Bauscia Cafè

Il silenzio degli incomprabili

Una nuova, terrificante ombra cala sul calcio italiano. E’ notizia delle ultime ore che la Pinetina, il quartier generale dell’Inter, si sarebbe trasformata da ormai diversi anni in un centro esperimenti su cavie umane.
Menischi in provetta, centravanti appesi come salami, allevamenti di medianacci allergici alle verticalizzazioni. Tutto questo e molto altro sarebbe oggi il centro sportivo nerazzurro, un vero e proprio incubo a cielo aperto dove si perpetuano le peggiori atrocità.
Un sopravvissuto, riuscito miracolosamente a fuggire da questo orrore, ci ha raccontato la sua esperienza:
”Quello che fanno lì dentro è spaventoso, inumano”, dice il nostro testimone, che ha preferito rimanere anonimo. “Ho giocato anche nel Milan, ma quello che ho visto e subito ad Appiano va oltre ogni immaginazione. Al Milan Lab al massimo mi hanno usato per fare esperimenti di chiropratica, una volta Meesermann mi ha girato una gamba al contrario per permettermi di poter tirare facilmente anche mentre gioco spalle alle porta, ma all’Inter succedono cose decisamente peggiori”.
“La strategia è ormai consolidata da anni”, spiega ancora il nostro sfortunato amico. “E’ un meccanismo ben oliato: Branca setaccia sul mercato dei bidoni assolutamente improponibili per qualsiasi tipo di associazione sportiva a livello mondiale, gli fa un contratto annuale con opzione per la stagione successiva e li tessera, promettendo loro spazio in squadra ed un rilancio professionale. Nelle prime settimane sembra tutto normale: i “rinforzi” vengono regolarmente aggregati al gruppo, ed accade anche che facciano qualche presenza in partite ufficiali. Queste apparizioni sono, però, dei veri e propri specchietti per le allodole: servono solo a far credere ai tifosi che gli apparentemente insensati acquisti siano stati conclusi in risposta ad effettive esigenze tecniche, anziché, come invece è, per soddisfare le perversioni del direttore sportivo”.
E’ a questo punto, dopo tre-quattro presenze interlocutorie, che per gli ignari “colpi” di mercato inizia l’incubo. “I nuovi vengono prelevati e trasportati in un centro ospedaliero vicino ad Appiano, con la scusa di dover sostenere alcuni accertamenti medici. Quello che i malcapitati non sanno, mentre entrano lì dentro, è che non ne usciranno mai più”.
“Molti pensano che Branca sia un incompetente. La realtà è che è un diabolico carceriere, che sceglie come vittime i calciatori meno desiderati del globo, quelli che nessuno prenderebbe nemmeno per scherzo”, ci dice il nostro testimone.
“I più fortunati vengono messi in salamoia ed utilizzati come pezzi di ricambio per Zanetti e Cambiasso. Zanetti ha impiantati nel suo corpo pezzi di almeno un centinaio di altri giocatori, così che ogni minimo acciacco viene risolto in un lampo. Vi ricordate di quando a inizio carriera aveva quel bel tiro secco, di mezzo esterno? Ebbene, un giorno in allenamento si frantumò il piede destro. Glielo sostituirono con quello di Kily Gonzalez. Ecco perché Javier non centra la porta dal ‘99”.
Il triste racconto prosegue. ”Cambiasso, invece, viene alimentato con frullati di fluidificanti sudamericani, le cui scorte però, ogni anno, finiscono con l’arrivare dell’inverno”. Il nostro amico si ferma un attimo per prendere fiato, poi  ricomincia.
”Qui finisce la parte, tra virgolette, “tenera”. La maggior parte dei nuovi acquisti, infatti, viene utilizzata per testare procedure inumane, contronatura, come una preparazione di Benitez o un 4-4-2 alla Ranieri. Alcuni vengono tenuti per giorni in una stanza buia ad ascoltare discorsi motivazionali di Gasperini, altri stanno per settimane sui campi a provare un nuovo tipo di finta, la finta di non giocare, che pare riesca egregiamente a molti nuovi acquisti. Altri, ancora, vengono mandati chissà dove. Proprio ieri ho sentito che sono state trovate tracce di Vampeta nei ravioli della mensa”.
