Bauscia Cafè

Schiaffi allo stadio

L’ho scritto fino a diventare noioso: essere i primi a concludere l’operazione stadio di proprietà consentirà alla Juve di recuperare risorse e tornare al vertice del calcio italiano.
Ho aggiunto – citando Ormezzano – che il rischio di questo progetto sta nella tempistica, perché arriva in un momento critico per l’economia e deve contrastare la tendenza all’impoltronimento del tifoso, sedotto da Sky e Premium.
Non è un caso che la proprietà abbia deciso di fare enormi investimenti, chiudendo il bilancio con un deficit pauroso, vicino ai 90 milioni di euro: scommesse come questa si vincono o si perdono in un anno o due, una Juventus che non riuscisse a tornare in Champions quest’anno o al massimo l’anno prossimo sarebbe condannata a un definitivo declassamento.
Qualcuno – dopo il 4-1 al Parma – era già arrivato a fantasticare che il nuovo stadio avrebbe portato ai bianconeri 8-10 punti in più.
Il pareggio contro il Bologna – ripeto, il Bologna – ha gettato un po’ di sabbia negli ingranaggi, raffreddando gli entusiasmi sia sul piano sportivo che su quello gestionale.
Vincendo come avrebbe dovuto, la Juve si sarebbe trovata sola al comando della classifica, con 6 punti sul Milan e 7 sull’Inter, e avrebbe potuto continuare sulle ali dell’entusiasmo, approfittando di un calendario decisamente favorevole, la prossima va a Catania, poi riceve il Milan.
Ma la stupidaggine più grave non è avvenuta in campo, il colpevole non è Vucinic, ma un tifoso che – approfittando dell’assenza di barriere fra campo e tribune – ha colpito Di Vaio con uno schiaffo.
È avvenuto nei minuti di recupero, mentre parte dei calciatori di Juve e Bologna erano impegnati in una piccola rissa. Il pretesto: un rossoblù è finito a terra, nessun bianconero ha buttato fuori il pallone per consentire l’entrata dei soccorsi, Portanova ha scatenato il parapiglia, si sono accalcati in molti e dalla tribuna Nord (dove, vale la pena precisarlo, non gli ultras) un tifoso non identificato ha dato uno schiaffo a Di Vaio.
L’aziendalista Buffon ha cercato di minimizzare l’accaduto: “Un ceffone non ha mai ucciso nessuno ma si­curamente non è stata una cosa educativa. Ci vuole tempo per educare la gente. Per fortuna non è successo niente di grave”.
Arriveranno multe dal giudice sportivo?
Aumenterà il numero degli steward?
Verrà richiamato Amauri per fare da buttafuori?

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Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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