Bauscia Cafè

Un calcio malato, un'Inter terminale

L’IMBARAZZANTE TOSEL – Il comportamento sarebbe stato decisamente meritevole di opportuna sanzione disciplinare qualora fosse stato “visto” dal Direttore di Gara, ma considerato l’acceso contesto agonistico e la dinamica dei convulsi movimenti di entrambi i protagonisti, non sussiste una prova certa circa quell’intenzionalità lesiva che integra gli estremi della “condotta violenta”.

Tosel, ma ci stiamo prendendo per il culo?
In tutta la serie di provvedimenti ridicoli, imbarazzanti e scandalosamente faziosi messi insieme nel tempo dal giudice sportivo, questo è probabilmente il peggiore. E la cosa ancora più grave è che la gente prende sul serio parole come queste. Giusto ieri, parlando con un conoscente milanista, mi sono sentito rispondere “Beh, è ovvio, altrimenti in partite come questa dovresti squalificare mezza squadra”. Tipo dare 3 giornate a Mourinho, 2 giornate a Cambiasso, 2 giornate a Muntari, 1 giornata a Cordoba, 1 giornata a Samuel e 2 settimane di inibizione a Oriali: Inter-Sampdoria del 2010, ovvero squalificare mezza squadra. E’ questo che succede normalmente in “partite come questa”, altro che chiacchiere sull’ “acceso contesto agonistico” (ma cos’è, una barzelletta?) e cose simili.
Queste cose si sentono solo quando sono coinvolte Juventus e Milan. Due squadre che -per una volta che non si sono potute accordare sul risultato- hanno dato vita a una delle partite più raccapriccianti che la Serie A ricordi sia dal punto di vista tecnico-tattico sia, soprattutto, dal punto di vista arbitrale. Fra clamorosi gol non dati, fuorigioco inventati, falli da dietro, scazzottate in campo e fuori e risse fisiche e verbali, a San Siro è andato in scena tutto il brutto del calcio.
Hanno perso entrambe, come nei sogni dell’Avvocato Prisco, ma entrambe hanno già ricominciato a camminare a braccetto fuori dal campo e per entrambe è già ricominciato il processo di beatificazione, perfettamente esemplificato da quel Muntari che con altre maglie collezionava rossi su rossi e oggi, con il rosso sulla maglia, gioca e gode impunito anche a fronte di ignobili scazzottate.
Non sono comportamenti violenti, per Tosel. Senza vergogna, o solo con un prezzo.
Quanto ti ha fruttato questa decisione, Tosel?
BUFFON/E PRANDELLI – Fra i vari Mexes, Muntari, Ambrosini, Vidal, Chiellini, Conte e Galliani vari, poi, un posto d’onore in questa commedia lo merita senz’altro Gianluigi Buffon, portierone e degno successore di Fabio Cannavaro come Capitano della Nazionale Italiana. Lungi da me l’idea di gettare la croce addosso a Buffon per una affermazione che -per quanto antisportiva- trovo purtroppo sacrosanta: nessuno, ma proprio nessuno, in una partita così sarebbe andato dall’arbitro a “denunciare” il gol. Durante la partita, però. Perchè poi, davanti ai microfoni, non costa niente ammetterlo (come fatto da Brienza dopo il rigore inesistente assegnatogli contro il Palermo il giorno dopo, per esempio) anzichè sbandierare ai quattro venti una antisportività che da “figlia del momento” diventa invece in questo modo studiata e preparata a tavolino, elevata a ragione di vita e a modello da seguire.
E fa ancora più specie Prandelli, contro il quale mai avrei sognato muovere una critica, difendere a spada tratta il suo Capitano in sfregio ad un tanto sbandierato “codice etico” che, a quanto pare, trova applicazione a seconda dei casi, delle convenienze, delle simpatie…come un Lippi qualsiasi, insomma. E così Buffon viene convocato (insieme ad altri 3 portieri per un’amichevole: ma ci voleva così tanto a salvare la faccia?) e allo stesso tempo Osvaldo lasciato a casa per un brutto fallo da espulsione. Ma, ancora più assurdo, a restare fuori dalle convocazioni è anche Mario Balotelli, che la sua squalifica (quella per l’episodio con Parker) l’ha già scontata, che in Premier League è già rientrato e che viene invece usato una volta di più come capro espiatorio, come manifesto per la demagogia, come causa di tutti i mali del sistema calcio italiano.
