Bauscia Cafè

EURO2012 – Day1

Al termine della prima giornata in tutti i gironi degli Europei di Polonia e Ucraina, possiamo fare un primo bilancio di tutte le nazionali scese in campo, dei giocatori e delle partite viste fino ad  ora.
GRUPPO A – Sulla carta il gruppo dal livello tecnico più basso, ma questo non significa un gruppo poco equilibrato: l’unica vera favorita sembrava la Russia, con Polonia, Grecia e Repubblica Ceca a giocarsi il secondo posto.
Nella partita inaugurale contro i padroni di casa debutta la Grecia: stesso schema visto nel 2004, quando gli ellenici -poi vincitori del torneo- si trovarono di fronte il Portogallo. All’epoca vinsero 2-1 mentre stavolta non sono riusciti ad andare oltre l’1-1 contro una Polonia brava e fortunata, capace addirittura di passare in vantaggio con Robert Lewandowki -migliore in campo UEFA- ma incapace di gestire la superiorità numerica causata dall’espulsione di Papastathopoulos al 45′. Ad inizio ripresa però una Grecia che come al solito non muore mai trova il pareggio con Salpingidis e 20 minuti dopo un arbitro decisamente disastroso (il quarto uomo era Rocchi: coincidenze) le dà anche l’occasione di passare in vantaggio concedendo un calcio di rigore e espellendo il portiere polacco Szczęsny: l’ex nerazzurro Karagounis -35 anni compiuti- si fa però parare il rigore dal secondo portiere Tytoń e la partita, in 10 contro 10, finisce in parità.
In serata la Russia non si fa pregare per legittimare sul campo i favori del pronostico e le pressioni di Advocaat (“Possiamo vincere gli Europei“): dopo la convincente vittoria in amichevole con l’Italia, il 4-1 con cui liquida la Repubblica Ceca è tanto netto quanto eloquente. Il 2-0 con cui si chiude il primo tempo, grazie ai gol di Dzagoev e Shirokov, sta persino stretto ai russi al termine di 45′ dominati in cui la Repubblica Ceca non è praticamente mai riuscita a rendersi pericolosa. Ad inizio ripresa però il gol che non ti aspetti, con Pilař che sfrutta un bellissimo assist di Plašil e tenta di riaprire la partita. E’ solo un lampo nel buio però: il dominio russo ricomincia immediatamente ed è solo questione di tempo prima che ancora Dzagoev al 79′ e Pavlyuchenko all’82 chiudano una partita senza storia. Nonostante l’ottima prestazione di Arshavin, il migliore in campo è senza ombra di dubbio Alan Dzagoev, trequartista del CSKA Mosca, classe 1990 in scadenza di contratto al 31 dicembre prossimo: ma come fa a non avere una fila di squadre pronte a prenderlo gratis?

