Bauscia Cafè

Quella strana lista

No, non possiamo farlo. Sarebbe troppo facile scrivere un post sulle recentissime performance dell’agnellino. Fra un “c’era un rigore altrettanto netto su Iaquinta” e un “una volta accertata la correttezza della società negli anni di calciopoli” crediamo non tanto che le sue dichiarazioni non meritino commento, quanto piuttosto che saremmo incapaci noi di commentarle senza scadere negli insulti più grevi. Ci limitiamo a registrare come l’agnellino si confermi il degno rappresentante della J**e, e voltiamo pagina per proporvi un indovinello. Sì, avete capito bene: oggi giochiamo.
Xabi Alonso, Daniel Alves, Iker Casillas, Cristiano Ronaldo, Didier Drogba, Samuel Eto’o, Cesc Fabregas, Diego Forlán, Asamoah Gyan, Andrès Iniesta, Jùlio Cèsar, Miroslav Klose, Philipp Lahm, Maicon, Lionel Messi, Thomas Muller, Mesut Ozil, Carles Puyol, Arjen Robben, Bastian Schweinsteiger, Wesley Sneijder, David Villa, Xavi. Cos’hanno in comune questi 23 giocatori?
Ve lo diciamo noi: niente. Non c’è niente che accomuni Asamoah Gyan a Lionel Messi, Cesc Fabregas a Julio Cesar, Philipp Lahm a David villa. Eppure c’è chi li ha inseriti tutti in un unico calderone: quello dei 23 candidati al Pallone d’Oro.
Ci avevamo sperato, lo ammettiamo. Avevamo pensato che la fusione tra Pallone d’Oro e FIFA World Player servisse a qualcosa. Avevamo pensato che fosse funzionale a far perdere una certa dimensione “giornalistica” a un premio che si picca d’essere autorevole, e a fargli guadagnare un maggiore spessore tecnico.
Ci sbagliavamo.

Asamoah Gyan. Ma come, non lo conoscevate?
Asamoah Gyan. Ma come, non lo conoscevate?
E indipendentemente da chi lo vincerà ormai, sia chiaro. Ma ci sbagliavamo perchè leggiamo in quella lista una profondità di analisi tecnica pari a zero. Una colossale marchetta alla Nazionale Campione del Mondo e alle tre semifinaliste dei Mondiali spiega 14 di quei 23 nomi, che diventano 16 con gli imprescindibili Cristiano Ronaldo e Messi. Quattro Campioni d’Europa per Club portano il numero totale a 20 e lasciano tre posti liberi, che con il capocannoniere della Premier League (quello della Liga era già dentro) restano in due. Fin qui una lista che qualsiasi bambino avrebbe saputo compilare, probabilmente anche con meno forzature. Poi il momento della verità, il valore aggiunto portato dai “tecnici” del FIFA World Player rispetto ai giornalisti di France Football. Il momento del taglio netto col passato. Chi ci mettiamo nelle due caselle libere? Un capolavoro: Dani Alves e Asamoah Gyan.
Vada per Dani Alves, che passa per essere il secondo miglior terzino del mondo (ma c’è spazio nei top23 per un “secondo”?). Ma Asamoah? Chi è Asamoah Gyan? Che cosa ha fatto? Attaccante, ex di Udinese e Modena, da Gennaio 2010 ad oggi ha messo insieme 5 partite e zero gol nel Rennes, 4 partite e 1 gol nel Sunderland, 5 partite e 3 gol col Ghana (e un rigore, decisivo, sbagliato). Bastano 14 partite e 4 gol in un anno per entrare nella lista dei 23 migliori giocatori del mondo?
E Diego Milito, per arrivare al vero punto del discorso, dov’è? Dov’è l’attaccante decisivo della squadra che ha vinto tutto? Dov’è l’uomo che ha segnato tutti i gol di tutte le finali del triplete? Dov’è l’attaccante che ha messo la firma su ogni turno preliminare dell’ultima Champions League?
Lasciato fuori.
Per far spazio ad Asamoah Gyan.
Vedete, qui non si tratta di vincerlo, per carità: quello a Milito non sarebbe toccato comunque, magari. Si tratta solo di entrare nella lista. Si tratta di capire cosa c’è a monte, di capire i criteri. Perchè un premio del genere non può essere oggettivo, non ci potrà mai essere accordo totale. Ma se ci sono criteri validi, limpidi, semplici, poi va bene tutto. Il problema nasce quando dei criteri non si vede neanche l’ombra. Quando Asamoah Gyan (14 partite, 4 gol, zero vittorie) viene preferito a Diego Milito (61 partite, 32 gol, quattro coppe alzate), quando Diego Milito (man of the match della finale di Champions, attaccante dell’anno e giocatore dell’anno UEFA) non viene neanche inserito nell’elenco dei migliori 23 giocatori, allora diventa chiaro che una logica reale non c’è, non esiste. Diventa chiaro che non è cambiato niente, che il Pallone d’Oro resta quello che è sempre stato: un premio da giornalisti. Il premio di Cannavaro, il premio di Nedved, il premio di Sammer.
Un riconoscimento folkloristico che ogni quattro anni da Pallone d’Oro diventa Pallone Rosa (cit), il premio al miglior giocatore del calcio per donne (cit) in cui l’unico parametro diventano le 3 partite di un mondiale. Importanti, importantissime: ma 3.
E allora possiamo abbassare i riflettori su questo giochino, Sneijder o non Sneijder. Se si deve scegliere il miglior giocatore dell’anno da un elenco di cui non fa parte Diego Milito, tutto perde senso. Datelo pure a Iniesta se vi pare, protagonista della peggior stagione della carriera, con il solo merito di aver segnato un gol. Importante, importantissimo, fondamentale, a suo modo storico.
Ma uno.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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