Giorni fa il Comitato di redazione (Cdr) del Corriere della sera (Cds) ha pubblicato un comunicato, a proposito della campagna pubblicitaria per lanciare «GazzaBet», un sito di scommesse online associato alla Gazzetta dello Sport (com’è noto, Corrierone e Gazza sono entrambi editi da RcsMediaGroup).
Nel comunicato, si cerca di spiegare ai lettori due cose:
“In calce alle paginate di pubblicità, scritte con un carattere piccolissimo, compaiono due avvisi che sono invece di fondamentale importanza e sui quali, dunque, richiamiamo la vostra attenzione. La prima: «Il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza patologica». Come dire: RcsMediaGroup si sta avventurando in un campo minato, in un settore controverso, ad alto tasso di rischio sociale e completamente estraneo all’attività editoriale dell’azienda.
Anche la seconda avvertenza è riportata in una noticina quasi illeggibile: «GazzaBet non coinvolge le strutture giornalistiche di RCS». Le lettrici e i lettori devono sapere che questa iniziativa non solo «non coinvolge» i giornalisti della Gazzetta dello Sport, ma anzi è stata pensata e attuata contro il parere della redazione”.
La rappresentanza sindacale dei giornalisti conclude che è lecito che l’editore cerchi “nuove fonti di ricavi”. Ma “puntare su un sito di scommesse significa semplicemente sfigurare l’identità, la reputazione, il prestigio del quotidiano sportivo di gran lunga più importante in Italia”.
Il Cdr del Cds ha ragione: ma fa finta di non vedere che “identità, reputazione e prestigio” della Gazzetta erano già in caduta libera.
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