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Male Assoluto – Inter 3-1 non hanno nemmeno avuto bisogno di Rocchi

Ventitre punti di distacco frutto di una rosa migliore e meglio assortita, di un allenatore più bravo, di una maggiore disponibilità economica e di maggior peso politico. Si aggiungano il cambio di società ancora da assorbire e uno stato psicofisico scadente ed ecco servito il derby d’Italia meno equilibrato di sempre. Tra i tifosi nerazzurri la tensione prepartita è ai minimi storici.

Marcatori: 15′ Lichtsteiner, 2′ st Chiellini, 11′ st Vidal, 27′ st Rolando
JUVENTUS: Storari; Barzagli (18′ st Caceres), Bonucci, Chiellini,  Lichtsteiner (37′ st Isla), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah, Tevez, Llorente (41′ st Vucinic)
INTER: 1 Handanovic; 14 Campagnaro, 35 Rolando, 5 Juan Jesus; 2 Jonathan (13′ st D’Ambrosio), 10 Kovacic (21′ st Botta), 17 Kuzmanovic (10′ st Milito), 21 Taider, 55 Nagatomo; 11 Alvarez; 8 Palacio

Mazzarri torna a schierare il solo Rodrigo Palacio di punta e imposta una partita senza coraggio e senza fantasia: squadra bassa e sistemata davanti alla difesa a far muro contro gli attacchi dei bianconeri, nel tentativo di togliere gli spazi per gli inserimenti in profondità dei padroni di casa.
Al 3° minuto Tevez sugli sviluppi di un calcio d’angolo ha una grande occasione: il primo tiro da distanza ravvicinata è respinto da Handanovic sui piedi dello stesso attaccante argentino, il secondo tentativo viene ancora ribattuto dal portiere nerazzurro stavolta sui piedi di Chiellini che dimostra tutta la sensibilità del piede destro calciando il pallone direttamente in tribuna. Al quarto d’ora del primo tempo arriva il gol di Lichsteiner: il taglio dietro a Kovacic è perfetto, il lancio di Pirlo è al solito preciso e il colpo di testa finisce proprio sul secondo palo dove Handanovic non ci può arrivare. La rete del vantaggio arriva dopo 15 minuti di assoluto predominio territoriale dei padroni di casa, con l’Inter capace solo di provare a gestire il pallone con una manovra lenta, prevedibile e orizzontale che è quanto di meglio potesse chiedere Conte.
Asamoah e Lichtsteiner stravincono i duelli sulle fasce mentre a Pirlo viene lasciata troppa libertà in mezzo al campo, i bianconeri così mantengono il controllo sulla partita pur senza impegnare più Handanovic se non con un paio di tentativi dalla lunga distanza di Asamoah e Pogba.
Al 40° l’unica occasione del primo tempo per i nerazzurri: Palacio vince un corpo a corpo con Bonucci su una palla spiovente e fa arrivare il pallone a Kovacic per un contropiede in superiorità numerica, al limite dell’area il croata scarica la palla sulla destra per l’attaccante argentino il cui tiro però finisce altissimo.
L’inizio di ripresa sarebbe da trasmettere in loop in una stanza buia ad Appiano Gentile costringendo i giocatori a guardare le immagini mentre risuona la nona sinfonia di Beethonven e una flebo li induce a provare dolore e nausea.

Un tranquillo lunedì ad Appiano
Un tranquillo lunedì ad Appiano
Al 47° sugli sviluppi di un calcio d’angolo si crea un batti e ribatti in area che mettono in luce da una parte l’indecisione e la paura di Nagatomo quando gli arriva la palla tra i piedi, dall’altra la fame e la grinta dei padroni di casa che si avventano sui palloni vaganti e con Chiellini realizzano il 2-0. Passano 5 minuti e capita ancora sui piedi di Palacio l’occasione per raddrizzare in qualche modo la partita: Alvarez salta Lichtsteiner e arriva sul fondo, sul cross rasoterra Rodrigo è il più lesto di tutti ma la sua girata al volo finisce un’altra volta alta.  Il gol del 3-0 di Vidal è l’apoteosi della differenza di atteggiamento tra le due squadre: Llorente riceve palla in area da una rimessa laterale, la protegge spalle alla porta e la serve a Pogba che anticipa sia Campagnaro che Rolando, il tiro del francese è solo respinto di qualche metro da Handanovic ma ancora una volta il più lesto è un giocatore bianconero, Vidal anticipa infatti Juan Jesus, Nagatomo e Taider e segna il terzo gol. Da questo momento i padroni di casa si rilassano e iniziano a giochicchiare senza voler infierire ulteriormente sugli avversari.
Mazzarri inserisce nell’ordine Milito, D’Ambrosio e Botta al posto di Kuzmanovic, Jonathan e Kovacic ma l’inerzia della partita non cambia e resta saldamente nelle mani del potentissimo centrocampo bianconero. L’Inter ha comunque un sussulto al 71° con il gol di Rolando su una mischia in area ma sembra più un regalo dei padroni di casa per scusarsi del lancio di uova e di sassi all’arrivo del pullman.
Ultimo quarto d’ora di partita in cui la squadra di Conte ha un calo di attenzione e concede la terza palla gol a Palacio che per la terza volta non inquadra nemmeno la porta, mentre al 90° l’ex Vucinic arriva a colpire il palo in contropiede complice la deviazione di un difensore nerazzurro.
Rocchi può così fischiare la fine della partita, un 3-1 che come l’anno scorso conferma l’inviolabilità del Conad Stadium (ahno!)
Il mister:
Non mi aspettavo niente da questa partita, d’altra parte già squadre ben più forti e strutturate dell’Inter come Roma e Napoli sono state trattate nello stesso modo dai bianconeri: gol nei primi 15 minuti e poi controllo della partita. Il nulla prodotto però e l’atteggiamento di chi punta allo 0-0 hanno lasciato l’amaro in bocca. La sensazione è che la squadra abbia perso da un po’ entusiasmo e coraggio mentre la paura è quella che abbia perso la fiducia dell’allenatore. Fossi in Mazzarri proverei una mezza rivoluzione anche di modulo per risvegliare gli animi.
I più:
Taider: c’è poco da salvare nella prestazione di oggi, ma l’algerino è sembrato l’ultimo ad arrendersi.
Kuzmanovic: l’intervento duro su Vidal doveva servire da esempio per i compagni, nessuno però l’ha seguito.
I meno:
Jonatomo: asfaltati sulle fasce, incerti con la palla tra i piedi.
Palacio: scusa Rodrigo, chiedi un paio di settimane di aspettativa.

sgrigna

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