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Il Quinto dice "Non devi rubare"

MoggiMentre la giustizia sportiva continua lentamente ma costantemente il suo processo di riabilitazione, noi ci sforziamo, pesando le parole, di chiamare le cose con il loro vero nome: associazione per delinquere.
Si è conclusa a Napoli la prima di (almeno) tre parti della requisitoria del pm Giuseppe Narducci nel processo penale relativo ai fatti di Calciopoli, e le parole del magistrato, affiancato dal pm Filippo Beatrice, pesano come macigni. Senza mezzi termini, si parla di una competizione “fra due sole squadre: la Juventus e il Milan” guidata dalla semplice logica di “vincere a tutti i costi”. Vincere cosa? Non un semplice campionato, non un semplice torneo. Bensì “due campionati: uno giocato sul campo, l’altro parallelo che si giocava prima, durante e dopo le partite ed era rimesso nelle mani di Moggi, Giraudo e dei loro interlocutori”. E, come se non bastasse, il campionato giocato sul campo è solo un accessorio, “diretta conseguenza di quello che si gioca nelle stanze del potere”.
Una associazione per delinquere cosciente e consapevole della propria esistenza, poichè è evidente che “i protagonisti parlano di sè stessi come di una organizzazione, una congrega di Luciano Moggi”. Una associazione per delinquere che gestiva tutto il mondo del calcio: dagli assetti dirigenziali della FIGC, attorno ai quali si era svolta “una lunga campagna elettorale destinata ad avere ripercussioni anche sugli assetti illegali dell’organizzazione”, ai risultati sul campo, decisi a tavolino da più persone che “cercano o riescono ad alterare più incontri di serie A nell’interesse della Juve”. Dalla lotta per la retrocessione, dove Carraro si proccupa del fatto che “si devono salvare Lazio e Fiorentina”, al potere dei designatori arbitrali Pairetto e Bergamo, che si scopre agente assicurativo di polizze vita milionarie a favore della Juventus.
E Narducci risponde anche a chi, ancora, ripete stancamente la solfa della mancanza di prove di una corruzione “in senso proprio” dicendo che sì, è vero, non ci sono prove in tal senso. “Ma vi è la prova granitica di come far parte di questo gruppo di potere fa grande differenza in termini di carriera e di retribuzione. Se si era graditi si arbitravano più partite e più partite di cartello, c’era la possibilità di arbitrare incontri internazionali. Si guadagna in prestigio, considerazione, potere e anche denaro”.
Non si salva nessuno dalla requisitoria del pm. Anzi sì, qualcuno si salva. Perchè Narducci non si fa mancare il vezzo di rispondere al tentativo di autodifesa più banale, più scontato e più…falso. E ci tiene a precisare che “Nelle migliaia di intercettazioni ci sono solo quelle persone perchè solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano interecettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti ci dicono che non è  vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle. Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli. Queste sono solo balle messe in giro e smentite dai fatti”. E anche dal punto di vista delle schede occulte e delle utenze nascoste non c’è discussione: “schede del signor Moratti e del signor Sensi non ce ne sono, ci sono invece quelle schede di cui abbiamo parlato”.
E allora mettetevi seduti comodi, cari amici lurker, fate un bel respiro e ripetete insieme a noi:
Sono solo balle smentite dai fatti.
Balle smentite dai fatti.
Balle smentite dai fatti.
Continua.
Commenti (80)

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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