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EURO2012 – Day3

Finisce anche la terza giornata agli Europei, si chiudono i gironi: arrivano i primi, inappellabili verdetti.
GRUPPO A – Finisce tutto il contrario di com’era iniziato, il gruppo A: qualificate Repubblica Ceca e Grecia, eliminati i padroni di casa della Polonia e, a sorpresa, la Russia di Advocaat.
E’ l’ex nerazzurro Giorgos Karagounis il giustiziere della Russia, è l’ex nerazzurro Giorgos Karagounis a regalare alla Grecia l’ennesimo miracolo e a trascinarla ad una qualificazione assolutamente insperata. La Russia dopo il 4-1 rifilato al debutto alla Repubblica Ceca e il pareggio tutto sommato discreto contro la Polonia scende in campo probabilmente con troppa sicurezza nei propri mezzi, convinta di avere la qualificazione già in tasca. Così non è, perchè dall’altra parte c’è una Grecia più che determinata che, ormai lo abbiamo imparato, non va mai data per finita. Katsouranis suona la carica e la Russia capisce che c’è poco da scherzare: dopo pochi minuti salgono in cattedra Arshavin e Dzagoev e le occasioni fioccano. Gli stessi Arshavin e Dzagoev, ma anche Zhirkov e Kerzakhov hanno numerosissime opportunità per portare in vantaggio la Russia. Ma in pieno recupero, con i russi in apparente controllo, arriva il pasticcio: su una innocua rimessa laterale della Grecia Ignashevich la appoggia di testa verso il centro del campo dove però c’è solo Karagounis che, tutto solo, punta Zhirkov e batte Malafeev. Nel secondo tempo ci prova in tutti i modi la Russia ma, nonostante gli ingressi in campo di Pavlyuchenko e Pogrebnyak, è addirittura la Grecia a sfiorare un paio di volte il raddoppio. Finisce 1-0 con la Grecia ai quarti e Giorgos Karagounis, ora anche recordman di presenze in Nazionale, in trionfo.
E nonostante la sonora sconfitta rimediata al debutto, poco più di una settimana prima, alla fine è la Repubblica Ceca a chiudere il girone davanti a tutti. Sotto un temporale degno di altre situazioni, pronti-via la Polonia fa il diavolo a quattro per giocarsi fino in fondo le possibilità di andare il più avanti possibile negli Europei giocati in casa. Ci provano in tutti i modi Błaszczykowski, Lewandowski, Boenisch e Polanski ma il gol non vuole saperne di arrivare. Con il passare dei minuti la furia polacca va necessariamente a placarsi e la Repubblica Ceca ne esce evidentemente frastornata ma incolume. Plašil e Baroš si rendono pericolosi già nel primo tempo, ma nel secondo tempo con Gebre Selassie da una parte e Limberský dall’altra i cechi prendono il controllo degli esterni e della partita. Va vicino al gol anche Sivok, ma ci vuole un gran recupero di Hübschman e uno splendido assist di Baroš per mettere Jiráček davanti al portiere polacco: 1-0 e qualificazione a un passo. La Polonia cerca di mettere i bastoni tra le ruote alla Repubblica Ceca fino all’ultimo, ma su un salvataggio di Kadlec sulla linea finisce la partita. Repubblica Ceca-Polonia 1-0, l’uomo partita Petr Jiráček porta la sua Nazionale ai quarti di finale di questo Europeo.

Classifica: Repubblica Ceca 6 - Grecia 4 - Russia 4 - Polonia 2
GRUPPO B – Era aperto a tutti i risultati il gruppo B, lo avevamo detto sin dall’inizio, e quindi non ci si può stupire del fatto che a passare il turno siano state Germania e Portogallo. Lo stupore viene semmai dal fatto che, insieme alla Danimarca, sia stata eliminata l’Olanda che chiude gli Europei addirittura con 0 punti.
Contro un Cristiano Ronaldo così però, indiscutibilmente uomo partita, c’è proprio poco da fare. Il numero 7 portoghese marchia a fuoco, com’è suo stile, la partita, nonostante una buona partenza dell’Olanda: bastano 11 minuti a Rafael Van der Vaart -finalmente schierato titolare- per portare in vantaggio gli oranje con uno splendido tiro da fuori. Ma poi inizia il Cristiano Ronaldo show. Prima parte da sinistra CR7 e dopo uno scatto bruciante lascia partire un tiro che impatta sul palo, poi ci prova di testa ma Stekelenburg si fa trovare pronto, ma al terzo tentativo arriva il gol: bello il filtrante di João Pereira, bello il controllo, inevitabile il pareggio. Tenta anche il raddoppio prima dell’intervallo Ronaldo e la stessa cosa tenta di fare Nani, ma si va al riposo sull’1-1. Nel secondo tempo cambia poco: qualche tentativo olandese con Sneijder, Vlaar e De Jong, ma sull’altare c’è sempre sua maestà Cristiano. Un assist per Coentrao prima e uno per Nani poi costringono Stekelenburg al doppio miracolo, allora CR7 decide di fare da solo: una nuova accelerazione e via in contropiede, uno-due con Nani, controllo e rasoterra glaciale ed imparabile. 2-1, partita chiusa. O quasi, perchè c’è ancora tempo per un paio di tentativi dell’Olanda e un palo di Van der Vaart al quale risponde di nuovo il Portogallo prendendo a sua volta un altro palo su tiro di…no, dai: davvero qualcuno non immagina chi abbia tirato?
