Bauscia Cafè

Adesso però, basta

Non che lo faccia di solito, ma stamattina so di non aver scritto nulla di intelligente sulla più bruciante sconfitta degli ultimi 10 anni.
Di cose intelligenti, sul web più che sulla carta, ne ho lette, e invidio la lucidità di chi le ha proposte, ma se aggiungo telefonate, email e commenti che mi sono pervenuti, noto con rammarico che tanti  avrebbero preferito uscire con il Bayern, piuttosto che subire una figuraccia simile. Gli stessi, magari, avrebbero preferito che Bertolacci o Caracciolo avessero segnato prima del derby, così non ci si perdeva dietro tante illusioni.

Io non la penso così.
Penso che il 99% degli juventini ci invidiano, loro che sono stati eliminati in una coppa che non si sa come si chiama da squadre di cui non si ricorda il nome senza vincere nemmeno una partita.
E i romanisti, costretti a chiedersi se l’Americano è un riccone o una sòla?
E i milanisti che hanno visto a Madrid quanto è forte il Tottenham, e ora temono uno squadrone come il Napoli?
Lasciamo perdere. Evitiamo la patologia della demoralizzazione.

Mi irrita che nessuno ricordi la decina di splendide azioni che la squadra ha confezionato nei primi 54 minuti.
Azioni spettacolari, il più delle volte vanificate per un nonnulla, perché non c’è dubbio che Eupalla si sia girata dall’altra parte, e i centimetri adesso sono tutti a sfavore.
Ma l’urlo di San Siro al gol di Milito era di quelli che si alzano davanti a un capolavoro.

Moratti e Branca, Benitez e Leonardo, Chivu e Ranocchia, Sneijder e Maicon (…) hanno tante colpe, ma se dal calcio si vogliono ricevere emozioni, non si può pretendere che siano tutte positive.
Se vi piace vincere facile, l’Inter non fa per voi. Strano non l’abbiate ancora capito.

Rudi

Rudi Ghedini, bolognese di provincia, interista dal gol sotto la pioggia di Jair al Benfica, di sinistra fin quando mi è parso ce ne fosse una.

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