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Giovinco corona il suo sogno. Ghirardi anche.

Noi non siamo giornalisti, da queste parti. Precisazione inutile? No, non in questo caso. Non in questo caso perchè sì, è ovvio che non siamo giornalisti nè aspiriamo a diventarlo (a proposito, non azzardatevi mai a definirci tali: sta succedendo un po’ troppo spesso, ultimamente)…ma oggi, in questa situazione, ci preme specificare questa diversità perchè il nostro non essere giornalisti comporta alcune conseguenze. Una, in particolare, è quella che ci interessa ora e si riassume in una domanda tutto sommato semplice: è giusto non pubblicare una notizia, una indiscrezione, una considerazione solo ed esclusivamente “per il bene dell’Inter”? La risposta, non essendo giornalisti, è assolutamente sì.
Non ci interessa “fare lo scoop” o arrivare prima degli altri in una continua gara tanto stupida quanto inutile nell’era di internet. Ci interessa il bene dell’Inter. E quindi se per una determinata analisi vale la pena tenere un profilo più basso, non la pubblichiamo o aspettiamo il momento opportuno per farlo.
Facciamo un esempio concreto, tanto per capirci bene? Il tormentone Giovinco. Abbiamo passato un mese a leggere su più o meno tutti i siti di informazione dell’interesse dell’Inter per Giovinco, di trattative avanzatissime con il Parma, di valutazioni che crescevano giorno dopo giorno…20 milioni, 24 milioni, 26 milioni. Per Giovinco? Sì, per Giovinco. Secondo qualcuno, l’Inter sarebbe stata pronta a spendere 26 milioni per un trequartista di 25 anni, con trascorsi in realtà medio-piccole, con tutto da dimostrare e in un ruolo già coperto da Sneijder, Alvarez, Coutinho e persino il neo acquisto Palacio. Più d’uno era pronto a giurare sulla veridicità della trattativa. Ma lo scenario all’interno del quale si creavano queste voci qual era? Questo se lo sono chiesto in pochi.

Trattandosi della Juve, il lapsus freudiano era dietro l'angolo
Giovinco era in comproprietà tra Parma e Juventus: cresciuto nella Primavera bianconera, debutta in prima squadra in Serie B e poi viene ceduto prima in prestito e poi in comproprietà, un po’ perchè la Juventus non credeva nei suoi mezzi un po’ perchè il giocatore non rientrava nei piani di Conte. Succede, però, che Giovinco fa una stagione molto buona a Parma e le sue quotazioni si alzano un po’. Un po’ ma, evidentemente, non abbastanza per il Parma che è assolutamente cosciente del fatto che il giocatore non resterà un altro anno in Emilia (a 25 anni vuole giustamente mettersi alla prova ad altri livelli) e vuole quindi monetizzare al massimo la sua cessione. Ma monetizzare la cessione di un giocatore del genere, data la comproprietà, significa portare a casa 7-8 milioni, non di più. Cosa inventarsi, allora? Ovvio: l’interesse di un’altra squadra. Una squadra con cui si è ovviamente in buoni rapporti, magari una squadra rivale della Juventus, che possa così stuzzicare la reazione dei bianconeri e una -tanto incredibile quanto unilaterale- asta al rialzo. Basta uno scambio di parole con alcuni dirigenti nerazzurri ed ecco che, proprio come successo a gennaio con Tevez e in nome degli ottimi rapporti che regnano tra le due società (basti pensare alle numerosissime operazioni concluse soprattutto a livello giovanile negli ultimi due anni: Obi, Nwankwo, Crisetig, Monachello, Galimberti…), la “soffiata” inizia a girare: l’Inter è interessata a Giovinco, Stramaccioni ha pronta una maglia da titolare, trattativa avanzata, smacco alla Juventus. Inter pronta ad aiutare il Parma a riscattare il giocatore per poi portarlo a Milano di corsa. Un coro unanime su tutti i giornali. Ma come? La Juventus cresce un simile talento dentro casa e se lo fa scappare così? Per di più verso gli “acerrimi nemici” di sempre, verso i destinatari di quella paranoia complottista che chissà quando (e se) si decideranno a superare dalle parti di Torino? Impossibile. Non può succedere.
L’esca funziona, si muove tutto lo stato maggiore juventino, arrivano le prime telefonate a Ghirardi. Quelle buste che fino a pochi giorni prima erano la soluzione preferita -nella convinzione che il Parma non avrebbe mai potuto mettere una grande cifra- diventano all’improvviso un pericolo da evitare, da scongiurare. “Non andiamo alle buste, troviamo un accordo” sì, certo, non c’è problema, ma il giocatore ormai ha un certo valore…”Ne siamo coscienti, vogliamo riportarlo a Torino” anche se c’è in giro chi lo valuta 25, 26 milioni…”Vediamoci e parliamone, una soluzione la troveremo”.
11 milioni più, pare, qualche contropartita. Sebastian Giovinco è stato riscattato dalla Juventus sulla base di una valutazione compresa fra i 22 e i 26 milioni di euro. 11 milioni per un giocatore che un anno fa non rientrava nei piani dell’allenatore, 11 milioni per un prodotto del vivaio lasciato partire evidentemente troppo presto, a dimostrazione che certi errori si commettono un po’ dappertutto.
Cosa ci guadagna l’Inter in tutto questo? Il rafforzamento di buoni rapporti (Crisetig giocherà a Parma l’anno prossimo, e probabilmente non sarà l’unico), un canale privilegiato con una società amica, un favore “a buon rendere”. Bisognerà capire se saremo altrettanto bravi a sfruttare questo vantaggio, quando sarà il momento. Quello che era importante, oggi, era chiarire bene cosa c’è dietro certe voci di mercato, soprattutto in questo periodo: quante chiacchiere, quante falsità, quanti giochi più o meno trasparenti.
Chiarire bene inoltre, a qualcuno che ce l’aveva chiesto, il significato di un tweet pubblicato qualche giorno fa, quando il riscatto del giocatore da parte della Juventus è diventato praticamente cosa fatta.

 

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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