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Giudichiamo noi: Chievo-Inter

Pochi gli episodi dubbi nel primo “anticipo domenicale” della storia della Serie A, ma qualche parola da spendere sull’operato di Pierpaoli c’è. Qui trovate il regolamento del gioco del calcio corredato dalle decisioni ufficiali FIGC e dalla guida pratica AIA, per tutti i riferimenti.

Nicola Pierpaoli, della sezione di Firenze
Nicola Pierpaoli, della sezione di Firenze
Al minuto 12 del primo tempo passaggio in profondità per Pellissier che cerca la penetrazione nell’area nerazzurra: contrastato da Cordoba, finisce a terra e perde palla dando il via al contropiede che porterà al gol dell’1-0. I clivensi protestano a gran voce, e a velocità normale la sensazione che Cordoba possa aver fatto fallo è netta. Al replay, invece, si vede come Pellissier segua il cosiddetto “schema-Ambrosini”: palla da una parte e corpo dall’altra, a cercare il difensore disinteressandosi dello svolgimento dell’azione. Non solo: la caduta inizia ben prima del contatto con Cordoba, quando l’attaccante -volontariamente o meno- punta il piede destro a terra, perdendo l’equilibrio e andando poi a inciampare sul difensore. Non solo l’intervento di Cordoba non rientra in nessuna delle dieci infrazioni di cui alla Regola 12, ma nella sua condotta non si riscontrano neanche caratteristiche di negligenza, imprudenza (il difensore interviene nettamente e in maniera pulita sul pallone, senza intralciare la corsa dell’attaccante prima che questi gli vada addosso) o vigoria sproporzionata. Giusto non dare il rigore.
In pieno recupero, invece, su un cross dalla tre quarti il pallone finisce nell’area dell’Inter dove c’è un duello di testa fra Yepes e Quaresma: il numero 7 nerazzurro nel tentativo di contrastare il difensore colombiano alza il braccio e finisce con il toccare il pallone con la mano. Rigore netto. La volontarietà del gesto, fondamentale per concedere il fallo, è presunta dal fatto che il pallone arriva da lontano e non è dunque un “pallone inaspettato” (Regola 12, pagina 124) e inoltre, pur non riscontrandosi un evidente “movimento della mano in direzione del pallone“, nel punto 4 della Guida Pratica AIA alla Regola 12 si chiarisce che per stabilire la volontarietà del gesto bisogna “valutare se il contatto tra il pallone e la mano o il braccio è voluto dal calciatore o se questi allarga, alza, muove o, comunque, tiene le mani o le braccia con l’intenzione di costituire maggior ostacolo alla traiettoria del pallone“. Molto probabilmente il contatto non è voluto da Quaresma, ma sicuramente la posizione del braccio non trova altra giustificazione se non nell’intenzione di porre qualche ostacolo alla traiettoria del pallone. Nessun dubbio nel dire che Pierpaoli ha sbagliato a non fischiare.
Questi gli episodi “da moviola”. Certe partite e certi arbitraggi, però, non possono ridursi a uno-due episodi clamorosi -magari anche bene interpretati- solo perchè il direttore di gara è stato fortunato a trovare una partita “facile”, nè tantomeno si può tacere sull’operato dell’arbitro solo perchè questi è stato “aiutato” dal risultato finale. E’ anche nella gestione generale del gioco che va giudicato il direttore di gara, ed è proprio sulla base della gestione del match che possiamo definire imbarazzante la partita di Pierpaoli. Si capisce sin dall’inizio che la linea adottata è quella di un arbitraggio tutt’altro che inglese: gioco spezzettato, fischi ad ogni intervento, applicazione rigorosa del regolamento. Linea leggermente diversa dalle indicazioni di massima dell’AIA e dell’UEFA, ma non per forza errata: viste anche le condizioni del campo (che aumentano facilmente scompostezza e rischiosità degli interventi) ci può stare la scelta di tenere sotto controllo un match che rischierebbe altrimenti di diventare pericoloso. E in quest’ottica vanno letti i gialli a Chivu e Vieira. Poi il giallo a Balotelli per aver allontanato il pallone. Tutto giustissimo a termini di regolamento.
Il problema è che una linea adottata all’inizio del match non va solo applicata fino alla fine, ma deve anche essere valida per entrambe le squadre. E non si capisce, francamente, come Pierpaoli riesca a tenere sistematicamente il cartellino in tasca quando i falli li fanno i clivensi. Non si tratta di non fischiare punizioni, di sorvolare, di fare finta di niente, no…molto peggio: si tratta di vedere il fallo, fischiarlo e non estrarre il cartellino. Il primo giallo per il Chievo, a Sardo, arriva al minuto 15 del secondo tempo quando quelli dell’Inter sono già tre, quando il conteggio dei falli indica Chievo 24 e Inter 13 e, soprattutto, quando i nerazzurri iniziano a innervosirsi e a reclamare maggiore severità da parte di Pierpaoli: pessimo segnale lanciato dall’arbitro, che finisce per dare l’impressione di ammonire “a comando” senza comunque poter riequilibrare una visione distorta dei contrasti che ha ormai elaborato nei 60 minuti precedenti.
Sono due le notazioni clamorose da fare in tal senso. La prima: immediatamente dopo l’ammonizione di Balotelli c’è un lancio in profondità per Pellissier, fermato in posizione di fuorigioco. L’attaccante va lo stesso al tiro, la palla rimbalza sui piedi di Julio Cesar e si allontana dal punto di battuta della punizione. Un minuto prima Balotelli era stato ammonito per una azione identica, un minuto dopo Pellissier la fa franca. La seconda: a partita appena iniziata viene ammonito Chivu per il più classico dei “falli tattici” ovvero, a lettera di regolamento, un “accorgimento messo in atto per annullare o ritardare l’azione offensiva avversaria attraverso un contrasto irregolare” (punto 26 della Guida Pratica AIA alla Regola 12). Interpretazione corretta e giallo giusto. Peccato che, allo stesso punto del regolamento, il fallo tattico venga definito, in alternativa al precedente, anche come “quello posto in essere da calciatori di una squadra nei confronti del “regista” avversario (fonte del gioco) per impedirgli sistematicamente la giocata, soprattutto (ma non solo, ndr) nei repentini capovolgimenti di fronte“. E non si spiegano quindi i mancati gialli a tutta la difesa del Chievo per i falli sistematici su Balotelli, che ne subisce 3 di fila solo nei primi 10 minuti del secondo tempo. Non abbiamo le statistiche a disposizione, ma non ci stupiremmo nel vedere una doppia cifra alla voce “falli subiti” di Mario.
Ed è quindi non già per questi episodi quanto, come detto, per la conduzione generale della gara (che porta per esempio Sardo, autore di quattro interventi fallosi culminati in una ginocchiata in testa a Pandev, a terminare regolarmente la partita) che possiamo dire, senza bisogno di attaccarci al clamoroso e “giornalistico” episodio di Quaresma, che Pierpaoli ha offerto una delle peggiori prove viste finora in questa stagione con l’Inter.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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