Bauscia Cafè

Sarà Inter-Manchester United

RonaldoE così, alla fine, l’urna ha parlato. Saccente, presuntuosa, beffarda come al solito, ha tirato fuori come un coniglio dal cilindro un triplice scontro Italia-Inghilterra. La tecnica, lo spettacolo, la velocità e la “simpatia” di Roma e Arsenal da un parte, la forza, la presunzione e l’orgoglio della classe media di Juventus e Chelsea dall’altra. E soprattutto il meglio che Serie A e Premier League possono offrire da due anni a questa parte: Inter contro Manchester United.
Era uno dei sorteggi più probabili e molti in casa nerazzurra addirittura se lo auguravano. Chiariamo subito una cosa: lo United tecnicamente è la squadra peggiore da affrontare, per qualsiasi avversario. I Red Devils sono i Campioni d’Europa in carica, con ogni probabilità fra due giorni diventeranno Campioni del Mondo, hanno fra le loro fila il Pallone d’Oro e talenti assoluti in ogni ruolo, in panchina c’è un mostro sacro come Sir Alex Ferguson, casa loro è uno dei regni più affascinanti e inquietanti del panorama calcistico mondiale. L’Inter vista fino ad oggi in Champions League non ha una sola speranza di passare il turno. Però.
Però un sorteggio migliore per l’Inter probabilmente non poteva esserci. E non è masochismo o autolesionismo, ma semplicemente l’ovvia conclusione di una serie di ragionamenti che ruotano intorno a questa partita. Tanto per cominciare non abbiamo di fronte nessuna “squadra rivelazione”, nessuna “piccola senza pretese”, nessuna “provinciale arrivata per la prima volta nel calcio che conta”. Nessun Valencia, nessun Villareal, nessun Anorthosis. Per una volta quelli che non hanno niente da perdere siamo noi. Affrontiamo la squadra più forte del lotto: perdere non può e non deve essere un dramma, vincere può essere il passo decisivo verso l’abbattimento di ogni ostacolo. Eliminare lo United dalla Champions League in una sfida di andata e ritorno è impresa in cui solo pochi eletti possono riuscire. Sbattere fuori il Manchester dal massimo palcoscenico europeo significa non avere più alcun limite, non vedere precluso nessun traguardo.
Inoltre c’è l’inutilità -evidente- di arrivare per esempio in semifinale battendo avversari di poco spessore per poi essere sbattuti fuori al primo vero ostacolo. Se si deve uscire, ottavi o semifinali non fa differenza. Sotto a chi tocca dunque, che male che vada ci concentriamo sul campionato senza fronzoli per la testa. E poi parliamoci chiaro: a noi le passeggiate non sono mai piaciute. Non siamo mai riuscite a farle. Noi, vittoria o sconfitta che sia, siamo una squadra da imprese leggendarie. Siamo la squadra degli spareggi scudetto, delle Coppe Intercontinentali alzate nel cielo di Buenos Aires e dopo lo spareggio di Madrid, delle rimonte impossibili fatte e subite. Noi perdiamo gli scudetti giocando contro chi non ha nulla da chiedere e li vinciamo quando davanti abbiamo chi lascia l’anima in campo. Ce la vedreste, una squadra così, arrivare in finale passeggiando sui Celtic, Bayern e Manchester menomati della situazione? Sarebbe antistorico, poco serio. Poco elegante, direi.
Lo dice anche la nostra storia recente. Quando superiamo i nostri limiti e le nostre paure lo facciamo in grande stile, esprimendoci al cento per cento. Per riportare a casa uno scudetto che mancava da 18 anni non ci siamo limitati a dimostrare di essere i più forti: abbiamo polverizzato ogni record, spazzando via 100 anni di Serie A come un mucchietto di sabbia. Lo stesso dovrà accadere, prima o poi, per la Champions League: mettere l’Europa ai nostri piedi, senza se e senza ma. Vincere in grande stile. Trionfare, al di là di ogni possibile obiezione. E per ottenere un risultato del genere, il primo passo non può essere fatto in uno stadio diverso dall’Old Trafford.
Dalla nostra parte un grande allenatore, che conosce bene la strada della Champions, conosce bene il Manchester United e ha un record a dir poco invidiabile nei confronti di Sir Alex Ferguson. Se sapremo seguirlo potrà portarci lontano. Se è in grado di far fare il salto di qualità che tanto manca in Europa, potremo vederlo subito. Altrimenti, senza drammi, testa bassa e lavorare per il quarto scudetto consecutivo. Che c’è chi sta peggio.
Da qui a marzo possono cambiare tante cose. Ma oggi, 20 dicembre 2008, una sola è la certezza: al Manchester United, nel sorteggio di Nyon, la fortuna ha voltato le spalle.
Commenti (155)

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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