Bauscia Cafè

Ombre a San Siro*

Quando si parla dell’inadeguatezza di San Siro vengono subito in mente i cessi, oppure i prezzi dei cornetti Algida rapportati al loro stato di scioglimento. Ma probabilmente la cosa più vergognosa di questo glorioso stadio sono quei quattro prefabbricati chiamati pomposamente biglietteria, dove si accalca gente scomposta (le file non regimentate sono una roba da quinto mondo) che arrivata allo sportello si incazzerà ancora di più perchè il rilascio del biglietto è diventata una cosa lenta e burocratizzata, e quei poveri ragazzotti che ci lavorano dopo due ore di calca e di insulti qualche volta sono nel pallone più completo.
Quindi, cara Inter, cari Moratti e Thohir, e da voi a pioggia fino all’ultimo dei funzionari, non sottovalutate l’amore dei tifosi verso l’Inter, e fate in modo che per amare non sia necessario farsi due ore di fila tra ascelle pezzate e bestemmie latenti.
Ah, per la cronaca: non che dentro sia filato poi così tutto liscio. L’amico Franco Bomprezzi mi fa notare che i nuovi tabelloni pubblicitari luminosi (troppo luminosi, avevo distrattamente notato dalla tribuna) sono più alti dei precedenti. Ergo: dietro, nei posti riservati ai disabili, non si vede un cazzo. Beh, complimenti. Visto che tra Inter e Milan ci sono davanti 38 partite di campionato più qualcuna di Champions e di Coppetta, forse è il caso di provvedere.

Dell’imbarazzo della situazione biglietterie per Inter-Cittadella (ripeto, Inter-Cittadella, coglionesimi di Coppa Italia, il 18 agosto a Milano, nel fine settimana di Ferragosto) ha parlato magistralmente il mitico Settore. Vi ho riportato solo uno stralcio, ma confido che userete il mouse saggiamente e andrete a leggerlo tutto.

Per questo scempio, mi segnala il caro Filosofo della Balaustra, l’Inter si sarebbe scusata oggi nella sezione Milano e Lombardia della Gazzetta dello Sport (Dio, perdonami, ho dovuto cliccare sul loro sito). L’articolo lo dice chiaramente “Noi accettiamo le vostre critiche, voi accettate le nostre scuse” parole di Susanna Wermelinger.

E allora penso di essere scema io, che non mi sono accorta che la GdS è diventata un organo di comunicazione ufficiale di F.C. Internazionale. Scema io che vado sul sito dell’Inter a cercare uno straccio di scuse, giustificazioni, prese di posizione con chi gestisce il servizio di biglietteria. E scemi anche voi, sì voi, non residenti in Lombardia che vi siete recati a Milano a vedere la partita, che non avete pensato “aspetta che vado a vedere sulla GdS sezione Milano se ci sono le parole del responsabile della comunicazione istituzionale dell’Inter”.

Ieri poi, oltre il danno, la beffa. L’Inter, arrivata nona nel campionato passato, è al secondo posto per abbonamenti sottoscritti, proprio dietro a quelli arrivati primi e parecchio sopra quelli arrivati terzi. Siamo circa 23.500 abbonati al momento e nonostante le avversità, gli ottimi giocatori svenduti, i pessimi giocatori aquistati, i risultati indecenti, siamo sempre lì ai primi posti in Italia per affluenza. Abbonati e “occasionali”, tutti insieme, tutti per l’Inter. Eppure… eppure non meritiamo niente, nemmeno quelle 10 parole scritte sul nostro sito, rivolte direttamente a noi.

D’altra parte però il problema biglietterie non è nuovo, non è esclusiva dell’Inter, ma di un sistema calcio, quello italiano, che vive di burocrazia: nomi, cognomi, date di nascita e documenti d’identità. Lo stesso sistema che ci ha obbligati a sottoscrivere una carta di credito con una banca che ora non è più nostro sponsor o biglietteria, ma alla quale siamo legati per tutta la durata del contratto sottoscritto. Lo stesso sistema che proibisce ai tifosi residenti della Regione Sardegna di acquistare biglietti per Inter-Cagliari per ordine della Questura, come se una partita disputata alle ore 18:00 di sabato 19 novembre 2011 potesse significare uno spostamento tale di tifosi dall’isola a Milano, da dover giustificare misure preventive. E faccio questo esempio specifico, perché mi è rimasto impresso. Se il povero Kafka fosse nato in Italia non avrebbe scritto Il Processo, ma La Biglietteria di San Siro.

