Bauscia Cafè

Le occasioni perse e quelle da non perdere

Eccoci qui al giro di boa. Siamo esattamente a metà campionato. Siamo campioni d’inverno? Nemmeno per sogno. Ci fermiamo con la medaglia (parziale) d’argento, e sebbene questa situazione potrebbe piacere ad alcuni per deresponsabilizzare ancora di più un ambiente magari un po’ troppo suscettibile alle pressioni, a me fa incazzare.

Perché questo girone che ci vede ad una spanna dalla testa della classifica può sembrare si molto buono, ma solo perché le nostre avversarie sono, chi più chi meno, implose. Non ci credete? Facciamo una analisi degli ultimi sette “gironi secchi” giocati dalla nostra squadra, quattro con Spalletti e gli ultimi tre con Antonio Conte.

and. 17/18: 41 punti — rit. 17/18: 31 punti
and. 18/19: 39 punti — rit. 18/19: 30 punti
and. 19/20: 46 punti — rit. 19/20: 36 punti
and. 20/21: 41 punti

Come si può facilmente notare, il risultato di quest’anno è inferiore rispetto a quello dell’anno scorso. Siamo in linea con il primo anno di Spalletti, e più meno anche con l’anno successivo. Stagioni che ci hanno visto crollare a Gennaio, se ben ricordate. A dire il vero nelle ultime quattro partite abbiamo raccolto solo una vittoria, quindi anche quest’anno un minimo di trend negativo a voler essere pessimisti, si può ancora trovare.

Ma quale è quindi il punto?

Il punto è che noi non stiamo facendo nulla di più del compitino, nulla di più di quello che siamo soliti fare, negli ultimi anni.

Ci troviamo ad un soffio dalla vetta per demeriti altrui, e non per meriti nostri. twittalo

E questa cosa, lo ribadisco, mi fa incazzare forte.

Siamo si quelli delle otto vittorie consecutive in campionato, ma siamo anche quelli della partenza monstre con la difesa più ballerina degli ultimi paio di lustri. Siamo quelli del seppuku contro la Roma, quelli del pareggio casalingo contro il Parma del desaparecido Liverani, quelli che han preso sberle da Ranieri.
Nessuno chiede il percorso netto – e ci mancherebbe, siamo realisti suvvia – ma trovarsi secondi al giro di boa di una annata che vede come principali avversari la Juve più scarsa degli ultimi dieci anni, allenata da un improvvisato mister; il Milan di Pioli e del totem Ibrahimovic, la Roma che deve ancora capire i regolamenti delle competizioni che affronta, e la bellissima Atalanta del fu Gasperini, a me fa incazzare. E pure forte.

Queste sono occasioni perse. E vabbè, ci sta. Ci serva da lezione. Quello che però bisogna fare, è smettere di continuare a perderle, queste occasioni. Un pareggio a Udine di per sé ci sta tranquillamente, ma se è l’ennesima occasione in cui hai la possibilità di mettere un bel simbolo lì in mezzo al campionato e bene o male fallisci, ti dimostri un po’ naïf, e non va bene manco per niente. Penso sinceramente che certe sciocchezze non ce lo possiamo permettere. Non noi, non con la nostra storia recente. Non con la squadra che abbiamo. Non con l’allenatore che abbiamo.
Sia chiaro, lo ribadisco: non c’è nessun problema specifico, non sono nemmeno amareggiato per un pareggio in trasferta che considero quasi fisiologico.

forza ragazzi!

Parliamoci chiaro: questa è una stagione anomala. Ci sono voci sul cambio di proprietà. C’è un mercato inesistente ora, ma che è condiviso, nella sua inconsistenza, da praticamente tutte le società. E che paradossalmente può rinforzarti se si deve per forza andare a pescare dalla panchina, perché non tutte le società hanno panchinari pagati quanto i nostri. Forti come i nostri.
Certo, in alcuni ruoli siamo corti. Ma abbiamo visto le rose altrui? E quando si gioca alla stessa identica maniera da due anni, quanto ti possono destabilizzare le chiacchiere sulla vendita della società? Sinceramente non ne ho idea, non essendo mai stato personalmente protagonista in un discorso di questo tipo.

Tutto quello che volete. Tutti i “però” che volete. Tutte le attenuanti che volete. Ma lo dico oggi, a fine gennaio, a metà campionato, senza più coppe europee da disputare: questo campionato va aggredito forte. Va preso con ferocia e con il sangue agli occhi. Perché ci sono tutti i presupposti per poter fare qualcosa di importante. Non bisogna perdere le occasioni che ci si presenteranno davanti – perché fidatevi che ci saranno, e nemmeno pochissime – per poter ricominciare a sentirsi grandi. Sarebbe un delitto incredibile ed imperdonabile. Ed io sono già incazzato forte.

Vujen

Classe '85, marchigiano, interista da tre generazioni. Appassionato di fotografia, Balcani e cose inutili ma costosissime. I suoi pupilli sono Walter Samuel e l'indimenticabile Youri Djorkaeff. Lautaro più altri 10.

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