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Avanti così

Miracolo WieseE’ sorprendente paragonare a 7 giorni di distanza i commenti dei tifosi nerazzurri in giro per la strada e per il web. Solo una settimana fa, dopo le vittorie con Catania, Panathinaikos, Torino e Lecce, era tutto un fiorire di cori di ammirazione per Mourinho e per la sua Inter che “ha già ipotecato il campionato”. Sette giorni e due partite dopo, la situazione si è buffamente stravolta. Sono arrivati una sconfitta e un pareggio, d’accordo, ma la reazione del tifoso medio è stata spropositata. D’improvviso lo spumeggiante 4-3-3 è diventato un modulo improponibile, quelli che fino a 3 partite fa erano fenomeni sono diventati brocchi da cedere il prima possibile, lo spirito di squadra è stato disintegrato, il genio della panchina è un pirla da esonerare immediatamente. La solita schizofrenia del tifoso medio nerazzurro, insomma.
Calma. Vediamo un attimo come stanno veramente le cose. E partiamo da un paio di punti fermi. Primo: rispetto alla scorsa trionfale stagione abbiamo un punto in meno in campionato e un punto in più in Champions League. Dunque i numeri ci sono favorevoli. Secondo: in un periodo evidentemente poco brillante, siamo primi nel girone di Champions e davanti a tutte le dirette avversarie in campionato. Terzo: al di là dei numeri, fra alti e bassi nessuna delle nostre avversarie ha fatto globalmente meglio di noi. Quarto: abbiamo un nuovo allenatore, un nuovo sistema di gioco e nuove tecniche di allenamento che, inevitabilmente, hanno bisogno di un po’ di tempo per essere assimilate. Chi a luglio pensava il contrario era un illuso. Per quanto riguarda la partita di ieri sera, poi, si aggiunge anche un Quinto: sul fatto che abbiamo giocato meglio del Werder non c’è neanche da discutere, e ogni paragone col derby è assolutamente privo di ogni fondamento.
Veniamo alla partita di ieri, dunque. Le note negative, inutile negarlo, ci sono. Innanzitutto per l’ennesima volta abbiamo visto una squadra incapace di chiudere l’incontro quando invece sembra averne tutte le possibilità: non solo nelle palle-gol di Stankovic e Balotelli, ma in una supremazia territoriale pressochè totale che non lasciava spazio a fantasie di rimonta del Werder. E’ una squadra che però va ancora troppo a sprazzi, con una manovra offensiva che sembra affidarsi più alla giocata dei singoli e alla loro capacità di saltare l’uomo che non ad una manovra ben ragionata. Fisicamente, inoltre, sembrano esserci lacune importanti: vedere un finale di partita con la squadra spezzata in due -cinque dietro e cinque avanti- non è stato certo edificante. E poi c’è la difesa, che prende l’ennesimo gol-fotocopia: cross dal fondo e attaccante lasciato libero di colpire. Come Plasmati, come Abbruscato, come Ronaldinho. Stavolta le responsabilità maggiori sono di Julio Cesar, ma la storia si ripete troppo spesso per essere archiviata come “errore individuale”.
Sull’altro piatto della bilancia, però, vanno messe le note positive. E ce ne sono, almeno in questa partita. Se nel derby eravamo stati messi indubbiamente in difficoltà, infatti, ieri la partita l’abbiamo fatta noi. Dominando il gioco dal trentesimo secondo (spettacolare acrobazia di Adriano) a trenta secondi dalla fine (ingenuo fallo di Muntari) non abbiamo lasciato spazi al Werder che si è affacciato dalle parti di Julio Cesar solo allo scadere del primo tempo con Pizarro che -anticipato- vedeva sbattere la palla sul palo. Poi l’azione del gol e allo scadere la punizione di Naldo: il Werder è stato tutto qui. E non è poco, per una squadra che fa del gioco d’attacco la sua arma e che aveva segnato 10 gol nelle due partite precedenti. I tre attaccanti, come detto, non si cercano tanto. E’ altrettanto vero però che i movimenti sembrano ormai perfettamente rodati, con cambi di posizione rapidissimi fra tutti e tre che creano un effetto centrifuga a tratti devastante per le difese avversarie che, private di ogni punto di riferimento, finiscono per lasciare praterie a disposizione dei centrocampisti e di Maicon. A questo si aggiunge un centrocampo che, fino a quando ha retto fisicamente, non ha patito per niente l’inferiorità numerica.
Insomma, fra Werder e Milan c’è un solco notevole. E, come detto a fine partita dal capitano, l’impressione è quella di essere su un’ottima strada che dovrà inevitabilmente portare a dei risultati. Checchè ne dicano piangina e disfattisti che, evidentemente, ancora rimpiangono le domeniche pomeriggio passate a leggere i libri di Severgnini mentre gli altri si giocavano lo scudetto. Poi, mentre noi ci lamentiamo, la Roma perde con il Cluj e la Juventus viene messa sotto dal Bate Borisov. Certo, quel Milan che accede trionfalmente al girone di Coppa UEFA eliminando il temibile Zurigo non può non far paura…
Piccola postilla sui fischi: dalla televisione si sentono solo le reazioni del primo rosso. E quelli del primo rosso, si sa, son dei pirla.
Commenti (126)

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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