Bauscia Cafè

Caro Luca ti scrivo…

Caro Luca, ti leggo sempre volentieri, e più di una volta ho apprezzato il tuo stile e le tue puntuali affermazioni e ricostruzioni.
Da arbitro (nel mio piccolo) di Basket, e Formatore (quindi con una “chiara ed evidente” tendenza a conoscere a menadito il regolamento della mia disciplina) non posso che apprezzare la competenza tecnica e le conoscenze regolamentari che accompagnano sempre le tue disamine.

Oggi però non me la sento di seguirti. E non me la sento di asseverare quanto affermi nel tuo ultimo post.

Mi rendo conto che la distinzione è prettamente semantica, e che giocare con le parole può essere esercizio arduo, ma il problema è che su questo gioco “a perdere” si sta minando l’ormai già compromessa credibilità del “sistema calcio” italiano.
Quindi proviamo pure a distinguere le parole, partendo da un concetto. Il protocollo originale è stilato in Inglese, e quindi deve essere tradotto da una lingua che, di per sé, è abbastanza elastica con il significato delle parole pur utilizzando lo stesso significante (per distinguere nei termini della scuola Saussuriana)

Il protocollo IFAB per il VAR chiarisce che l’intervento può avvenire in caso di errore “clear and obvious”. Possibile (e utilizzata) traduzione in italiano: chiaro ed evidente.
Altre possibili traduzioni? Un’infinità:
Clear può significare “chiaro” ma anche, ad esempio, netto, ovvio, manifesto, limpido, nitido.
Obvious, che è già sinonimo, significa fra l’altro, ovvio, palese, visibile.
I due termini sono evidentemente rafforzativi l’uno dell’altro, su questo non ci piove. Quello che secondo il mio parere è proprio radicalmente sbagliato è l’interpretazione (in senso assolutamente e ulteriormente restrittivo) che l’AIA (o chi per Lei) ne ha dato in Italia (e non ad esempio in Spagna o in Germania, dove in barba al protocollo modificato il VAR lo usano come prima). Perché tutto sta nell’intendersi su cosa si voglia significare con “chiaro ed evidente”.
Una decisione dell’arbitro, per quanto rientrante nella discrezionalità, come la mancata sanzione del fallo di Gagliardini è chiara ed evidente? Il fallo di mano di Di Marco non era chiaro ed evidente?

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Ecco, appunto. L’interpretazione dello concetto “chiaro ed evidente” sta alla base di tutto. Lo so bene, sono arbitro, so quanto conti, in uno sport dove il contatto fisico e la velocità del gioco sono componenti fondamentali, la posizione, il colpo d’occhio, la capacità di giudicare in una frazione di secondo.
So che è difficile, perdiana se è difficile. Ed è qui che il mio cervello va in tilt.

Sono arbitro, ma sono uomo. E come uomo sbaglio, non ho la supponenza di essere il migliore, ne l’arroganza di dire “non mi sbaglio mai”. E non ho la granitica certezza di vedere e valutare tutto in maniera corretta e insindacabile. E credo che questo valga per TUTTI gli arbitri.

Appartengo ad uno sport che ha sdoganato l’IRS quasi 20 anni fa. Che in Italia alla prima applicazione ha deciso uno scudetto con un tiro all’ultimo centesimo di secondo. Pagherei per aver sempre a disposizione uno strumento che mi “tolga” i dubbi. E di dubbi ne ho – tanti – durante una partita.
Non capisco, non capisco proprio per quale motivo si debba SCIENTEMENTE farne a meno. E, perdonami, la scelta non è di “quattro parrucconi medioevali Inglesi”. La scelta è di chi, partendo da un significante preciso ne ha inferito un significato restrittivo del tipo “proprio proprio soltanto se non ho visto e valutato in prima persona, nonostante la mia valutazione sia sbagliata in un momento in cui ci sono x telecamere che riprendono l’azione e si vede chiaramente che ho/non ho fischiato una cagata”.

300818-it-perform-inter-champions-pv-2-1535658421157-1724-mp4-1-480p-mp4-1-1280x720Non capisco questa ritrosia ad utilizzare uno strumento che semplifica la vita dell’arbitro in campo.
Non capisco la necessità di restringere l’applicazione di uno strumento vitale per la credibilità del calcio in Italia.
Non capisco questa smania di intoccabilità della discrezionalità arbitrale.

La domanda che io, e come me molti tifosi (non solo Interisti, la cosa è trasversale) si stanno ponendo credo sia questa: di cosa hanno paura?

Veramente, cosa teme la classe arbitrale dall’uso “normale” del VAR? Teme che venga messa in discussione la credibilità dell’arbitro in campo? Crede che venga sminuita la capacità tecnica perché tanto “c’è qualcuno che mi corregge se faccio una castronata”?

Il (non) fallo di Gagliardini era chiaro, ed evidente. Eppure il VAR non è intervenuto. Il rigore di Di Marco era chiaro ed evidente, eppure il VAR non è intervenuto. Il fallo su Ilicic ieri sera era in area, l’errore era chiaro ed evidente, eppure il VAR non è intervenuto.

Hanno condannato a morte lo strumento più utile che fosse stato inserito nel Calcio negli ultimi 50 anni. Hanno deciso (non i quattro parrucconi, ma i vertici AIA, in Italia N.d.R.) di interpretare il regolamento in senso completamente restrittivo senza alcuna logica.

Però, in tutto questo, scusami ma una domanda te la devo fare. Almeno per sapere che cosa ne pensi tu. Libero ovviamente di non rispondere.

Cui prodest?

BigMama79

Interista da sempre con origini AppianoGentilesche, informatico per professione, #twintercronachista per caso. Ah sì, sarei il webmaster. Ma Nk non mi paga, quindi lavoro gratis. #cèsololinter

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