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Inter – Fiorentina 2-1 la dura legge del gol

La vigilia di Inter – Fiorentina, passata tra il timore per un avversario particolarmente ostico e la speranza di poter fare una buona partita viste le recenti prestazioni convincenti, trascorre nell’esaltazione dei colpi di Laxalt e Zaza contro Milan e Napoli e nella nuova impresa dell’ormai leggendario Pieri, estroso guardalinee, capace di muovere la bandierina come nessun altro ha mai fatto.

Marcatori: 15′ st Rossi (rig), 27′ st Cambiasso, 38′ st Jonathan
Inter: Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus; Nagatomo, Taider (16′ st Kovacic), Cambiasso, Guarin (22′ st Icardi), Jonathan (40′ st Pereira); Alvarez; Palacio
Fiorentina: Neto, Gonzalo, Aquilani (33′ st Vecino), Fernandez, Savic, Joaquin, Borja Valero, Ambrosini, Pasqual (36′ Marcos A.), Tomovic, G. Rossi (24′ st Ilicic)

Mister Mazzarri conferma per la terza partita consecutiva gli stessi undici titolari, Montella deve invece rinunciare a Pizarro, Cuadraro e Mario Gomez e sceglie uno schieramento infarcito di centrocampisti e con Rossi unica punta.
La sfida nel primo tempo è quella che ci si aspetta: nerazzurri attenti in difesa a fare muro sul limite dell’area e pronti a ripartire con velenosi e prepotenti contropiedi, viola a gigioneggiare col pallone tra i piedi alla ricerca di un varco dove passare. Una gara molto interessante che contrappone due modi di intendere il calcio: intensità e ricerca rapida della profondità da una parte; ritmi più blandi e volontà di controllare il ritmo della partita dall’altra.
Alvarez e Joaquin sono i due giocatori di estro e talento a cui gli allenatori lasciano la libertà di muoversi per andare a trovare gli spazi giusti dove inventare la giocata.
Nel primo quarto d’ora sembra che l’Inter possa prendere il sopravvento sulla partita: aggressività e pressing alto danno vita a un paio di occasioni sfumate al momento dell’ultimo passaggio e a un feroce contropiede (i nostri sembravano quelli del Tottenham della partita giocata a Londra la scorsa stagione) 5 contro 2 concluso malamente con un tiro debole e a lato di Taider da posizione defilata. La Fiorentina risponde con un paio di ripartenze pericolose: nella prima Joaquin serve Rossi in area ed è bravo Handanovic a respingere il tiro dell’attaccante, nella seconda i due viola si invertono i ruoli ma il portiere sloveno non si smentisce  e respinge ancora la conclusione degli ospiti.
A questo punto l’Inter arretra di qualche metro, smette di pressare alto e lascia l’iniziativa nelle mani della squadra di Montella, i toscani non riescono però a produrre altro che qualche conclusione dai 20 metri mai pericolosa.
Il primo tempo termina così sullo 0-0, Jonathan e Nagatomo faticano a mettere in difficoltà i rispettivi avversari mentre in mezzo Taider, Cambiasso e Guarin subiscono le migliori doti di palleggio e la superiorità numerica a centrocampo dei viola; bene il trio difensivo a non abbassarsi troppo e a non farsi sorprendere.
Nel secondo tempo la Fiorentina sembra più stanca e lascia campo all’Inter: con un solo attaccante in campo le occasioni più pericolose arrivano dalla lunga distanza in particolare con Guarin, soprattutto al 49° Neto deve superarsi per respingere in calcio d’angolo un destro potete e preciso del colombiano. Proprio nel momento in cui la gara sembra piegarsi al volere di Cambiasso e compagni arriva il vantaggio dei toscani: Juan Jesus trattiene in area Joaquin e l’arbitro Valeri fischia il rigore che Rossi realizza.
Entrano Kovacic e Icardi per Taider e Guarin e i nerazzurri si buttano in avanti alla ricerca del pareggio mostrando quelli che sono i limiti più evidenti al momento: la formazione con due punte e un centrocampo di poco sacrificio fa perdere equilibrio difensivo alla squadra ma non riesce a creare vere situazioni di pericolo, la manovra manca di fluidità e rende agevole agli avversari la chiusura di tutti gli spazi.
Il pareggio arriva grazie alla caparbietà di capitan Cambiasso che controlla e gira in rete da attaccante consumato un pallone che non ne voleva sapere di uscire dall’area viola. Le squadre si allungano molto, saltano le distanze tra i reparti  e la difesa dell’Inter si abbassa troppo; la Fiorentina potrebbe riportarsi in vantaggio quando Ilicic raccoglie tutto solo in mezzo all’area un cioccolatino di Borja Valero,  lo sloveno preferisce tirare forte addosso al connazionale  Handanovic piuttosto che segnare e allora un’Inter cocciuta e determinata continua a buttare il cuore oltre l’ostacolo cercando con ostinazione il gol del vantaggio: Ranocchia rischia di perdere il pallone due volte a centrocampo ma riesce a servire Alvarez sulla sinistra, Ricky si porta al limite dell’area dove vede che dall’altra parte sta arrivando Jonathan e crossa verso il brasiliano, il controllo non è dei più precisi ma il Divino realizza con un destro scoordinato ma che si infila all’incrocio.
Vantaggio voluto fortissimamente.
Mancano sette minuti alla fine e la Fiorentina prova il forcing finale ma sono i padroni di casa ad andare più vicini al gol con le occasioni  in contropiede di Pereira, Cambiasso e Nagatomo.
Finisce con la vittoria dell’Inter il secondo esame di Mazzarri: dove ancora non possono tecnica, classe e organizzazione in cui la Fiorentina sembra ancora messa meglio nonostante le assenze, possono la voglia, la grinta e la determinazione.

Di prepotenza (cit.)
Di prepotenza (cit.)
I più:
Alvarez: oramai l’indiscusso leader tecnico della squadra, è da suoi piedi che passano sempre le occasioni migliori.
I meno:
I fischi a Guarin: il colombiano continua a fare fatica ma di sicuro non si risparmia in campo, i fischi mi sembrano ingenerosi.

sgrigna

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