Bauscia Cafè

Stramala!

Inter-OM, semifinale di NextGen Series, 2-0, minuto 91. Stramaccioni in piedi davanti alla panchina urla alla sua difesa: “Alzatevi! State alti!“. “Volevo il 3-0” dirà alla fine del match.

Inter-Ajax, finale di NextGen Series. Sull’1-1 in 10 contro 11 Stramaccioni vede i ragazzi spenti, demoralizzati. Li sveglia lui: “Noi siamo l’Inter! Noi giochiamo a testa alta!

Julio Velasco li chiamava “gli occhi della tigre”.

Dura la vita per un piccolo blogger, di questi tempi.
Può succedere, ad esempio, che passi tutta una serata a scrivere un bellissimo resoconto della finale di NextGen Series condito da una serie di considerazioni sull’importanza di dosare con calma i ragazzi della Primavera, di non caricarli di aspettative, di non bruciarli. E poi chiudi -perchè no- con le stesse identiche considerazioni sul loro mister, Andrea Stramaccioni: un predestinato, un fenomeno della panchina, un genio, uno che si sta facendo invadere dallo spirito Bauscia…ma un ragazzo che è, semplicemente, al suo nono mese sulla panchina di una formazione Primavera. Uno che ha ancora tanta esperienza da fare, uno che va protetto, preservato, coccolato, uno che non va bruciato. Uno che, soprattutto, non va sbattuto per nove partite in una prima squadra gonfia di senatori più vecchi di lui, in uno spogliatoio che mai come quest’anno sembra un tritacarne. Ecco: immaginate 1500 parole su questa falsariga. Lavoro, fatica, ma soprattutto piacere, perchè se scriviamo qui sopra lo facciamo principalmente per quello: perchè ci piace.
Poi ti arriva la bomba: esonerato Ranieri, squadra a Stramaccioni.
Permetteteci di incensarci un po’, solo per dire che Bauscia Cafè è stato fra i primissimi a lanciare la notizia sul web, e poi veniamo al dunque. Cancellato in blocco il vecchio post, c’è quindi la realtà dei fatti: Andrea Stramaccioni è il nuovo allenatore dell’Inter.