Classifica: Russia 3 - Polonia 1 - Grecia 1 - Repubblica Ceca 0
GRUPPO B – L’antitesi del gruppo A: un girone sulla carta dal tasso tecnico altissimo quello in cui si scontrano Danimarca, Germania, Olanda e Portogallo, anche questo senza due vere favorite perchè in 6 partite fra queste squadre qui può succedere di tutto.
E di tutto succede nella prima partita del gruppo, infatti, che mette di fronte la Danimarca e i vice-campioni in carica dell’Olanda. Sulla carta niente di insormontabile per gli oranje, ma sul campo è un’altra storia. Sul campo si vede un’Olanda contratta, poco convinta, verrebbe quasi da dire poco determinata a portare a casa il risultato. Di certo un’Olanda sprecona, che cerca di impallinare in ogni modo Andersen (saranno 28 tiri a 8 alla fine) senza però riuscirci. Dopo 24 minuti di bel gioco e tante occasioni olandesi, infatti, sale in cattedra Michael Krohn-Dehli -inevitabile man of the match- che con un tiro preciso batte Stekelenburg. Da qui in poi è tutta una sinfonia in arancione, ma nonostante 8/11 dei titolari dell’ultima finale mondiale e nonostante il più giovane giocatore a scendere in campo in un Europeo -Jetro Willems, che a 18 anni e 71 giorni toglie il primato a Vincenzino Scifo- la porta di Andersen resta inviolata e ora, con Germania e Portogallo ancora da affrontare, il cammino per la Nazionale di Sneijder si fa decisamente in salita.
Molto meno in salita il cammino della Germania invece, che nonostante una partita equilibrata riesce a battere il Portogallo a 20′ dalla fine con un gol del solito Mario Gomez. Una partita non bellissima ma aperta a qualsiasi risultato, con la Germania che gioca decisamente meglio ma il Portogallo che colleziona le occasioni migliori: clamorosa quella capitata sui piedi di Pepe alla fine del primo tempo, che in seguito ad un calcio d’angolo stoppa perfettamente il pallone ma lo scaglia contro la parte bassa della traversa. Poi tanta Germania, ma alla fine ci vuole il solito Gomez -rimasto in ombra per gran parte del match- per sbrogliare la matassa. Il migliore in campo? Come spesso accade, quel Mesut Özil dai cui piedi passano praticamente tutte le azioni pericolose dei tedeschi. Attenzione a questa Germania che sembra il classico diesel da grandi manifestazioni per Nazionali: partenza lenta e cammino inarrestabile.
Classifica: Germania 3 - Danimarca 3 - Olanda 0 - Portogallo 0
GRUPPO C – E’ sicuramente il gruppo sotto maggiore osservazione: nonostante un esito sulla carta scontato, scendono in campo le ultime due squadre Campioni del Mondo e i Campioni d’Europa in carica: la Spagna, Nazionale del 2000, e l’Italia, culla storica del calcio europeo.
E sono proprio Spagna e Italia ad affrontarsi nella prima partita che avremo visto tutti o quasi. Forse in pochi si aspettavano di vedere un’Italia in grado di giocarsela in questo modo contro le Furie Rosse, ma in realtà il gioco degli spagnoli è probabilmente quello che gli azzurri sanno affrontare meglio. Nel primo tempo la scelta di Del Bosque di scendere in campo senza punte sembra un suicidio tattico, e infatti le occasioni migliori sono per l’Italia che con De Rossi chiude benissimo la difesa e con Pirlo e Marchisio in mezzo al campo riesce persino a tenere sotto controllo il gioco. Manca incisività in avanti, e non è un caso che il momentaneo vantaggio arrivi proprio con l’ingresso in campo di Di Natale al posto di Balotelli. Poi però sale in cattedra la Spagna che pareggia immediatamente i conti con Fàbregas e con l’ingresso in campo di una punta vera, per quanto improponibile, come Torres va più volte vicinissima al gol del 2-1. Una partita buttata al vento da Del Bosque? Forse sì, ma attenti a sottovalutare questa Italia. L’impressione è che la Spagna non può prescindere dall’avere in campo una punta e qualcuno che conosca almeno vagamente il concetto di “tiro in porta”. L’Italia invece sembra avere dei limiti oggettivi, ma ha anche un paio di giocatori che, se girano a dovere, possono fare la differenza contro chiunque. Il migliore in campo UEFA è il solito Andrès Iniesta, stavolta molto meno “d’ufficio” di come siamo abituati a vedere.
