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Dalla quota salvezza alla Champions League: dove deve guardare l'Inter?

Certo che il calcio è proprio uno sport strano. Prendiamo l’Inter (guarda un po’): fino a giovedì era quasi uno psicodramma, tra chi parlava di stagione da buttare e chi guardava ansioso a quei 40 punti, “quota salvezza” per eccellenza, da raggiungere il più presto possibile per evitare disastri. Oggi, complici la vittoria con il Chievo e le contemporanee sconfitte di Lazio e Udinese, c’è addirittura chi ricomincia a parlare di terzo posto. Dalla retrocessione alla Champions League in 90 minuti: ma dove deve guardare, davvero, questa Inter?
Prima ho citato di sfuggita il concetto di “quota salvezza”, conosciuto da chiunque segua da abbastanza tempo la Serie A: si dice, abitualmente, che una volta raggiunti i 40 punti una squadra non corra più il rischio di retrocedere. Perchè? Perchè tipicamente, soprattutto nella Serie A di diversi anni fa, 40 punti erano sufficienti per evitare il quart’ultimo posto che comportava l’onta di una retrocessione in Serie B (ammetto di non sapere bene cosa sia questa “Serie B” di cui alcuni parlano…provate a chiedere a qualche milanista o juventino se siete curiosi, saranno certamente più informati). Mi riferisco alla Serie A di diversi anni fa perchè questa “quota salvezza” nel tempo è cambiata: fra le retrocessioni che da quattro sono diventate tre e il periodo post-calciopoli che ha portato a una leggera redistribuzione dei punti in classifica, infatti, negli ultimi 5 anni solo una volta sono stati necessari 40 punti per salvarsi (nel 2006-2007), mentre le altre volte di punti ne sono stati sufficienti 37.
Così come la quota salvezza, anche la quota Scudetto negli ultimi anni ha avuto qualche modifica. Lasciando da parte, ancora, il campionato 2006-2007 e i mostruosi 97 punti collezionati dall’Inter di Mancini, negli anni successivi lo Scudetto è stato vinto a 85 punti nel 2008, a 84 nel 2009 e a 82 nel 2010 e nel 2011: la quota di riferimento massima diventa quindi 85, ma un evidente calo nel corso del tempo ed un altrettanto evidente livellamento verso il basso del campionato in corso fanno pensare che quest’anno basteranno probabilmente 80-82 punti per laurearsi Campioni d’Italia. Parliamo quindi di un cammino superiore ai 2 punti a partita: una media che per ora ha in canna il Milan (2,11, proiezione a 80 punti) ma assolutamente no la Juventus (1,96, proiezione a 74 punti).
E’ possibile, allora, utilizzare questa logica per capire dove può arrivare l’Inter?
Possiamo provarci.
Premessa numero uno: a differenza degli altri anni, da questa stagione  ad andare in Champions League saranno solo le prime tre classificate (due alla fase a gironi, una ai preliminari) anzichè le prime quattro come in passato. Allo stesso modo andranno in Europa League solo la quarta e la quinta, con la terza casella che sarà occupata dalla vincitrice della Coppa Italia. A seconda di come si classificano in campionato le due finaliste di Coppa Italia, però, l’accesso all’Europa League potrebbe essere aperto anche alla sesta classificata. Diciamo quindi che ci interessa sapere quanti punti sono necessari per il terzo, il quinto e il sesto posto.
Premessa numero due: l’abbassarsi della quota Scudetto di cui abbiamo appena discusso non comporta un abbassamento anche delle quote per le altre posizioni. Anzi, al contrario: i punti lasciati per strada dai Campioni d’Italia vengono di solito presi dalle dirette inseguitrici, comportando quindi un aumento dei punti necessari per arrivare in Europa. Prova ne sia il fatto che nel 2007, a fronte della più alta quota Scudetto della storia della Serie A (97 punti), ci sono stati i punteggi più bassi dell’ultimo lustro per il terzo (62), il quinto e il sesto posto (entrambi a 58 punti). Al contrario nel 2011 alla quota Scudetto più bassa del periodo post-calciopoli (82) ha risposto la più alta quota per il sesto posto (63), mentre i picchi per il terzo e il quinto posto (rispettivamente 74 e 68 punti) ci sono stati nel 2009, quando comunque l’Inter di Mourinho si laureò Campione d’Italia con soli 84 punti.