Nell’altra partita del gruppo la Germania è costretta ad aspettare fino all’80, ma riesce a chiudere -unica squadra dell’Europeo- le prime tre partite a punteggio pieno. Cominciano forte i tedeschi e al 20′ il gol del vantaggio è già nell’aria da un po’: su una rimessa laterale Müller entra in area e serve un rasoterra per Mario Gomez, che appoggia all’indietro di tacco per Podolski che mette dentro l’1-0. Bastano però solo 5 minuti a Nicklas Bendtner, pericoloso per tutta la serata, a saltare più in alto di tutti al limite dell’area su un calcio d’angolo per appoggiare il pallone al centro, dove Krohn-Dehli si fa trovare pronto per siglare il pareggio di testa. Sull’1-1, la Germania sembra poco convinta, e nella ripresa la Danimarca con Poulsen colpisce addirittura un palo. Dato il contemporaneo vantaggio portoghese contro l’Olanda i danesi devono assolutamente vincere e si spingono in avanti, ma inevitabilmente si scoprono per la gioia di Lars Bender, che all’80’ è libero di segnare il definitivo 2-1. Con Lukas Podolski man of the match la Germania approda ai quarti di finale. Europei finiti, invece, per la Danimarca.
Classifica: Germania 9 - Portogallo 6 - Danimarca 3 - Olanda 0
GRUPPO C – Non c’è il tanto temuto “biscotto” tra Spagna e Croazia, e la cosa va a tutto vantaggio dell’Italia che riesce a qualificarsi ai quarti di finale insieme alle furie rosse. Tornano a casa la Croazia e la già eliminata Irlanda.
Eppure non ha vita facile l’Italia contro l’Irlanda. La Nazionale di Prandelli, ridisegnata per l’occasione con un 442 che sconvolge tutte le precedenti convinzioni del ct, parte contratta, immobile, quasi spaventata. La difesa con l’inserimento di Barzagli al posto di De Rossi perde in capacità di costruzione, com’è ovvio, ma sembra addirittura meno sicura di prima in fase di copertura. Thiago Motta vertice avanzato del rombo non convince, e aumenta le convinzioni di chi vede nell’italo-brasiliano solo un vice-Pirlo, che soffre la coesistenza con il regista della Juventus. In avanti Cassano e Di Natale oltre a soffrire il fisico dei difensori irlandesi sono inevitabilmente incapaci di dare profondità al gioco, e tutta la squadra ne risente risultando statica e prevedibile. Ci vuole un’invenzione di Di Natale, che cerca un gol a porta vuota ma da posizione impossibile, per dare la sveglia agli azzurri. Al resto pensa, come al solito, Pirlo su calcio da fermo: suo il corner che viene sfruttato da Cassano, lasciato incredibilmente libero di saltare, per dare un senso al suo Europeo. 1-0 ma il copione non cambia: anzi nel secondo tempo e con il passare dei minuti l’Irlanda inizia a farsi sempre più pericolosa, fino a quando Prandelli non inserisce Diamanti al posto di Cassano e Balotelli al posto di Di Natale. Con una coppia d’attacco più viva e vogliosa, con maggiori capacità di copertura del pallone, maggiori possibilità di far salire la squadra e una inevitabile maggiore profondità e fisicità, le sofferenze dell’Italia finiscono all’istante. Su un altro calcio d’angolo di Pirlo Super Mario Balotelli, incurante del fallo subito, si inventa un gol da antologia e pochi minuti dopo ancora Mario spreca un contropiede che poteva valere il 3-0. Finisce la partita e c’è da aspettare poco più di un minuto per avere il finale di Spagna-Croazia: l’Italia si qualifica ai quarti. Il motivo per cui secondo l’UEFA il migliore in campo è Antonio Cassano risulta, francamente, un mistero, ma al di là di questo torniamo a ripetere un concetto già espresso: attenti a sottovalutare questa Italia.
