Bauscia Cafè

Catania – Inter 2-3

Marcatori: 7′ Bergessio, 19′ Marchese, 7′ st Alvarez, 25′ st e 47′ st Palacio
Catania: Andujar; Alvarez, Spolli, Rolin, Marchese; Biagianti (32′ st Almiron), Lodi; Izco, Castro, Gomez; Bergessio (40′ st Cani)
Inter: Handanovic; Zanetti, Chivu, Juan Jesus, Pereira; Guarin (32′ st Cambiasso), Kuzmanovic (1′ st Stankovic), Gargano; Schelotto, Rocchi (1′ st Rocchi), Alvarez

Prendiamola per quello che è: una vittoria fuori casa, evento oramai sconosciuto.

Non è facile farsi scivolare addosso l’euforia per una partita del genere, un primo tempo molle e disastroso e una ripresa grintosa e d’orgoglio per ribaltare un 2-0 che non lasciava spazio alla speranza.

Pronti via e dopo 7 minuti Jesus si fa battere da Bergessio in un corpo a corpo in area e l’Inter va in svantaggio, altri 10 minuti e da un calcio di punizione Marchese può svettare da solo in area e realizzare il 2-0.

Non siamo ai livelli di Firenze ma poco ci manca.

A parte i due errori individuali, i siciliani sono più veloci, più ordinati e più organizzati anche se non riescono a mettere altre volte in difficoltà Handanovic, gestiscono comunque il ritmo della partita con una discreta facilità.
L’Inter invece è molto contratta, sbaglia tantissimi passaggi, dribbling, lanci, cross e gioca sottoritmo come in quasi tutti i primi tempi delle ultime partite.

Rocchi è ancora in ritardo di condizione e non riesce a dare un contributo alla costruzione del gioco, di certo non viene aiutato dallo schema lancio lungo della difesa che la squadra in affanno prova per la prima metà del primo tempo.
E’ soprattutto Kuzmanovic a mancare in questo senso, dovrebbe essere lui il regista arretrato e il punto di riferimento per i compagni in difficoltà, ma anche il neoacquisto serbo affonda con tutti gli altri.

La seconda parte del primo tempo è leggermente meglio con l’Inter sempre confusa ma riversata nella metà campo avversaria,  gli unici tiri verso la porta avversaria sono comunque conclusioni poco efficaci dalla lunga distanza di Alvarez e Guarin.

La ripresa inizia con due cambi: dentro Stankovic e Palacio al posto dei deludenti Kuzmanovic e Rocchi.
L’argentino inizia a svariare su tutto il fronte d’attacco togliendo punti di riferimento alla difesa catanese che va in difficoltà sugli inserimenti dei centrocampisti. La partita è più combattuta e vivace, si vede che nonostante tutto l’Inter vuole provare a riprenderla rischiando molto e infatti prima del gol di Alvarez è Bergessio ad avere l’occasione del 3-0 che avrebbe chiuso ogni possibilità di rimonta.
Il primo gol stagionale di Ricky su assist di Palacio spostatosi per l’occasione sulla destra per andare al cross, riapre la partita e dona ai nerazzurri nuovo vigore, a questo punto il Catania non controlla più la partita e riesce ad affacciarsi dalle parti di Handanovic solo in contropiede ma i giocatori non sono più molto lucidi e spesso sbagliano l’ultimo passaggio.

L’Inter è in costante pressione e al 70° trova il gol proprio con Palacio su cross del generosissimo Pereira. Il 2-2 però non basta, i giocatori sanno che c’è bisogno di una vittoria per dare un segnale a tutto l’ambiente, le squadre si allungano e le occasioni arrivano da ambo le parti ma è ancora la squadra di Stramaccioni ad andare molto vicina al gol: prima Schelotto tira due volte addosso ad Andujar da posizione molto ravvicinata, poi Cambiasso di destro dopo un pregevole scambio con lo stesso Schelotto sfiora il palo.

Serve un colpo di classe e il colpo di classe arriva: triangolo in area Palacio-Cambiasso-Palacio e il Trenza da pochi passi realizza il gol della vittoria.

I tre punti non devono però distrarre dall’ennesimo bruttissimo primo tempo, l’ennesimo dopo Siena, Fiorentina e Milan; oggi il Catania è stato presuntuoso ed è stato possibile rimediare nella ripresa ma non sarà sempre così. Questa squadra in ricostruzione, infortunata e mal costruita non può permettersi cali di concentrazione e grinta, non può più pensare di vincere solo in virtù della maggiore classe.

Al mister il compito di migliorare soprattutto l’approccio mentale alla partita e di inserire tra gli undici titolari i giocatori con maggiore qualità, alla fortuna il compito di ricordarsi anche di noi ogni tanto.

Tutti insieme, siamo l'Inter
Tutti insieme, siamo l’Inter
 

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