro quel vetro della sala incubatrici, piccolissima e inerme, ma già allora determinatissima a non mollare di un centimetro per vincere la tua battaglia. E così fu. Dopo quasi due mesi anche tu conquistasti il tuo scudetto. Ti portammo a casa e finalmente potemmo festeggiare quella doppia gioia. Sulla tua culla appesi la mia piccola bandiera dell’Inter, in modo da farti capire quale fosse la strada giusta da intraprendere. E così fu.
Nonostante le vittorie tardassero ad arrivare, coltivammo insieme la nostra passione a tinte nerazzurre, che col passare del tempo crebbe a dismisura. Trascorsero ben nove anni e finalmente fu di nuovo tricolore. Stavolta però i festeggiamenti ci furono. In macchina in giro per la città, con papà al volante e noi a sventolare dai finestrini i nostri vessilli nerazzurri. Una giornata bellissima, che mai scorderò. Poi alti e bassi della squadra, con alcune vittorie e qualche cocente delusione. Io, per motivi lavorativi, ero lontano da casa e non potevamo condividere più di tanto quelle gioie e quei dolori. Ci sentivamo al telefono e, tra le tante cose di cui parlavamo, ricordo ancora benissimo i tuoi “Pagliuca è il miglior portiere del mondo”, “Lippi è venuto dalla J**e solo per rovinarci”, “Per il compleanno regalami la maglia di Ronaldo”, “Con quattro Zanetti vinceremmo lo scudetto a mani basse”, “Mi faccio le treccine nerazzurre come Taribo West!”, “Quel gobbaccio di Davids non lo voglio!”, “Mancini è l’allenatore giusto, voglio lui il prossimo anno”.
Oggi sarebbero stati 30 e sicuramente ti avrei regalato un biglietto per assistere alla partitissima di stasera. Lo stesso regalo che, dopo essere rientrato a vivere a casa dopo ben 8 anni, mi facesti trovare  sul cuscino del mio letto: 2 biglietti per il Meazza, uno per me e uno per te. Fu la nostra prima volta in quello stadio.Ricordo ancora la frenesia con la quale salimmo la scalinata che portava al secondo anello rosso e come, una volta giunti in cima, rimanemmo a bocca aperta nel vedere quella meraviglia. Non dimenticherò mai la tua espressione felice, gli occhi sognanti e quelle parole: “Si vede meglio che in tv! Ci verremo spesso!”. Ma purtroppo così non fu. Quel maledetto incidente, all’indomani di un derby perso in maniera rocambolesca per 3-2, te lo ha impedito. Anche quella volta non ti sei arresa e, come sempre avevi fatto, hai lottato fino all’ultimo. Quindici giorni di sofferenza, a combattere stavolta contro un avversario troppo forte. E purtroppo quella volta ha vinto lui.
Anche stasera, 20 aprile 2010, l’avversario contro il quale scenderanno in campo i ragazzi è di quelli fortissimi, sulla carta quasi impossibile da battere. Indipendentemente da quello che sarà il risultato finale, pretendo di vederli lottare fino all’ultimo, perché non si può e non si deve mollare senza prima averle provate tutte.
Oggi sarebbero stati 30. Tanti auguri sorellina.

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