Non ho la bacchetta magica, non ho soluzioni, solo grossi punti interrogativi in testa. Da anni, non da domenica, quindi se per anni ci poniamo le stesse domande, forse bisogna iniziare a pensare a delle risposte. Prendo spunto dall’idea della Curva Nord della stagione scorsa e segnalo tre semplici quesiti all’F.C. Internazionale, nella speranza che qualcuno li legga e possa indirizzarli all’ufficio di competenza.

  • Al momento non esiste sul sito dell’Inter la possibilità di fare il cambio nome tra persone dotate di Tessera del Tifoso. Capisco anche che questa possibilità dipenda dalle disposizioni della Prefettura partita per partita. Il problema, come sempre non è il COSA, ma il COME. Non c’è nessuna informazione che spieghi come fare. Ho provato dunque a chiamare il numero verde della biglietteria ben due volte e a distanza di 24h le risposte fornite sono state completamente diverse:
    1. il cambio nome quest’anno non è ancora (?) attivo, si può fare solo allo stadio il giorno della partita.
    2.
    per ogni singola partita (?) verrà caricato il cambio nome sul sito, se sarà possibile farlo, una settimana prima della partita.
    Davvero mi state dicendo che nessuno all’Inter sa che c’è un problema informatico con questa funzione specifica e che “si spera” che sia risolto entro oggi, come mi hanno risposto da un’altra parte?
  • “Siamo fratelli del mondo”. Ora, la mia lunga esperienza allo stadio non mi fa immaginare niente di buono su questo punto, penso solo ai fratelli del mondo allo stadio domenica sera e le bestemmie, tirate nelle rispettive lingue. No, perché oltre al casino, oltre alla fila eterna (c’era una fila?), oltre al fatto che alle 18:30 erano ancora fuori… posso sentire distintamente la voce dei ragazzi alle biglietterie che dopo aver tentato un timido approccio in inglese, urlano lentamente le cose in italiano ai giapponesi, indonesiani, francesi, olandesi e chi più ne ha, più ne metta.
    IES, IU EV TU GIV MI THE (Ale, come si dice carta d’identità in inglese?) M I D E V E D A R E L A C A R T A D ‘ I D E N T I T À P E R F A R E I L B I G L I E T T O. TICHET, STEDIUM, OK? Ogni riferimento a fatti realmente accaduti NON è puramente casuale.
    Fratelli del mondo, sì, come no. Abbiamo mai pensato a uno sportello su 30 in cui garantire che qualcuno parli un minimo di inglese?
  • Ci vuole chiarezza, in un sistema complicato e illogico. Inutile dire che tanti problemi di organizzazione, da parte delle squadre e di chi gestisce le biglietterie in primis, ma anche di chi per la propria squadra si sposta, sarebbero semplificati con la pubblicazione di calendari definitivi CHIARI e COMPLETI, come succede ad esempio con la Premier League (calendario pubblicato a luglio) con già degli orari semidefinitivi per il girone di andata e non delle prossime 3-4 partite, se va bene. Forse sarebbe ora di parlarne seriamente in Lega. E no, non vale usare la solita vecchia scusa dei diritti tv, delle partite infrasettimanali, delle cavallette.

Io lo so che un post non serve a nulla, che “Roma non è stata costruita in un giorno” e tutte le altre belle cose che si dicono sul fatto che cambiare sia difficile. Ma qui si tratta di essere all’altezza dell’anno 2013, mentre a me sembra che funzioniamo esattamente come negli anni ’90, ma coi tornelli.
E non è carino barricarsi dietro la scusa “almeno da noi è così, dagli altri è peggio”, perché siamo l’F.C. Internazionale e dobbiamo tendere ad essere migliori, non a far cagare meno di altri.

*Certo, le luci ora sono perfette, sistemiamo anche le ombre?

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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