Bauscia Cafè

Sbrodolandia reloaded

corriereNon c’è niente da fare, è più forte di lui. Adriano Galliani è un generatore automatico di patacche. Per lui il Milan è la “squadra più” o che “meglio di” del mondo. Bastano 5 vittorie di fila, ottenute in questo campionato anche dal Cagliari di Allegri, per risvegliare l’uomo-cameriere che alberga dentro di lui. Cioè colui che deve glorificare le virtù del Capo e delle sue estensioni (organiche e non) e che trasforma tutto, anche le prestazioni sportive di Kakà, in una gigantesca macchina propagandistica al servizio dell’Imperatore.
Mourinho la scorsa volta ha detto una cosa particolare sul Milan, cioé che se avesse dichiarato ciò che pensava, in Italia sarebbe sembrato “una rivoluzione”. Una cosa che a Franceschini non è mai venuta in mente.
Quello che voleva dire Mourinho lo diciamo noi, parlando della società il cui presidente, cito la di lui consorte, “frequenta le minorenni”. Cioè che è facile fare i fighi, i presuntuosi, attaccarsi patacche (“siamo la squadra che gioca meglio”, al netto del recente furto al Chievo, con tanto di rigore netto negato a Luciano, si intende), parlare di rimonte, trovare scuse per gli infortuni, quando stai al coperto per tutto l’anno e i tuoi obbiettivi cambiano come la linea del mercurio dentro un termometro, accontentando quella marea di tifosi che chissà perché ogni tanto s’incazza. “Il nostro obbiettivo è arrivare tra le prime tre”, come se non ci fossero differenze tra vincere scudetto e arrivare secondi, non avendo mai dato fastidio alla prima, che ha concesso dei punti per distrazione, nel finale di campionato.
Facile fare gli sboroni dopo un po’ di vittorie consecutive, che strisce così l’Inter le fa da 3 anni, rinunciando ad autoproclamarsi chissà che cosa, quando nessuno parla della fallimentare campagna acquisti della tua squadra, nella quale il giocatore testimonial della campagna abbonamenti, pagato 25 milioni escluso l’ingaggio, viene spedito continuamente in panchina e nessuno si domanda perchè, mentre l’Inter ha avuto, come sempre, la faccia di dichiarare che l’acquisto di Quaresma era sbagliato. Rimediando con un prestito e senza pensare ad altro che al bene della squadra. Oltre agli scontenti che se ne vorrebbero andare (durante l’anno sono riusciti a scrivere che Cambiasso voleva andare al Napoli!), un vero evergreen della storia nerazzurra.
Facile fare gli sboroni dopo cinque vittorie consecutive e dopo aver rosicchiato 7 punti all’Inter, 4 dei quali li abbiamo concessi per autentici regali dei nostri, che altrimenti qui saremmo con la spumante in mano. Facile fare gli sboroni e potersi lamentare degli infortuni – senza che nessuno, in questo paese, abbia la dignità di mandare a fare in culo e ridere in faccia a questa gente, che crede di darla a bere a chiunque, per il solo fatto di far passare certe dichiarazioni per un tg delle redazioni sportive, troppo concentrate sui casi dell’Inter per rendersi conto che lo scorso anno i nostri, privi di Ibra, come vorrebbe Galliani, il campionato l’hanno vinto comunque.
Facile andare in tv nei baracconi di casa Mediaset a glorificare le strisce consecutive di vittorie, quelle fatte anche dal Cagliari di Allegri e un mese fa dal Chievo di Mimmo Di Carlo, quando per tutto l’anno non ci si mette la faccia, si rimediano delle lezioni di gioco dal Werder Brema, l’alter ego del Napoli nella Bundesliga, e si passa tutto il tempo a mettere il silenziatore alle varie fughe di notizie sull’allenatore, le frequentazioni dei giocatori e quelle del Presidente. Per non parlare dei numeri a casaccio sparati sulle moviole e ripresi subito dai camerieri muniti di tessera del giornalista, e dai lobotomizzati sparsi su tutto il territorio nazionale (alcuni anche muniti di blog, nonostante la manifesta incapacità di intendere e di volere mostrata ad ogni commento).
Molto più difficile è fare ciò che abbiamo fatto noi. Vincere. Tutto l’anno. Coi nostri errori, coi nostri difetti, con le nostre tipiche pazzie. Ma da veri primi della classe, che non hanno bisogno di scuse, cortigiani e proclami.
Tabellami sta min****“.
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