Quando gli chiediamo degli ultimi acquisti, il fuggitivo scoppia a piangere. “Rocchi era convinto che venendo all’Inter avrebbe ritrovato sé stesso. Invece, dopo la partita di andata col Cluj, è stato aggredito, incappucciato e sequestrato sotto casa sua da tre uomini armati. Quella sera si era fatto male Milito, ma, al contrario di ciò che è stato detto, l’infortunio non era così grave: all’Inter, però,volevano averlo a disposizione nel derby a tutti i costi. Così, dopo averlo portato nella clinica degli orrori, hanno staccato un ginocchio a Tommaso e lo hanno impiantato al Principe, che ha ripreso subito a camminare per la soddisfazione dello staff. Dopo cinque-sei passi, però, Milito è franato a terra riportando la lesione di ottantaquattro legamenti, una fastidiosa appendicite ed un principio di lebbra: il ginocchio di Rocchi, al naturale, era infatti più malandato di quello – seppur infortunato – di Diego, che ora rischia di aver terminato la sua carriera. Per quanto riguarda gli altri, posso dirvi invece che Pereira e Schelotto verranno utilizzati per mettere in scena un remake di “Pretty Woman”, per il personale sollazzo del presidente”.
Un quadro agghiacciante, una storia drammatica che rischiava di coinvolgere un altro calciatore, l’ennesimo. “Ho sentito che l’Inter ha preso Carew, per poi rimandarlo a casa subito dopo le visite mediche. O almeno, questa è la versione ufficiale. Per giorni ho provato a contattare John, ma è stato impossibile. Temevo che fosse troppo tardi, e lo temo ancora: sul giornale ho letto che lo hanno sottoposto a dei “test” medici per due giorni. So bene cosa intendono da quelle parti con “test”. Non ci credo alla storia del ritorno a casa: o Carew è riuscito a fuggire, come me, oppure lo hanno abbattuto. Ritengo l’ultima ipotesi di gran lunga più probabile. John rischia di diventare un prosciutto”.
Ad una domanda sulle voci su Van Nistelrooy, l’intervistato risponde distogliendo lo sguardo per l’indignazione: “Ruud come calciatore ha fatto il suo tempo, ma ha ancora un sacco di capelli. Volevano usarlo per fare i rasta a Cambiasso”.
La misura è ormai colma. Le autorità si stanno preparando ad intervenire: “Ci sono persone che sono là dentro da troppo tempo”, continua il nostro testimone, con la voce rotta dal pianto. “Ragazzi dei quali non si è più sentito parlare, come Brechet, Pelé, Maniche, Zé Maria, Rivas, Cesar e molti altri hanno bisogno di qualcuno che li tiri fuori da lì. Alcuni, contagiati dal clima di orrore e malvagità che si respira nell’aria, sono addirittura passati dall’altra parte, e da prigionieri sono diventati guardie, o anche di più. Choutos, per esempio, negli anni è stato promosso gerarca, ed ora trascorre le sue giornate pestando con insistenza i piedi ai giovani terzini per impedirgli di imparare a crossare. E’ contro quelli come lui che bisognerà fare i conti, prima di tutto”.
Dal canto nostro, non possiamo che augurarci che questo scempio abbia fine, e che nessun centravanti, né terzino, né mezzala di mezza età debba più subire simili soprusi. La speranza di tutti noi è che tutti questi sfortunati ragazzi possano, un giorno, riuscire a raggiungere Milanello, terra promessa di ogni calciatore mondiale nonché centro accoglienza per interisti vessati, e lì ricominciare una nuova, felice vita, all’insegna dell’amore e dell’amicizia.

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