Bauscia Cafè

Meno due

Restano in piedi tutti i discorsi fatti in settimana: è cambiato poco. Ci siamo lasciati alle spalle l’ultimo turno infrasettimanale,  e con lui il “rischio” degli zeru tituli. Come ha detto il mister, le magliette “Inter zeru tituli” sono già da buttare.

Ma restiamo in piena caccia grossa, seppure con il (piccolo) vantaggio di poterci concentrare su un obiettivo alla volta. Prima Chievo e Siena, poi Bayern Monaco. Prima il campionato, poi la Champions in un crescendo di tensione che ci metterà al cospetto della Storia e ci costringerà a sottostare al Suo giudizio.

Era opinione diffusa, fino alla settimana scorsa, che lo scoglio più difficile fosse la Lazio alla terzultima giornata. Superato quello, tutte le attenzioni si sono spostate sul Siena, anche a causa del cabaret di cui discutevamo ieri. Dettaglio: in mezzo c’è il Chievo.

Il Chievo che -al di là di cosa pensa chi straparla di Campatelli senza peraltro, sia chiaro, mettere in dubbio la regolarità del campionato- non ci ha mai regalato niente…le partite contro i clivensi sono, fra quelle con le “piccole”, sempre fra le più sofferte. Un Chievo da affrontare senza Sneijder per di più, neanche convocato.

Soprattutto, un Chievo che rappresenta il penultimo avversario in uno scudetto conteso punto a punto. Sottovalutarlo sarebbe un delitto, un errore che nessuno deve fare. Che nessuno può permettersi di fare, in questa fase della stagione.

Lo diciamo da una vita ormai: 12 punti nelle ultime quattro partite per arrivare allo scudetto. Siamo solo a metà dell’opera. I 3 punti del Chievo sono identici a quelli del Siena: da prendere a tutti i costi, da strappare con le unghie e con i denti, con tutta la forza, la determinazione e la cattiveria agonistica che ancora abbiamo in corpo. E che è tanta, lo sappiamo, ma che deve essere continuamente alimentata.

La squadra sembra essere chiusa in una camera a tenuta stagna, isolata dalle polemiche esterne. Persino il trionfo in Coppa Italia sembra essere stato archiviato molto velocemente e senza troppe feste, con il pensiero che dieci minuti dopo il fischio finale era già a Madrid e un’ora dopo era -doveva essere- al Chievo Verona.

I veronesi non rappresentano un ostacolo insuperabile, ammesso che per questa Inter ce ne siano. Ma i 3 punti da prendere oggi pomeriggio potrebbero risultare fondamentali per l’obiettivo finale. Sperare nel Cagliari, nel Cagliari di Daniele Conti, è puro onanismo intellettuale.

Non c’è spazio per i calcoli. Non c’è spazio per i cali di concentrazione, nè per alcuna distrazione.

Niente Roma, niente Siena, niente Bayern Monaco.

Solo Chievo Verona, fino al fischio finale.

Vincere.
Tutto il resto sarà una conseguenza.

Mancano due partite.

Mancano sei punti.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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