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Quaresma's story

“Dove può giocare? Può giocare ala destra, ala sinistra, può giocare nel 4-4-2, può giocare nel 4-3-3, può giocare in panchina, può giocare in tribuna”José Mourinho, conferenza di presentazione di Quaresma.
Questa battuta di Mourinho letta oggi sembra la parodia della mitica descrizione che Cuper fece di Recoba (Recoba? E’ una prima punta? No, io credo che no.  E’ un centrocampista di fascia? No. E’ un trequartista? Dondolio con la testa. E’ una seconda punta che si muove su tutto il fronte d’attacco? Sì). Comunque conteneva un qualcosa di profetico, ma che nessuno si sarebbe immaginato 5 mesi or sono. La panchina e la tribuna, luogo quest’ultimo dove ha potuto studiare da vicino i tifosi che lo avrebbero fischiato le poche volte che ha giocato da ala nel 4-4-2 e che lo fischiavano prima quando costituiva il tridente con Ibra e Mancini nel 4-3-3.
Le cause del fallimento.
La causa principale del fallimento è senza dubbio l’equivoco tattico che Mourinho aveva in mente per tradurre sul campo i suoi principi di gioco. Arrivato solo l’ultimo giorno di mercato ha avuto subito la fiducia del tecnico che lo ha schierato titolare contro Catania, Panathinaikos, Milan, Roma, Genoa, Anorthosis e Reggina, probabilmente la sua miglior partita con un palo, un assist e una trivela telecomandata sulla testa di Crespo. Il passo indietro fatto da Mourinho in quel di Palermo con il ritorno al rombo ha fatto venir meno anche la ragione del suo acquisto. Dalla trasferta siciliana il ruolo di Quaresma diventa quello di 12esimo (a volte 13esimo o 14esimo) uomo da far entrare in caso di stravolgimanti tattici e/o fagiolata finale causa risultato negativo. Nel frattempo lo spirito di Gilardino rimasto senza un corpo dopo l’addio al Milan decide di impossessarsi di lui ed i fischi di cui sopra accentuano una personalità non proprio di primissimo piano. Forse per protezione, forse per delusione, forse per eccessiva coerenza, Mourinho gli preferisce in diverse circostanze addirittura Obinna, per non parlare di Figo, l’interprete del 4-3-3 estivo che era arrivato a “sostituire”. La sua reazione è mancata, anche se alcuni giudizi dati dallo stesso tecnico alle sue prestazioni sono sembrati condizionati dal fatto che fosse un suo pupillo. Ciò che resta di lui, a parte lo 0 nella casella reti segnate, è il numero di falli subiti: secondo dietro Ibra che ha saltato poco più di 100′ dall’inizio della stagione.
Il rapporto Mourinho-Mendes-Moratti
A memoria si fa fatica a ricordare un valore economico (24 milioni, quello strettamente finanziario è stato di 17) di queste proporzioni “gettato” in prestito dopo 150 giorni  e poche partite disputate. Senza contare che è stato espressamente voluto dal tecnico, che, non ci stancheremo mai di ripetere, è stato capace di tornare sui propri passi, nonostante la marcia indietro non fosse gratis (per le casse societarie). Ciò che Moratti pensa dell’acquisto di Quaresma è stato riassunto da Fabio Monti sul Corsera di ieri: ha ulteriormente incrementato il buco di bilancio, ha messo in ombra Mancini e tolto spazio a Balotelli. Ricordiamo le sue parole (“Non volevo che il progetto-Mourinho nascesse incompleto”)  e l’estenuante trattativa durata due mesi che testimoniano la mancanza di una ferrea volontà nell’acquisto dell’ex Porto. Chissà come appare oggi Special One agli occhi del suo presidente dopo la rinuncia a Quaresma? Senza contare che quache dubbio sul mercato a Moratti venne già in estate quando lo stesso Mourinho fece da garante per l’arrivo di Lampard. Beffato lui, beffata l’Inter. La fortuna di Mou (e Quaresma) si chiama Jorge Mendes, un uomo un procuratore. In meno di 24h è stato capace di far trasferire il suo assistito dall’Inter al Chelsea, (favorito dal fatto che Simao giochi nei Colchoneros e non nei Blues, ndr) e molto probabilmente ha gettato le basi per “convertire” (senza ulteriori esborsi?) l’acquisto di un pupillo rivelatosi inutile con un altro fedelissimo del tecnico: quel Didier Drogba mai amato (ricambiato) da Felipe Scolari. A meno che Mourinho non decida di allenare i Gamba Osaka o dei Red Bull New York (leggi).
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