La prima domanda, la più ovvia: perchè? Perchè Moratti aveva voglia di cambiare. Nonostante neanche 12 ore prima avesse dichiarato “penso che Ranieri resterà fino a giugno” (“penso”), da più parti rimbalzava la voce di un Presidente infastidito, nervoso, pensieroso…incapace, sostanzialmente, di lasciare scorrere degli eventi che non avevano più nulla da dire a livello sportivo e di risultati. Incapace di far passare il tempo con le mani in mano, bisognoso di dare un segnale, una svolta che potesse far capire a tutti che lui c’è, che segue da vicino l’Inter e che vuole risolvere al più presto la situazione in cui ci troviamo. Il problema, però, è come bisogna risolvere questa situazione.
Già. Perchè se la domanda più ovvia era “perchè?” la domanda più importante non può che essere: come? Come farà Andrea Stramaccioni ad allenare l’Inter? Cosa ci si aspetta da lui? Qual è l’orizzonte temporale a cui guardare?
Partiamo dalle basi: sembrerò eccessivo a chi non lo conosce, ma sul fatto che Andrea Stramaccioni sia un grande -un grandissimo- allenatore non esiste il minimo dubbio. Tatticamente preparatissimo, maniacale nella cura delle partite e dei dettagli, perfezionista fino all’estremo sulla preparazione delle palle da fermo, capace di padroneggiare più moduli e di farli interpretare al meglio ai suoi ragazzi, carismatico, esigente, severo ma allo stesso tempo capace di farsi seguire ovunque dalla sua squadra: uno così, a livello di Primavera, non si era mai visto. Il problema, però, sta proprio nel fatto che il salto dalla Primavera alla prima squadra così come è difficile per i ragazzi è difficile per l’allenatore. Soprattutto se quella prima squadra è l’Inter. Soprattutto se, come nella situazione attuale, lo spogliatoio di quella prima squadra ha causato più di un problema nel corso della stagione e se, passate la forzatura, l’età media di quello spogliatoio è più alta dell’età del mister. Soprattutto se le tue armi principali sono la grinta, la determinazione, la rabbia agonistica.
Uno degli ultimi dissidi tra la dirigenza e Ranieri riguardava l’impiego dei giovani in questo finale di stagione: non solo i ragazzi della primavera, ma anche i Castaignos e i Poli, gli Obi e i Faraoni. Ranieri ha sempre preferito puntare sulla “vecchia guardia” e ha ribadito le sue intenzioni fino a ieri: con questo cambio di panchina, quindi, si intende probabilmente imporre anche un cambio di tendenza su questo tema. Ma riuscirà Stramaccioni ad imporsi sugli Zanetti e sui Cambiasso, sui Lucio e sui Forlan, sui Maicon e sui Milito, ovvero su quelli che -in ultima analisi- dovranno restare in panchina per far giocare i giovani? Il vantaggio di Stramaccioni è quello di avere tutta (o quasi) la Società dalla sua parte: da Moratti a Paolillo passando per Ausilio e Samaden sono tutti convintissimi dei mezzi del nuovo tecnico, e anche chi non è stato coinvolto direttamente nel suo lavoro ha imparato ad apprezzarlo come persona, come uomo. Però torniamo sempre al solito punto: prima ancora della capacità di Stramaccioni di farsi seguire e rispettare nello spogliatoio ci sarà -ci dovrà essere- la capacità della Società di proteggerlo, contro tutto e contro tutti. Anche, e soprattutto, contro eventuali pressioni interne.
Protezione quindi, e unità di intenti. Che fa spesso rima con programmazione. Ovvero: per cosa è stato chiamato Andrea Stramaccioni? Posto che la stagione in termini di risultati non ha più nulla da dire per questa Inter, qual era la necessità di questo cambio? A cosa si vuole arrivare? Se Stramaccioni dev’essere il tecnico dei prossimi tre anni ed è stato chiamato per iniziare ad impostare oggi un lavoro che andrà avanti nella prossima stagione e in quelle successive, ben venga e giù il cappello di fronte a una mossa così saggia e così densa di programmazione da parte della Società. Ma se invece Strama fosse chiamato solo a un giro di giostra per nove partite, prima di lasciare la squadra a qualcun altro…ecco, che senso avrebbe? Che senso avrebbe togliere alla Primavera in piena corsa-scudetto quello che è molto più che un tecnico (“una guida“, “un maestro“, “un padre“, solo per stare alle definizioni dei ragazzi post-NextGen)? Che senso avrebbe, soprattutto, sbattere nel tritacarne un tecnico tanto promettente per sole nove partite con il tremendo e concreto -concretissimo- rischio di bruciarlo? Cosa succederà nel caso in cui queste nove partite non dovessero portare a risultati positivi? Ci sarà, in Società, la forza di proteggerlo e di continuare a farlo lavorare, a farlo crescere, a tenere la sua carriera legata a doppio filo con l’Inter?
Ecco: davanti a tutte queste domande noi, con un po’ di presunzione, ci rivolgiamo direttamente ad Andrea Stramaccioni. A quello che, noi per primi, non chiameremo solo “mister” o “Strama” ma, più semplicemente, Andrea.
Solo per dire che noi siamo al tuo fianco. Davanti a tutte le difficoltà che potrai trovare in questa affascinante e pericolosa avventura, davanti a tutte le pressioni che potrai subire, davanti a tutte le scelte che compierai e, nel caso, davanti a tutti gli errori che farai: sarà poco, anzi nulla, ma hai il nostro appoggio totale e incondizionato.
Stamattina ci risvegliamo con un nuovo allenatore, stamattina ci risvegliamo catapultati dentro una storia stracolma di rischi ma terribilmente affascinante. Stamattina ci ritroviamo a guardare all’immediato futuro con occhi nuovi, con la curiosità di chi, finalmente, vedrà in campo facce nuove e una nuova voglia di correre e di fare bene. Stamattina abbiamo la speranza di vedere di nuovo, dopo mesi, gli occhi della tigre sopra una maglia nerazzurra.
Stamattina abbiamo davanti a noi Andrea Stramaccioni, allenatore di FC Internazionale. E una domanda continua a girarci in testa:
e se fosse davvero un predestinato?

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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