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Juventus: l’imbattibilità si ferma a 49

Zonal Marking è per molti di noi un riferimento. Le analisi tecnico-tattiche delle partite sono davvero molto ben fatte e, soprattutto,  imparziali. Per questo ogni tanto capita che troviate delle traduzioni dei loro articoli qui su Bauscia Café.

Le formazioni iniziali.
La Juventus ha perso la prima partita di Serie A da quando è allenata da Antonio Conte e la prima in assoluto nel nuovo stadio.
Conte ha deciso per un attacco formato da Mirko Vucinic come principale attaccante e Sebastian Giovinco alle spalle – il resto della formazione era da prevedersi.
Andrea Stramaccioni ha fatto una scelta abbastanza sorprendente, ha schierato il suo tridente piuttosto che un più prudente 3-5-1-1, e così Fredy Guarin è partito dalla panchina.
La Juventus ha preso il comando nei primi venti secondi, ma l’Inter è stata la squadra migliore per la maggior parte della partita.
Formazioni / pressing
Si credeva che Stramaccioni avrebbe giocato replicando specularmente la formazione della Juventus, ma l’uso del tridente ha suscitato dubbi su quanto alta dovesse essere la squadra. Stramaccioni avrebbe ordinato a tutti i giocatori di seguire Pirlo? I tre davanti avrebbero pressato?
La risposta a entrambe le domande è stata, beh, più o meno. Per quanto riguarda Pirlo, i tre in attacco si sono alternati su di lui, più raramente Antonio Cassano, più defilato largo a sinistra per allungare il gioco, più regolarmente Diego Milito e Rodrigo Palacio che si alternavano tra centro e la destra dell’attacco, assicurando sempre la copertura su Pirlo quando la Juventus aveva la palla.
Questo sistema ha funzionato solo a metà. Fermare Pirlo è la priorità di fronte alla Juventus, ma sarebbe inesatto ricondurre la vittoria dell’Inter al successo nel fermare Pirlo. Anche perché nel primo tempo, per due volte Pirlo ha guadagnato spazio a centrocampo eludendo la difesa per l’inserimento di Claudio Marchisio – se una di queste azioni avesse trovato la rete, staremmo criticando Stramaccioni per aver sottovalutato il pericolo Pirlo.
Riguardo il pressing, l’Inter ha giocato apertamente, ma ha pressato sui calcio piazzati. Data l’inferiorità numerica a centrocampo (3 contro 2) bisognava avere molto coraggio nel posizionamento dei difensori – come ad esempio quando Juan Jesus è avanzato incredibilmente alto per fermare Arturo Vidal – ma con l’appoggio difensivo di Esteban Cambiasso in pressing alto su Pirlo.
La Juventus era già in vantaggio quando la situazione difensiva dell’Inter era ormai chiara, dato che aveva messo in campo il suo attacco più mobile con i giocatori che trascinavano la possente difesa interista in giro per l’area. E anche nell’azione del discutibile goal bianconero – in fuorigioco –  è stata la difesa dell’Inter in ritardo a lasciare spazio all’attacco juventino per arrivare in porta.
Possesso palla e terzini
L’Inter si è rialzata ammirevolmente dopo il colpo iniziale, facendo girare bene la palla in difesa e passandola rapidamente ai tre in attacco. Questo dominio è stato aiutato dal sistema di gioco reattivo della Juve sull’1-0 che ha lasciato tanto spazio al pressing interista. La Juventus aveva gli uomini pronti ad innescare il contropiede, ovviamente, ma in questo modo ha favorito l’inserimento nerazzurro sulle fasce.
Questo vantaggio si è visto particolarmente sulla sinistra e mentre Cassano non è stato estremamente coinvolto in una manovra probabilmente troppo veloce per lui, la sua tendenza a stare largo a sinistra ha schiacciato Stephane Lichtsteiner indietro verso la propria porta, per non lasciare la difesa in mano solo a tre uomini. Con Lichtsteiner così vicino alla difesa, Yuto Nagatomo si è potuto spostare più in alto, creandosi spazio per avanzare. Dall’altra parte lo scontro è stato più equilibrato – Kwadwo Asamoah è riuscito ad avanzare un paio di volte, ma Javier Zanetti ha giocato più alto e ha aumentato la pressione sulla Juventus, che non è riuscita a rientrare velocemente dalla fase difensiva.
Lichtsteiner è stato sostituito nel primo tempo per evitare l’espulsione (che meritava comunque N.d.T.), mentre nella ripresa Nicklas Bendtner ha dovuto sostituire Vucinic per infortunio. L’aver già utilizzato due sostituzioni al 45′, considerando quanto abbiano influito i cambi nel corso di questa stagione (sia per motivi tattici che fisici) ha complicato le cose per la Juventus, soprattutto in una partita così veloce.
L’Inter ha pareggiato su rigore con Milito e poi la Juventus ha dovuto stringere i tempi e tornare in gioco. Lo hanno fatto piuttosto goffamente – i terzini si sono spostati più avanti, ma allo stesso tempo i centrocampisti avanzando hanno lasciato spazio per il contropiede.
Le squadre in campo dopo l’ingresso di Guarin per Cassano.
Guarin
Il primo cambio tattico della partita è stato al minuto 69 e ne ha deciso le sorti. Cassano è uscito per l’ingresso di Guarin e l’Inter si è adattata a un 3-4-1-2, in cui Guarin è stato in costante pressing su Pirlo. La partita è cambiata radicalmente e il secondo goal dell’Inter è arrivato proprio dai piedi di Guarin che ha rubato palla a Pirlo e poi ha sfondato la difesa della Juventus in un’azione velocissima, risultata nel goal di Milito. Il contributo di Guarin è stato decisivo fin da pochi minuti dopo l’ingresso in campo.
La Juventus ha poi sostituito Caceres per Fabio Quagliarella, con Vidal che è andato a difendere a destra e Giovinco che è diventato il numero 10, di fatto passando a un 3-4-1-2.
Stramaccioni ha risposto togliendo Milito per Gaby Mudingayi, il quale si è piazzato davanti alla difesa nei pressi di Giovinco, passando così a un 3-5-1-1. La Juventus ha cercato di buttare i suoi uomini in avanti, esponendosi al contropiede di Nagatomo che ha portato al goal di Palacio per l’1-3 finale.
Conclusioni
Stramaccioni aveva due possibili strategie – Guarin più due attaccanti o solo due centrocampisti centrali con il tridente. C’è da fargli i complimenti per il suo coraggio, ma è anche vero che Pirlo ha avuto varie opportunità di creare dal fondo e l’Inter si è fatta più pericolosa in avanti quando Guarin è entrato e l’ha pressato. Era una sostituzione ispirata o è stato semplicemente il ritorno a una strategia che avrebbe dovuto utilizzare fin dall’inizio?
Forse una combinazione dei due approcci sarebbe stata ideale – il tridente ha obbligato la Juventus a giocare con i terzini in maniera conservativa, poi Guarin ha portato nuova energia e contropiede e si è occupato di Pirlo quando i tre davanti erano ormai stanchi.

