Inter 45, Milan 37, Roma 32. Più 8 sul Milan, più 13 sulla Roma: questa era la classifica all’inizio del girone di andata. Oggi, 5 partite dopo, la stessa classifica dice Inter 54, Roma 47, Milan 45: più 7 sulla Roma, più 9 sul Milan (che ha ancora una partita in meno). In 5 partite abbiamo perso 6 punti dalla Roma e, nonostante la vittoria nel derby, ne abbiamo guadagnato uno solo sul Milan. In 5 partite il vantaggio sulla seconda è passato da 8 a 7 punti.
Nessuna tragedia, nessun grido di dolore, nessuna disperazione: ma un campanello d’allarme sì. Giusto due giorni fa mettevamo in evidenza la brutta serie di risultati ottenuti in trasferta: com’è ovvio, quei risultati hanno lasciato un segno sulla classifica. Il pareggio di Bari, il pareggio di Parma, il pareggio di Napoli, seppure non disprezzabili singolarmente, non sono figli di un trend accettabile. Lo sarebbero se alle spalle ci fosse ancora un Milan capace di fare addirittura peggio (8 punti in 5 partite), non lo sono dal momento in cui dietro di noi c’è una Roma reduce da 6 vittorie consecutive: 18 punti contro i nostri 12. 9 punti in 5 partite, banalmente, non sono un ritmo da scudetto.
Poi naturalmente la classifica si fa su 38 partite e non su 5, e quella classifica -non a caso riportata all’inizio- dice che davanti a tutti c’è l’Inter e le altre devono inseguire. Ma il campanello d’allarme va ascoltato e bisogna invertire in fretta la tendenza. Ricominciare a vincere in trasferta ma, intanto, ricominciare a vincere tout court: i 3 punti con la Sampdoria, in questo quadro, diventano un imperativo imprescindibile. Non ci saranno Balotelli e Santon, la sfida col Chelsea incombe? Nessuna scusa. La testa e le gambe devono essere pronte per affrontare i genovesi. Non conta ciò che viene dopo, non vale farci condizionare da un’altra competizione e da un altro avversario che nulla c’entrano con la rincorsa alla storia, al Quinto scudetto consecutivo. Domani c’è la Sampdoria, domani servono i tre punti. Al Chelsea penseremo dalle 22.45.