Bauscia Cafè

Voglia di partire

A due giornate dalla fine del torneo, ecco sui nostri schermi l’ultima (speriamo) porcheria della stagione. Josè Mourinho deferito per aver messo in dubbio la regolarità del campionato.
La frase incriminata? “Chissà se ora che la Roma ha risparmiato il premio per la coppa è disponibile a dare qualche soldo in più al Siena…
Quella che persino il Presidente del Siena ha preso per quello che era, ovvero una semplice battuta, vale a Josè Mourinho il terzo deferimento stagionale. Del resto, nel candido e innocente mondo del calcio italiano, chi mette in dubbio la regolarità del campionato non può che essere additato al pubblico ludibrio.
Ma andiamo con ordine.
Senza partire da troppo lontano e senza coinvolgere troppe squadre -che lo spazio a disposizione sul web è limitato- citiamo velocemente quello che era successo prima di Fiorentina-Inter. Una partita nientepopodimenochè messa sotto osservazione dalle Iene (!). Si urlava al biscotto. Lì nessuno ha messo in dubbio la regolarità del campionato?
Sorvoliamo sul pre Lazio-Inter, che tutti conosciamo fin troppo bene, e concentriamoci solo sul dopo. Ad esempio Daniele Pradè che definisce una partita di Serie A “un’esibizione” non sta mettendo in dubbio la regolarità del campionato? E a cosa si riferisce Rosella Sensi quando dice “io mi vergognerei a vincere così“? E se Giampaolo Montali dice che la Lazio non ha giocato a calcio, non sta forse mettendo in dubbio la regolarità del campionato anche lui?
Facciamo un altro passettino avanti? Inter-Roma, finale di Coppa Italia? Cosa vuole dire Luca Toni con “Quando giochiamo contro l’Inter c’è sempre qualche episodio strano“? E Taddei e Pizarro? “L’arbitraggio fa sempre discutere”, “E’ sempre così con l’Inter”…nessuno sta mettendo in dubbio alcunchè? Sicuri sicuri?
O forse ci troviamo davanti all’ennesima buffonata del campionato più ridicolo che storia ricordi? Non citiamo altri episodi per pura pietà. Scegliamo di passare sopra ai Rocchi e ai Tagliavento, ai Cambiasso e ai Guberti, ai calendari e agli illeciti alla luce del sole, ai tentati omicidi valutati meno di 10 minuti di ritardo. Magari un giorno ne parleremo, magari no e sarà meglio così per tutti.
Ma questo, davvero, non può essere il mio calcio. E lo sento sempre più lontano da me.
Il mio calcio è l’ironia di Grappa e Vinci, l’orgoglio smisurato di MissGreen, la determinazione di Fonz, la direzione ostinata e contraria di MrSarasa, la lealtà e la moralità di Luis, la scaramanzia di Taribo, i sacrifici di SNIS. Il mio calcio è la passione e la sofferenza di mio padre.
Il mio calcio non è lo schifo che ci avete presentato in questa stagione, dove le partite di Champions arrivavano come boccate di ossigeno prima di una lunga apnea.
E il mio sogno è Josè Mourinho che dichiara, fra dieci minuti, fra mezz’ora, fra un’ora, che l’anno prossimo non allenerà più in Italia.
Immaginatevi il caos, i servizi sui giornali, le battute, i possibili scenari. Real, Manchester, Liverpool, persino Barcellona.
Ma io già me lo vedo l’anno prossimo, negli stadi di tutta l’Inghilterra.
A guidare l’FC Internazionale.
In Premier League, in Championship o in League 1, non importa.
Lo scrivo con le lacrime agli occhi,
Presidente, portaci via da questa merda.
Ti prego.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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