La Juve ha tirato troppo la corda, il presidente del CONI ha perso la pazienza e minacciato ritorsioni.
Voi chiedete i danni, dopo averle prese in tutte le aule di tribunale?
E se mi salta in mente di chiederli io, CONI, i danni, a voi, Juve, per lo sfregio all’immagine del calcio italiano certificato in tante sentenze?
Agnelli ha capito l’antifona.
Si è detto disposto a discutere, ma non ha chiarito se il sedersi al “tavolo” prelude al ritiro del ricorso al TAR (se non è così, stiamo parlando di niente).
Anche Moratti ha capito che non può trattare Petrucci come Della Valle, e giustamente si è detto disposto a sedersi al famoso tavolo.
Del resto, l’Inter è ormai certa della proprietà dello scudetto 2006, e alla Juve, prima ancora di togliere il cellophan dalle sedie intorno al tavolo del CONI, qualcuno dovrà imporre un primo gesto: togliere definitivamente quei due scudetti dalla bacheca.
Quale esito potrà avere l’iniziativa del CONI?
Certo non potrà cancellare sentenze di organi sportivi.
Si stringeranno le cinghie della clausola compromissoria (le sentenze sportive torneranno a essere rapide, sommarie, senza strascichi giudiziari), si partorirà un codice etico che tutti si impegneranno solennemente a sottoscrivere, magari si aggiornerà la normativa sulla responsabilità oggettiva delle aziende rispetto ai manager.
In questo quadro, se mai si realizzerà, i processi penali e civili in corso finiranno in bolle di sapone, e a pagare il prezzo più alto saranno singoli individui ormai fuori dai giochi, come Moggi e Gazzoni Frascara.