Bauscia Cafè

L'alfabeto interista

Ci siamo! Tra qualche giorno si ricomincia. Difficile lasciarsi alle spalle un’annata come quella appena trascorsa, ma il primo impegno ufficiale della stagione incombe. Quindi, a cavallo tra il passato e il futuro, vi propongo un gioco: “l’alfabeto interista”, per rivivere quanto accaduto e immaginarsi quello che verrà.
A come allenatore: è andato via Mourinho, è arrivato Benithez. Personalmente la nostalgia per il primo, sia per quello che faceva fuori che dentro il campo, è tanta e  la scelta dello spagnolo non mi convince molto. Spero di dovermi ricredere.
B come Balotelli: l’operazione di mercato più roboante. In uscita. Supermario ha fatto di tutto per andarsene. Perdiamo un ottimo giocatore, potenzialmente un campione per il futuro. In bocca al lupo al ragazzo, nella speranza che a fine stagione sia tu a mangiarti le mani, come ha fatto l’anno scorso qualcun altro afflitto da “mal di pancia”.
C come Champions: quella trionfalmente vinta l’anno passato, ancora nitida nei nostri ricordi e nelle nostre menti. Credo che ripetersi sarà molto difficile, se non impossibile.
D come difesa: il reparto rimasto immutato rispetto alla passata stagione. Con la riconferma di Maicon, Lucio e Samuel saranno gli altri due intoccabili. A sinistra le alternative sono tre. Visti i rincalzi però, il prossimo anno ci sarà bisogno di ringiovanire.
E come Eto’o: visto il modo in cui è arrivato da noi era l’uomo più atteso. In fase realizzativa ha un’po’ stentato, ma le prestazioni e la voglia di sacrificarsi sono state fondamentali. Chissà se, come lui spera,  quest’anno lo vedremo giocare più vicino alla porta.
F come fede: per crescere interisti negli anni ottanta (ma anche novanta) ne è servita molta. Ne abbiamo passate tante, di ogni specie,  ma alla fine credo proprio ne sia valsa la pena.
G come gioia: quella di cui abbiamo fatto il pieno in questi ultimi anni. La speranza è quella di continuare ad accumularne.
H come hotel: in alcune città quest’anno è nata l’usanza di andare sotto a quello della nostra squadra a notte fonda, armati di  qualsiasi cosa servisse a far rumore. Ma anche questo non è servito a fermarci.
I come Internazionale: con questo nome se abbiamo una squadra multietnica un motivo ci sarà! O no?
L come leggenda: quella in cui è entrata la squadra per quanto fatto nella passata stagione.
M come Milito: l’uomo decisivo per il “Triplete”. Ha messo la firma sui tre matches che valevano  l’assegnazione dei titoli, andando a segno a Roma, Siena e Madrid. Senza contare tutte le altre volte che l’ha messa dentro. Immenso.
N come “non vincete mai”: prego??? Dicevate??? E ora, rosicate tutti!
O come orgoglio: orgogliosi di essere l’Inter.
P come presidente: quello “vero”, Massimo Moratti. Nonostante le difficoltà, la sua passione e l’amore per questi colori hanno fatto si che il suo e il nostro sogno si sia potuto avverare. Grazie!
Q come quinto: il quinto scudetto consecutivo. Personalmente lo ritengo il più bello. Una cavalcata lunga 8 mesi, con alti e bassi, rimonte, sconfitte, sorpassi e controsorpassi. Proprio per questo la gioia finale è stata ancora più grande.
R come remuntada: la re-mun-ta-da, la la la la la la, la remuntada…
S come  Sneijder: l’uomo più importante in questa annata. Le sue prestazioni, i suoi gol, sono stati fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi. Con Milito è stato l’uomo decisivo.
T come “Triplete”: Coppa Italia, Scudetto, Champions. Il trittico da sogno ottenuto quest’anno. Abbiamo avuto la fortuna di viverlo, assaporarlo, perché il risultato dell’annata appena trascorsa è da leggenda. In Italia, come noi nessuno mai. All’estero in pochissimi.
U come ultimo minuto: Samuel col Siena, Sneij contro Udinese e Dinamo Kiev. Queste le vittorie arrivate sul filo di lana. Alcune meritate, altre meno, ma tutte determinanti. Solo rivivere col pensiero quei momenti mi fa venire i brividi.
V come  vittorie: i derby, la Juve, il Barcellona. Queste per me le più belle vittorie ottenute quest’anno. Partite emozionanti, esaltanti, durante le quali le scariche di adrenalina non si sono fatte attendere. Alla fine ero così “carico” che dormire era praticamente impossibile.
Z come Zanetti: a 37 anni il capitano è ormai il record man di presenze. Si appresta ad iniziare la sedicesima  stagione con la casacca nerazzurra. Credo non serva aggiungere altro.

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