Facile il codice etico così, eh Prandelli?
IL CALCIOSCOMMESSE – A proposito di Buffon (ehm..) tiene banco ancora il caso calcioscommesse. Per fortuna (o purtroppo) quando si parla dei mali del calcio italiano dei punti fermi esistono sempre: i giornalisti, per esempio. Quelli stessi che ieri si prendevano una lavata di capo senza precedenti da Sneijder (“Se non hanno capito bene, i giornalisti italiani che pensano di essere grandi nel tradurre dovrebbero tornare a scuola o almeno stare zitti“) ma, soprattutto, quelli stessi che allo scoppiare del nuovo scandalo del calcioscommesse si sono fiondati alla Procura di Cremona per recitare la parte dei grandi reporter, pronti a riportare qualsiasi notizia per ripulire il mondo del calcio. Al comparire dei primi nomi “importanti”, ovviamente, è calato il silenzio. Sono arrivati fino a Masiello del Bari: poi più nulla. E’ notizia recente, invece, che al vaglio della Procura di Bari siano finiti i nomi di Leonardo Bonucci, ex primavera dell’Inter oggi alla Juventus, e di Stellini, all’epoca dei fatti compagno di squadra di Bonucci al Bari e oggi vice di Antonio Conte. Oggi tutti in silenzio: oggi tutto tace nell’evidente tentativo, già messo in opera prima di calciopoli, di seppellire tutto sotto una montagna di omertà e collusione.
Tentativo che però, vista la determinazione delle Procure e i nomi che devono ancora venire fuori (altro che Bonucci..), andrà quasi sicuramente a vuoto.
La soluzione?
Amnistia per tutti prima, cancellazione della responsabilità oggettiva per le società poi.
Liberi tutti di imbrogliare, di rubare, di vendere le partite.
E’ il calcio italiano, ragazzi: Juventus e Milan ci sono arrivate solo un po’ prima degli altri.
L’INSPIEGABILE RANIERI – L’Inter, in tutto questo, conferma la fiducia a Ranieri: magari fino al Catania, forse fino al Marsiglia o perchè no, fino a fine stagione. I motivi di questa convintissima conferma? E chi lo sa. Forse per i risultati ottenuti, forse per il convincente gioco espresso, forse per la assoluta mancanza di alternative. O forse, ma a questo non ci credo poi troppo, perchè in Società si sono resi conto che confermare Ranieri è l’unica cosa da fare, perchè Ranieri è l’unico che -sebbene qualcuno ancora fantastichi su terzo posto e cose simili- ha l’esperienza necessaria per ricompattare la squadra e portarla a fare quei 6-7 punti necessari da qui in avanti per vivere quantomeno un maggio tranquillo. Poi, se rifondazione deve essere, che almeno sia una rifondazione vera e convinta.
Non saremo certo noi a propinarvi la favola dei 20 milioni all’anno offerti a Guardiola (anche in Spagna il giornalismo è quel che è, evidentemente) e al limite, oggi come oggi, potreste sentirci parlare di Zeman, di Roberto Baggio, di Klinsmann o di uno Stramaccioni che non si sente per niente pronto e convinto al grande salto. Al massimo potremmo raccontarvi dei tre colloqui avuti in settimana con Andrè Villas Boas (di cui almeno uno alla presenza di Moratti) ma l’argomento è delicato: ci toccherebbe poi dire tutta la verità, spiegare i veri motivi per cui quest’estate è saltato l’arrivo del portoghese sulla panchina dell’Inter (problemi con la rescissione del contratto? Sì, ma non del suo contratto) e dire, infine, quali sono state le richieste avanzate da AVB in questi tre incontri. Non possiamo farlo, davvero: visto quanto si sta dimostrando difficile far uscire dal campo certi giocatori, non riusciamo neanche a immaginare quanto sarà difficile farli uscire da Appiano Gentile.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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