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L'Inter Campus va all'ONU

Inter Campus è uno dei grandi motivi di orgoglio nel tifare Inter, una realtà di cui pochi parlano. E sbagliano. Sbagliano talmente tanto che all’ONU (evidentemente non l’ultimo dei pirla) se ne sono accorti e una delegazione della società ha avuto l’onore di presentare i programmi di Inter Campus alla sede centrale dell’ONU.
Inter Campus opera da anni in paesi svantaggiati e attraverso i suoi programmi ha potuto aiutare i bambini di queste zone ad integrarsi nelle proprie comunità, offrendo una rete di sostegno scolastico e sanitario. Il tutto è stato possibile semplicemente insegnando ai bambini a giocare a calcio e creando delle partnership di assistenza e sviluppo con organizzazioni locali non governative. E dici niente…
Io spero di potervene parlare al più presto in modo completo ed esaustivo, per ora c’è la traduzione dell’articolo del centro stampa dell’ONU.

Toldo e Figo, con Wilfried Lemke e Cesare Maria Ragaglini.

28 November 2012 – Le stelle del calcio Luís Figo e Francesco Toldo sono stati oggi alla sede centrale della Nazioni Unite per il lancio di una nuova collaborazione tra l’ONU e Inter Campus, un progetto di F.C. Internazionale per aiutare i giovani in difficoltà.
I due ex-giocatori hanno parlato del proprio coinvolgimento nell’organizzazione, che attualmente aiuta 10.000 bambini bisognosi in 25 nazioni in tutto il mondo attraverso programmi sociali e di cooperazione basati sul calcio. Inter Campus sarà presto anche in Tunisia con il UNOSDP, l’Ufficio delle Nazioni Unite dello Sport per lo Sviluppo e la Pace.
“Si tratta di una collaborazione straordinaria per noi, che darà grande credibilità al lavoro che stiamo portando avanti”, ha detto Figo – un ex centrocampista dell’Inter e non solo, detentore del record di presenze nella nazionale portoghese – in un’intervista all’ufficio stampa delle Nazioni Unite. Figo ha aggiunto che si tratta di una collaborazione “per la vita”, nella quale l’ONU potrà offrire a Inter Campus il “giusto sostegno e i partner giusti per continuare a crescere”.
Toldo ha sottolineato come Inter Campus operi in molte delle stesse zone del mondo in cui l’ONU è altrettanto fortemente impegnata a promuovere programmi di pace, sicurezza e sviluppo, non ultimo il Medio Oriente, in cui l’organizzazione è riuscita a riunire 100 bambini israeliani e 100 bambini palestinesi attraverso il calcio. “All’inizio quando sono entrati in campo, israeliani e palestinesi hanno occupato lati opposti” ha ricordato Toldo – un ex portiere con 20 anni di carriera, di cui 9 all’Inter – in un’intervista successiva, “ma quando abbiamo dato loro i palloni e le maglie dell’Inter, si sono immediatamente uniti e hanno giocato tutti insieme”.
Il Consigliere Speciale del Segretario Generale per Sport per lo Sviluppo e la Pace, Wilfried Lemke, ha affermato che l’Inter è diventata un “modello” per le altre società di calcio, che stanno ora iniziando ad essere più coinvolte nell’ambito della “responsabilità sociale”. “Ci stiamo concentrando come possiamo utilizzare lo sport come uno strumento di sviluppo e di pace” ha aggiunto a proposito degli sforzi dell’ONU in quest’ambito, mentre informava i giornalisti alla sede dell’ONU “e per questo abbiamo bisogno di modelli positivi”.
L’Ambasciatore italiano all’ONU Cesare Maria Ragaglini, ha ricordato che Inter Campus ha restituito il “diritto di giocare e di sorridere” ai bambini in alcuni dei paesi più svantaggiati al mondo, alcuni dei quali dilaniati dalla guerra. Durante la giornata Figo e Toldo hanno presentato i programmi in essere in paesi come l’Angola, il Venezuela e il Brasile.
Il presidente dell’Inter Massimo Moratti ha fondato Inter Campus nel 1996, le attività sono iniziate nell’anno seguente. L’organizzazione oggi presieduta dalla figlia, Carlotta Moratti, conta oggi con la collaborazione non solo di agenzie non governative, ma anche con imprese del settore privato che coprono i costi dei programmi.
Figo ha aggiunto che non si è unito alle attività di Inter Campus solo perché pensava che fosse una buona causa, ma perché anche lui si è sentito bene quando ne ha visto i risultati, “so che non possiamo cambiare il mondo, ma se possiamo cambiare la vita, in questo caso di migliaia di bambini, è un’enorme soddisfazione. Penso che la comunità del calcio abbia delle responsabilità in termini di integrazione sociale”. Toldo ha detto che gli piaceva l’idea di “restituire qualcosa” ai giovani che non hanno speranza.
Fonte: US News Center

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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