Bauscia Cafè

22 Maggio

Quelli che vivono di ricordi non li ho mai sopportati. Quelli che vivono di ricordi sono quelli che “sono sempre 29”, quelli che “eh ma siamo i più titolati del mondo”, quelli che passano l’esistenza a subanalizzare ogni sputazzo e scaccolamento dei giudici del processo calciopoli e così via. Quelli che vivono di ricordi perché il presente non è all’altezza del passato, o anche perché, semplicemente, il presente è una merda.
Però oggi è il 22 Maggio.
Il 22 Maggio per noi sarà sempre La data. Sarà sempre quel puntino sul calendario che ci farà fantasticare con un bel sorrisone da ebete stampato sulla faccia. E questo a prescindere da quelli che saranno (e sono) i risultati dell’Inter, perché quella sera, quel 22 maggio 2010, la nostra squadra ha toccato l’apice della sua storia, ed anche se in futuro dovesse (sèh) (sgrat) ricapitare un triplete, quello del 22 Maggio 2010 rimarrebbe comunque il primo ed unico per una lunga serie di motivi.
Perciò, oggi mi sento autorizzato a vivere di ricordi. Anzi, mi sento in dovere di vivere di ricordi, dei ricordi di quella nottata epica. Anche se il presente non è male, anche se non siamo costretti ad assistere passivamente alle vittorie degli altri ed a rosicare tirando in ballo i trionfi passati, anche se tra una settimana l’Inter giocherà una finale, oggi non posso non fermarmi un attimo e dirmi, cazzo, l’anno scorso in questo momento ho toccato uno degli apici della mia esistenza, senza vergognarmi di aver raggiunto tale vetta grazie ad una partita di calcio. Non posso, non possiamo  non soffermarci sulle foto, sui video, sui ricordi che portiamo dentro di noi. Ognuno ha un aneddoto, una o più situazioni particolari vissute quel giorno a cui è legato ed a cui sarà legato per l’eternità, perché il 22 Maggio è parte di noi e, nel 2011 come nel 2060, sarà sempre un giorno nel quale riesumeremo un po’ di quella gioia immensa che ci pervase nella sera della conquista della Champions e della tripletta.
E’ già passato un anno e, sebbene i sei mesi di Asciugaman e la settimana terribile di Leo abbiano rappresentato un duro ritorno sulla Terra, io non sono ancora completamente disincantato. Quella sera è un po’ come se tutto (calcisticamente parlando) si fosse fermato, quella sera è il punto di rottura di una “serie”, diciamo, che durava da quando ho iniziato a seguire l’Inter con coscienza. Da quella sera in poi, tutto è proseguito quasi per inerzia, sulla scia di ciò che è successo. Credo sia per questo che il tempo è passato così velocemente, perché la spinta ricevuta dalla stagione 2009/2010 è stata talmente forte che tutto quel che è successo dopo l’abbiamo visto sfilare quasi passivamente, dal finestrino di un treno in corsa. Quest’anno abbiamo, ho vissuto di ricordi, ma a differenza di ciò che ho sempre pensato non ci trovo niente di patetico. Ci stava.
Ci stava a patto di essere coscienti che domani, 23 Maggio 2011, si traccerà un confine tra il vivere di ricordi “autorizzato” e quello “biancorossonero style”. La serie che era stata interrotta un anno fa dovrà, per forza di cose, ricominciare. E’ ora che tutti si azzeri, e che si riparta senza attenuanti e futili autoconvincimenti di essere i più fighi anche se la realtà è un’altra cosa. Che si riparta senza vivere nel passato.
Oggi, però, è il 22 Maggio. Oggi è ancora ieri. Oggi è il primo di una lunga, infinita serie di 22 Maggio che trascorreremo celebrando il Trionfo. Oggi, come tra un anno, o due, o trenta, fissando la data sul calendario tutto attorno a noi scomparirà. Ovunque saremo e qualsiasi cosa faremo, almeno per qualche minuto tutto sparirà e resteranno solo piazza del Duomo stracolma, il Bernabeu nerazzurro, la doppietta di Milito,  l’incredulità di Zanetti con la coppa in testa, il pianto di Josè sulla spalla di Materazzi, l’ingresso allo stadio alle due di notte, l’alba a San Siro, Arnautovic che aizza la folla ed un sacco di altre cose che ognuno di noi, in un modo o nell’altro, ha vissuto e ricorderà per sempre.
(ecco, sarebbe bello se ognuno condividesse qualcosa di quella serata, anche un ricordo non necessariamente legato alla partita come, per esempio, la colazione a suon di salamini Beretta della quale parlai tempo addietro. Raccontiamoci le storie e poi piangiamo come pischelle di terza media, che oggi possiamo).
Quindi, insomma, tutto questo per augurare un

buon 22 maggio a tutti.

Godiamocelo, prima di tornare (stavolta per davvero) alla realtà.

Grappa

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