Partiamo dal terzo posto, allora. Ai già citati 62 punti nel 2007 sono seguiti i 72 del 2008, i 74 del 2009 e i 70 del 2010 e del 2011. Se da un lato c’è il basso livello del campionato di cui parlavamo prima, dall’altro ci sono comunque almeno tre squadre (Lazio, Napoli, Udinese) che verosimilmente si daranno battaglia fino alla fine per raggiungere i preliminari di Champions: sembra difficile immaginare una quota Champions sotto i 70 punti. Diciamo che per arrivare al terzo posto saranno necessari 69-70 punti.
Capitolo quinto posto: il record negativo, già detto, sono i 58 punti del 2007. Poi, in ordine cronologico, 64, 68, 65 e 66 punti. Il trend discendente incontrato nelle posizioni precedenti è sparito, per lasciare posto a un appiattimento abbastanza evidente. Anche qui l’effetto della volata al terzo posto potrebbe farsi sentire in positivo, ma allo stesso modo c’è la probabilità che almeno una delle tre squadre citate prima ceda di schianto, abbandonando la corsa. Verosimilmente possiamo dire che per arrivare al quinto posto ci vogliono, nella migliore delle ipotesi, 64-65 punti.
Chiudiamo, infine, con l’eventuale sesto posto. “Eventuale” perchè, visto che dipende dalle finaliste di Coppa Italia, non è affatto detto che il raggiungimento di questa posizione dia l’accesso all’Europa League. Anche qui il picco negativo sono i 58 punti del 2007: poi ne sono serviti 60 nel 2008, 63 nel 2009, 59 nel 2010 e 63 nel 2011. La previsione diventa complicata, perchè a questi livelli possiamo incontrare sia squadre che risentono del livellamento verso il basso del torneo sia, al contrario, squadre che di questo livellamento approfittano. Basti guardare i dati del 2010 e del 2011: mentre per lo Scudetto in questi anni c’è stato il punteggio più basso, per il sesto posto abbiamo visto il record positivo (63 nel 2011) e quasi quello negativo (59 nel 2010). C’è di buono che comunque l’intervallo sembra piuttosto schiacciato: abbastanza, almeno, da farci dire che a voler essere ottimisti, per arrivare al sesto posto ci vogliono almeno 60-61 punti.
Veniamo all’Inter, ora. I 40 punti collezionati nelle 27 partite già giocate significano una media di 1,48 punti a partita. Sotto la guida di Ranieri però la media sale a 1,62 con 39 punti in 24 partite.
Sulla base delle ipotesi precedenti è facile vedere che all’Inter mancano ancora circa 30 punti per il terzo posto, 25 per il quinto, 20 per il sesto.
Con 11 partite ancora a disposizione, significa che i ragazzi di Ranieri per arrivare terzi dovrebbero tenere un passo superiore ai 2,7 punti a partita (significa vincerle tutte tranne una, banalmente), che diventano “solo” 2,3 per il quinto posto e un più abbordabile 1,8 per il sesto: in ogni caso, comunque, sarebbe richiesto un netto miglioramento rispetto al cammino fatto finora.
Per darvi qualche metro di paragone: l’Inter dei record di Mancini, quella dei 97 punti, viaggiava a una media di poco superiore ai 2,5 punti a partita. Nei due campionati vinti da Mourinho, il portoghese collezionava 2,18 punti a partita. L’Inter di Leonardo, in una straordinaria rimonta non concretizzata, collezionava invece 2,3 punti a partita: esattamente quelli che servirebbero per il quinto posto.
Allora, torniamo alla domanda iniziale: quale può essere realisticamente l’obiettivo di questa Inter?
Io putroppo, fatta la tara all’entusiasmo generato dalla giornata di campionato appena conclusa, a meno di clamorose inversioni di rotta (e di rendimento) faccio fatica ad immaginare ad un’Inter in Europa nella prossima stagione.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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