Con queste parole, un anno e mezzo fa, inauguravamo la quinta vita di Bauscia Café. Get Real, era questo il sottotitolo che ci siamo dati.
Una decisione, semplice: Bauscia Café non sarebbe mai dovuto diventare un lavoro. Sarebbe dovuto restare sempre un blog a cui dare, tanto, e mai da cui ricevere. Non è questione di calcio, di tifo, di schemi e di tattiche, è ovvio: è soprattutto un insieme di valori umani per noi imprescindibili.
E su queste basi non è stato difficile raccogliere intorno a BC persone che condividevano gli stessi valori, le stesse priorità, lo stesso modo di vedere la vita. Quindici persone che da un anno e mezzo buttano fuori un post al giorno, fanno podcast, cronache, grafiche, minisiti, giochi e quant’altro in cambio di…niente. In cambio di un’idea.
Un cammino lento -perché non è un lavoro, appunto- ma inesorabile, come una goccia d’acqua, che a un certo punto ha avuto la sua prima piccola intuizione: e se allargassimo il Fantabauscia e richiedessimo una quota di iscrizione da devolvere in beneficienza? El Giuanin -il deus ex machina del gioco- raccoglie la sfida e la porta avanti a testa bassa.
Tutti, senza dirsi niente tra loro, senza nessuna ragione apparente. Solo perché sono fatti così.
In una edizione dominata da Matteo Spaziante e Vujen, queste 30 persone ci hanno regalato una delle emozioni più belle di questi dodici anni di Bauscia Café e ci hanno portato a compiere il primo piccolissimo passo verso il mondo reale.
Grazie per averci aiutato a fare questo primo piccolissimo passo in questo nuovo -e speriamo lungo- percorso.
E grazie all’Inter Club Belli de Roma, al Presidente Fedele Maurano e al nostro Oldman per averci portato (e supportato, visto che le gambe tremavano) sullo stesso palco di Gianfelice Facchetti per consegnare a lui e all’Associazione Bianca Garavaglia ONLUS il piccolo simbolo di questo passo, e dell’affetto e della vicinanza che cerchiamo di portare.
Perché, come ho avuto l’onore di dire ieri sera a Gianfelice, fino a quando condivideremo il percorso di vita e i nostri valori fondamentali con persone come lui, come il suo papà e come tutte le persone con cui parliamo di Inter ogni giorno, sapremo di stare dalla parte giusta.
E sentir dire a Gianfelice che dopo quel maledetto 2006 ha visto l’eredità di suo Padre portata avanti da noi e da tutti i tifosi come noi è stato, davvero, molto di più di quanto ci saremmo mai aspettati e di quanto avremmo mai potuto immaginare. Ma ci ha dato una volta di più la conferma che la strada intrapresa un anno e mezzo fa è quella giusta: che sì, c’è solo l’Inter ma non c’è solo il web.
E se l’Inter può diventare non il fine di questo blog ma un mezzo attraverso il quale raggiungere obiettivi ben più importanti, beh, ben venga. Noi ci proviamo.