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Bentornato a casa, Goran

Pandev MacedoniaГоран Пандев nasce a Strumica il 27 luglio 1983. Fantasia, grande tecnica, buon dribbling e tanta velocità sono doti ideali per una mezza punta, 75 chili distribuiti su 184 centimetri sono caratteristiche fisiche perfette per una prima punta che faccia da riferimento in attacco: questo felice mix lo rende un giocatore tatticamente perfetto e un elemento più unico che raro nel panorama calcistico internazionale. Prima o seconda punta, trequartista o esterno, a destra o a sinistra: il macedone si cala perfettamente in qualsiasi quadro tattico, e questo è sicuramente uno dei motivi che ha fatto ricadere sul suo nome le scelte di Mourinho e della società.
Il talento cristallino è evidente fin da giovanissimo: a soli 16 anni si ritrova titolare nella squadra della sua città per una esperienza che, però, durerà pochissimo: l’occhio lungo degli osservatori dell’Inter finisce sul giovane macedone, e l’approdo a Milano è inevitabile. E’ il 2001 e il ragazzino di Strumica si allontana per la prima volta da casa per fare il suo ingresso nel calcio che conta. Una stagione brillante con la primavera dell’Inter rende chiaro a tutti che non è quello il suo posto, ma la prima squadra in quegli anni non era certo il modo migliore per far crescere un giovane e in campo ci andavano mostri sacri che non lasciavano nemmeno le briciole agli altri (chiedere ad Adrian Mutu): l’unica soluzione è il prestito. 5 gol in 40 partite fra Spezia e Ancona lasciano l’idea di un buon giocatore, con tanta fantasia ma poca concretezza soprattutto sotto porta. Uno da Serie A, sicuramente, ma nell’Inter di Ronaldo e Vieri per lui non può esserci spazio.
Goran PandevDa lì la decisione che oggi Mourinho prima e Oriali poi hanno definito “un grave errore”: nel 2004 cessione della comproprietà alla Lazio nell’affare Stankovic, nel 2005 -anche a causa di un nuovo contratto firmato dal giocatore con Lotito- l’altra metà del cartellino viene ceduta all’Udinese nell’ambito dell’operazione Pizarro. 4 gol il primo anno, poi l’esplosione: 12, 14, 19, 15…alla fine saranno 64 gol in 191 presenze con la maglia biancoceleste, e offerte che nel corso degli anni arrivano da tutta Europa: ma Bayern Monaco, Liverpool e Real Madrid non sono disposte ad arrivare alle folli cifre chieste da Lotito, il giocatore a Roma sta bene e ha un patto con il presidente: ora guadagna solo 500mila euro, ma presto arriverà il rinnovo. Magari a fine stagione, magari alla prossima, magari c’è da aspettare ancora un po’…ma la telefonata non arriva mai, e l’attaccante entra nell’ultimo anno di contratto deciso, a questo punto, a non rinnovare e ad ascoltare le proposte di altri club disposti ad offrirgli sei volte tanto. Si scatena l’ira di Lotito, che decide di mettere lui ed altri compagni nella stessa situazione fuori rosa. Il macedone è il primo a fare ricorso presso il collegio arbitrale della Lega Calcio, ed è il primo a vincerlo: il 23 dicembre 2009 il contratto viene risolto e la Lazio è costretta a pagare 160mila euro di danni più le spese processuali.
A questo punto il passaggio all’Inter diventa solo una formalità: l’accordo sulla parola esiste da mesi, il “risarcimento morale” per mantenere i buoni rapporti con la Lazio si troverà senza problemi, le parole del giocatore sono inequivocabili. Ma prima il ragazzino di Strumica torna a casa. Sposa la sua compagna di sempre, si riprende dallo stress del processo, si gode dieci giorni di vacanza nei quali può pensare alla sua nuova avventura e alla sua nuova vita. Fa la valigia e riprende quell’aereo che 9 anni prima, appena diciottenne, l’aveva accompagnato per la prima volta a Milano. Oggi è il capitano della sua Nazionale, oggi è un uomo maturo e un calciatore affermato. Oggi quella maglia nerazzurra non pesa più così tanto sulle sue spalle.
Oggi, finalmente, Goran Pandev può tornare a casa.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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