Non sono però totalmente d’accordo con la conclusione di ZM, perché soprattutto in partite come questa, iniziate in svantaggio già dalla vigilia, la capacità di riuscire a ribaltare una partita con il cambio giusto al momento giusto è una cosa estremamente positiva.
Per quanto riguarda la tattica, l’articolo manca a mio parere di sottolineare l’ottimo lavoro di copertura su Asamoah, che è capace di influire incredibilmente sulla manovra bianconera. L’attenzione ai dettagli nella preparazione di questa partita è stata esemplare, mi viene in mente la punizione di Pirlo nel secondo tempo, in cui Handanovic ha sistemato la barriera talmente bene da non perdere mai di vista la palla e trovarsi proprio nel punto in cui il tiro di Pirlo – dopo aver fatto la sua tipica traiettoria “a girare” – sarebbe arrivato. Ho anche avuto una sensazione di strapotere interista molto più forte di quanto emerga dalle parole di questo articolo, ma io la partita l’ho vista con gli occhi da tifosa e può darsi che non fossi completamente lucida*.
Ma c’è anche un altro aspetto, che ZM per sua vocazione non analizza, ma che mi sembra doveroso sottolineare. La capacità di Stramaccioni – un giovane spensierato, svegliatosi una mattina direttamente sulla panchina dell’Inter, senza gavetta – di motivare questi ragazzi, di convincerli a non mollare e di provare a vincere la partita senza paura. È vero che con i “se” e con i “ma” parleremmo di una partita diversa, ma la forza di questo gruppo è di riuscire a giocare contro i “se” e contro i “ma”. Alla faccia di chi dice che la mente non può vincere le partite.
* Togliete pure il “può darsi”. Non ero lucida per niente, Fonz mi è testimone.

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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