Si giocano la possibilità di impensierire le due “grandi” del girone Irlanda e Croazia, ma la Nazionale del Trap, dopo 24 anni di assenza dalla fase finale di un Europeo, sembra essere davvero poca roba a confronto dei croati. Bastano 3 minuti infatti a Mandžukić per portare in vantaggio la Croazia su una grossa indecisione della difesa irlandese. L’Irlanda è frastornata e rischia di subire il 2-0, ma dopo qualche minuto di ansia il Trap riesce a riorganizzare la squadra e arriva addirittura -insperato- il pareggio di Sean St Ledger. La Croazia non ci sta e si riversa in avanti ma, nonostante diverse azioni pericolose, sembra non riuscire a concretizzare. Sembra, appunto: a un minuto dal riposo ancora una deviazione di Ward finisce sui piedi di Jelavić, che batte facilmente Given e permette alla Croazia di andare al riposo in vantaggio. E nella ripresa bastano di nuovo 3 minuti a Mandžukić per mettere a segno un altro colpo di testa: palla prima sul palo e poi sulla faccia di Given, che la spedisce in rete. E’ il definitivo 3-1: l’Irlanda cerca di scuotersi ma alla fine sarà proprio la Croazia ad andare vicina al poker e a legittimare il vantaggio. Secondo croato dopo Davor Suker a firmare una doppietta agli Europei: può esserci man of the match diverso da Mario Mandžukić? E’ soprattutto grazie a lui che la Croazia, giovedì, può giocarsi contro l’Italia parecchie possibilità di proseguire il cammino oltre il girone.
Classifica: Croazia 3 - Spagna 1 - Italia 1 - Irlanda 0
GRUPPO D – Un altro gruppo dall’esito apparentemente scontato, un altro gruppo ricco di fascino, storia e cultura calcistica: ci sono dentro la Francia e l’Inghilterra, l’una contro l’altra in uno dei grandi classici del calcio europeo. Oltre a loro la Svezia e l’Ucraina di Ibrahimovic e Shevchenko, protagonisti assoluti di oggi e di ieri del calcio italiano (europeo no, suvvia: stiamo pur sempre parlando di Ibrahimovic).
Come nel gruppo C, anche qui la prima partita mette contro le due grandi favorite, Francia e Inghilterra. Senza lo squalificato Rooney ma con il nuovo tecnico Hodgson, l’Inghilterra parte forte e cerca di usare tutto il retaggio della propria tradizione per superare i francesi: risoluta, aggressiva e determinata a passare in vantaggio il prima possibile. Le occasioni arrivano però da una parte e dall’altra, con Nasri sugli scudi per i francesi e l’Inghilterra pericolosa con Milner e in contropiede. Ma alla mezz’ora su una punizione da destra di Gerrard il più veloce è Lescott che anticipa tutti e porta in vantaggio gli inglesi. La Francia si scuote subito e in soli 9 minuti colleziona prima due occasioni con Diarra e poi il meritato pareggio con un gran gol di Nasri: è il 39′ ma i francesi, non contenti, cercano di passare in vantaggio fino alla fine del primo tempo. Nel secondo tempo, complice il gran caldo, la partita rallenta e diventa decisamente noiosa, nonostante un paio di tentativi pericolosi della Francia con Ribery, Cabaye e Benzema. Alla fine è l’Inghilterra a sfiorare il colpaccio con Wellbeck, ma il risultato non si schioda da un 1-1 che, proprio come tra Spagna e Italia, lascia invariate le speranze di qualificazione per le due favorite. Migliore in campo senza ombra di dubbio il citizen Samir Nasri, meno reclamizzato ma più concreto di molti suoi compagni.
Nella sfida in cui debutta lo stadio della finale, invece, il migliore in campo non può che essere Andriy Shevchenko che, a 36 anni suonati, si prende il lusso di incastonare una delle ultime gemme della sua carriera rispondendo con una doppietta al momentaneo vantaggio svedese, firmato -con il solito inutile gol europeo- da Ibrahimovic. Primo tempo caratterizzato da tanta imprecisione degli attaccanti ucraini e, per loro fortuna, tanta bravura del portiere Pyatov che risolve un sacco di situazioni ingarbugliate e quando proprio non sa che pesci prendere, a 6′ dalla fine, viene aiutato dal palo che respinge un colpo di testa su corner di Ibrahimovic. Si rifarà al 7′ del secondo tempo Zlatan, appoggiano in rete un comodissimo rasoterra di Källström. Nel giro di 10 minuti però sale in cattedra Shevchenko: al 55′ sfrutta un bel cross di Yarmolenko e salta in testa a Mellberg per siglare il gol del pari e 7 minuti dopo, su corner di Konoplyanka, ancora di testa anticipa Ibrahimovic e realizza il gol del 2-1. Il ritorno a gare ufficiali dopo 2 anni e mezzo è un successo per l’Ucraina: nonostante i tentativi di Ibrahimovic, Elmander e Mellberg di riacciuffare il pareggio, infatti, la partita finisce 2-1 per gli uomini di Oleg Blokhin.
Classifica: Ucraina 3 - Francia 1 - Inghilterra 1 - Svezia 0

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

PODCAST

Twitter

Instagram

Instagram has returned empty data. Please authorize your Instagram account in the plugin settings .

Archivio