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In effetti, esimio Agnelli, nel suo campo Moggi era proprio il migliore

Depositate le motivazioni della sentenza del processo di Napoli, non bisognerebbe dimenticare lo stupore che colse tutti quelli che si aspettavano un’assoluzione per Moggi, o almeno la cancellazione del’infamia dell’associazione a delinquere.
Invece, il giornale della Fiat, torna all’attacco e titola:
Calciopoli, una verità parziale
Le motivazioni della sentenza: Moggi inchiodato dalle sim estere. Ancora dubbi sulla gestione dell’inchiesta.

 
 
Tranquillizziamo innanzitutto il solerte dipendente a cui è toccato difendere il padrone – quello che non perde occasioni per celebrare la bravura di Moggi e Giraudo – con questo penoso esercizio di giornalismo.
Anche a Norimberga o per i fatti di Cogne, o in qualsiasi altro processo celebrato negli ultimi 25 secoli, ci si è dovuti accontentare di “verità parziali”.
Del resto, se nessuno parla, e gli avvocati vengono assunti a frotte anche per negare l’evidenza, è difficile ricostruire i fatti con esattezza.
Bisogna accontentarsi.
Le motivazioni della sentenza sono lunghe 561 pagine.
Pare che l’utilizzo delle sim svizzere procurate da Moggi a designatori e arbitri abbia rappresentato la “pistola fumante”, ed è difficile negare che fumasse. Tante erano le telefonate alla vigilia delle partite, che quei signori potrebbero avere dei problemi di salute (il danno per l’abuso dei cellulari è ancora oggetto di studio).
È anche vero che i giudici hanno anche rimarcato i limiti e le contraddizioni dell’azione investigativa, che tuttavia – anche questo andrebbe ricordato – collassò per la fuga di notizie, orchestrata da chi aveva interesse a proteggere Moggi e la sua banda (che da tempo sapevano di essere intercettati e inscenavano commedie come la famosa telefonata di Bergamo a Facchetti).
Ora gli amici di Moggi vorrebbero speculare su frasi come: «questo non ha necessità della conferma, che il dibattimento in verità non ha dato, del procurato effetto di alterazione del risultato finale del campionato 2004/05 a beneficio di questo o quel contendente».
L’effettiva alterazione è secondaria, il dimostrato tentativo di frode è un reato penalmente rilevante, ragione più che sufficiente per la condanna.
Solo Andrea Agnelli, la sua schiera di avvocati e quei buontemponi di ju29ro possiedono sufficiente fantasia per trarre da questa sentenza ragioni per cantare vittoria, immaginare la revisione del processo e andare all’assalto del TAR del Lazio, che a settembre dovrebbe decidere sulla richiesta di 443 milioni di euro di danni alla Federcalcio.
Anzi, consiglio loro di intitolare a Moggi e Giraudo le curve del nuovo Juventus Stadium.
Al dottor Agricola, invece, andrebbe intitolata la tribuna centrale: visto che fine hanno fato i Giri e i Tour vinti da Contador?

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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