Ora immaginate una partita, in Italia, che al 92′ è sul risultato di 1-0. L’1-1 farebbe comodo ad entrambe le squadre e c’è un calcio d’angolo per la squadra in vantaggio. Come finirebbe? Come non è finita tra Spagna e Croazia, e un applauso alle due formazioni è doveroso per aver rispettato tutti i principi di lealtà sportiva e per non aver approfittato di una situazione oggettivamente favorevole e semplice da gestire. Ma Spagna-Croazia è partita verissima: entrambe le squadre sanno che vincendo si garantirebbero il passaggio del turno e nessuna vuole regalare niente. Parte forte la Spagna che tiene il pallino del gioco, mentre la Croazia cerca di sfruttare il contropiede. Torres, Xabi Alonso, Piquè e Iniesta cercano di portare in vantaggio le furie rosse, sfruttando soprattutto la vena di un David Silva in giornata di grazia. Quando arriva la notizia del vantaggio dell’Italia, però, la Croazia si risveglia e va ad impegnare più volte Casillas. La svolta però arriva al 61′, quando Fernando Torres lascia il posto a Jesùs Navas: è lui, all’88’, il destinatario di una doppia verticalizzazione da Fabregas per Andrès Iniesta e da luio -man of the match- per l’ala del Siviglia che batte Pletikosa e porta in vantaggio la Spagna. In pochi minuti la Croazia, pareggiando, potrebbe prendersi il posto ai quarti ai danni dell’Italia. Al 92′ c’è un calcio d’angolo per i croati sul quale sale in area spagnola anche Pletikosa, ma appena la palla spiove in area l’arbitro fischia un fallo di confusione e subito dopo la fine dell’incontro. Croazia eliminata, Spagna e Italia ai quarti.
Classifica: Spagna 7 - Italia 5 - Croazia 4 - Irlanda 0
GRUPPO D – Eliminate Svezia e Ucraina nel gruppo D passano il turno, come prevedibile, Inghilterra e Francia.
Si sentiva ormai il primo posto acquisito, la Francia, ma non aveva fatto i conti con una Svezia per niente disposta ad abbandonare gli Europei con 0 punti. Ne viene fuori una delle partite più emozionanti di questi Europei, con ritmi indiavolati all’inizio e poi inevitabilmente più calmi, ma comunque con tantissime occasioni da una parte e dall’altra. Da una parte e dall’altra Lloris e Isaksson si esaltano sulle conclusioni di Källström e Ribery, mentre poco dopo ci pensano Toivonen e Benzema a sprecare due buone occasioni senza impensierire i portieri. Già alla fine del primo tempo il ritmo si abbassa, ma le occasioni continuano a non mancare. Ancora Benzema e Larsson cercano di sbloccare il risultato nella ripresa, ma al 54′ arriva uno splendido, inutile (ma va?) capolavoro di Ibrahimovic che con una girata imparabile supera Lloris. Con questa gemma diventano 6 i gol di Ibrahimovic nelle fasi finali degli Europei, terzo di sempre alle spalle di Platini (9) e Shearer (7) ma in abbondante compagnia (Nuno Gomes, Kluivert, Henry, Van Nistelrooy). Si attende la reazione della Francia ma è Mellberg che va vicino al raddoppio. Quando entra in campo Malouda, però, la Francia si ravviva e cerca il pareggio con M’Vila, Mexes, Menez e Giroud. Alla fine però arriva la traversa di Holmén e Larsson che, sulla ribattuta, insacca il 2-0. Il gol capolavoro vale a Zlatan Ibrahimovic il titolo di man of the match, a parziale consolazione per l’eliminazione subita.
Nell’Inghilterra dopo la lunga squalifica torna in campo Wayne Rooney. Nell’Inghilterra dopo la lunga squalifica decide il match Wayne Rooney. Coincidenze, no? L’Ucraina senza Shevchenko è chiamata a vincere per approdare ai quarti, e in effetti l’approccio dei padroni di casa è confortante. Occasioni non ne arrivano molte, ma il controllo del gioco è sempre in mano agli ucraini che schiacciano l’Inghilterra nella propria metà campo e riescono anche a rendersi pericolosi con un paio di conclusioni ribattute dai difensori inglesi. La squadra di Hodgson vede poco la palla e, nonostante un paio di buone occasioni di Rooney, va al riposo cosciente di dover modificare decisamente il proprio atteggiamento in campo. E infatti bastano 3′ nel secondo tempo a Steven Gerrard, migliore in campo, per far partire un cross che viene deviato da un difensore, sfugge a Pyatov e consente a Rooney di incornare da una manciata di centimetri, a porta vuota. Nel finale le occasioni fioccano da una parte e dall’altra, con l’Ucraina impegnata a cercare una rimonta sempre più difficile ad ogni minuto che passava. Rimonta che si concretizzerebbe anche con una carambola dopo un tiro di Dević, ma il salvataggio di Terry -con la palla abbondantemente oltre la linea di porta- certifica la assoluta inutilità degli arbitri di porta. Finisce con la vittoria Inglese e l’eliminazione, dopo la Polonia, anche dell’altra squadra organizzatrice.
Classifica: Inghilterra 7 - Francia 4 - Ucraina 3 - Svezia 3

QUARTI DI FINALE
Repubblica Ceca – Portogallo
Germania – Grecia
Spagna – Francia
Inghilterra – Italia

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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